Questa finale segna definitivamente, e senza possibilità di ritorno, l'avvento di un calcio per soli clienti consumatori, un calcio che rifiuta il tifoso in quanto tale. Prima la vendita agli abbonati, e vabbè; poi la vendita ai tesserati, ok d'accordo, aspettamo; quindi la prima grazia ricevuta da lor signori: LA PROROGA. Sì, signori, loro là dentro hanno deciso benevolmente di concedere un par de biglietti a quegli abbonati che volessero portare 1-2 amici o parenti, o pe i regazzini, gli anziani e le famiglie. Già, le famiglie, la categoria privilegiata da lor signori: talmente privilegiata che però la proroga te la concedono solo per le tribune, mica per i distinti. Così un padre di famija che volesse portare moglie e figlio allo stadio, può farlo anche senza tessera e con soli 360 euro. Me coioni. Giorni e giorni di telefonate messe in attesa, alla as roma che dopo mezzora di musichetta l'impiegato ti risponde quasi scocciato e te dice "NON C'E' VENDITA LIBERA", e riattacca; alla lega calcio che per non sbagliare te mette subito il fax, alle ricevitorie Lottomatica che non sanno che fare, che gli bloccano i terminali, e i piu' allegri ti dicono che dall'anno prossimo non ne voglion piu' sapere di vender biglietti delle partite, che per fartene uno si crea na' fila di 10 clienti in attesa, che devono fa li questurini e chiederti dati e documenti, per un guadagno poco piu' che misero per singolo biglietto. E poi email alla Lottomatica che te risponde coi comunicati che ormai tutti conoscono. Una via crucis, sospeso tra la speranza e la paura. Un senso d'incertezza costante, dovuto all'impotenza di chi sa di dover aspettare che altri decidano per il suo destino. E continui a crederci per non dargliela vinta, ma piu' i giorni passano e piu' ti sei rotto il cazzo, sfiancato da tanta burocrazia, tanta difficoltà che manco per fare 6 al superenalotto, scoramento e veleno; e ti chiedi se ne vale la pena, se questo è il calcio che amavi, se ha senso poi andare a vederti una partita che se sei fortunato avrai elemosinato come un cane randagio, che ti sei già rotto i cojoni ancor prima de cominciare; se ha senso abituarsi all'idea che per il solo fatto di essere un tifoso non omologatosi alle nuove regole verrai discriminato e costretto a venire dopo, ad aspettare il tuo pezzo di pane in coda al gregge, dietro quelli piu' giusti di te. Se hai davvero voglia di partecipare a qualcosa che non senti più tuo, disciplinato come un soldatino, stretto in una gabbia di regole che schifi con tutto l'odio di questo mondo. E come la giri e come alla volti, alla fine, se per inseguire una passione arrivi al punto di stancartene, se per avere un giocattolo aspetti tanto da non aver piu' voglia di giocare, se per raggiungere un amore e possedere una donna devi sudare tanto da preferire farti una sega, alla fine hanno vinto comunque loro.
Domenica vedrete come, con lo stadio vuoto per un terzo, i commentatori rai e i giornalisti vari daranno la colpa ai tifosi assenti, alle elezioni e alla crisi economica.
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