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13/10/2008 09:46:52 |
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poi se chiedemo perché i fiorenzini so così...
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Abusi sessuali in parrocchia di Firenze Don Cantini ridotto allo stato laicale La decisione del Pontefice sul sacerdote ottantacinquenne. I fatti risalgono al periodo 1973-1987. "Misfatti oggettivamente gravi"
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22/09/2008 18:12:16 |
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noi stessi senza compromessi....anche in cucina!!
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Spaghetti cacio e pepe Ingredienti Preparazione 400 grammi di spaghetti; 200 grammi di pecorino romano, sale, pepe Lessare gli spaghetti in abbondante acqua salata e grattugiare il pecorino. Scolare la pasta lasciando un poco di acqua. Versare in una zuppiera cospargerla con il formaggio e abbondante pepe appena macinato. Mescolare bene e servire subito in piatti caldi 
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02/09/2008 01:33:02 |
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caciara ci siamo quasi....mo l'inglese mettitelo ar culo!!!
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Cern di Ginevra, ricorsi senza molte speranze per bloccare il super-acceleratore di Giuseppe Caravita commenti - | | 1 settembre 2008
La fine del mondo in diretta, e in eurovisione, per il prossimo 10 settembre? Non la si potrà perdere di, sicuro, perché, sostengono alcuni, un piccolissimo buco nero nato a Ginevra potrebbe risucchiare, progressivamente, tutta la materia del pianeta, noi stessi e forse l'intero universo. Un buco nero creato artificialmente, dal grande acceleratore di particelle Lhc (Large hadron collider) del Cern, il laboratorio internazionale di fisica di Ginevra, che appunto il 10 settembre comincerà a far girare nel suo anello di 27 chilometri i primi fasci di protoni, accelerandoli alle velocità del big bang primordiale, per poi farli collidere tra loro, in urti frontali capaci di spezzarli, e quindi di rivelare che cosa c'è al loro interno, forse il segreto della gravitazione e persino di altre dimensioni.
Per Otto Rossler, chimico tedesco, ma anche per Walter Wagner e Luis Rancho questo grande esperimento, costato decenni di investimenti da parte di 20 paesi (6 miliardi di euro) il 10 settembre potrebbe essere il giorno più nero, e definitivo, del genere umano. L'accusa al Cern è di non aver considerato il rischio della creazione, all'atto delle collisioni protoniche ad altissima energia, dei minuscoli buchi neri. E della possibilità che entrino in una traiettoria di crescita esponenziale, praticamente inarrestabile.
Rossler, docente alla Eberhard Karls University, si è pertanto rivolto, con altri colleghi, alla Corte europea dei diritti umani per ottenere, a tamburo battente, un'ingiunzione di stop del grande esperimento. Rifiutata venerdì scorso, ma sul suo ricorso la Corte dovrà comunque pronunciarsi, ed esaminarne la sostanza scientifica entro l'attivazione dell'anello sotterraneo ginevrino. Wagner e Sancho (il primo un orticultore con studi in fisica, il secondo un teorico abbastanza oscuro) invece già lo scorso aprile si erano rivolti alla Corte di Honolulu (di diritto Usa) con una denuncia analoga. E anche la Corte dovrà emettere sentenza nei prossimi giorni, prima del fatidico10 settembre.
Ambedue i ricorsi però non hanno molte speranze di passare. Già nel 1999 Wagner eccepì gli stessi rischi di fine del mondo per l'esperimento con gli ioni pesanti dell'acceleratore Rhic di Brookhaven (da lui definita come "macchina del Big Bang che avrebbe potuto distruggere la terra") ma, dopo un'indagine difensiva da parte del laboratorio di Brookhaven (e insieme del Cern) scattò anche legalmente la luce verde, e ovviamente nulla di inimmaginabile successe.
In pratica, spiegano i fisici, da miliardi di anni i raggi cosmici, ovvero fasci naturali di particelle estremamente cariche di energia, bombardano ogni millisecondo ogni corpo dell'universo, compresa la Terra e la Luna. La prima può difendersi (in parte) grazie alla sua protettiva atmosfera ma la seconda no. E queste radiazioni entrano nei nuclei atomici, li spaccano, creano per tempi infinitesimi al cosiddetta "radiazione di Hawking", ovvero microscopici buchi neri di durata infinitesimale, ma poi tutto finisce lì. In miliardi di anni nessun evento rilevato di crescita esponenziale indotto da collisioni. Poco a che fare con i veri buchi neri, ovvero l'implosione su se stesse di gigantesche stelle morenti, le supernovae, fino al punto del collasso gravitazionale e la formazione del conseguente buco nero assorbitore di materia.
Questi gli argomenti ripetuti, ormai da anni, dai fisici delle particelle, e ripresi ieri da James Gillies, portavoce del Cern: "Non vi è nulla di nuovo in questo ricorso. Nulla che non sia stato analizzato e già ampiamente confutato in passato". Spiacerà forse a qualcuno, ma il gran finale che nessuno potrà perdere non andrà in onda il prossimo 10 settembre. Testimone la nostra vecchia luna, con i suoi miliardi di anni onorevolmente portati. Forse, invece, da quella notte avremo qualche sorpresa e indizio in più, sulle leggi profonde dell'universo in cui viviamo
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03/07/2008 20:59:27 |
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e si....
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ce la ricordiamo tutti quella zoccola di adelina e la sua amica doina....
MERDE!!!!
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20/06/2008 16:24:58 |
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si...
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soprattutto perchè rosetta e questa s'assomigliano
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17/06/2008 12:28:42 |
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eh sì è che semo invidiosi...ma vaffanculo va te meriti sto paese de merda col premier milanese/napoletano...
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L'ira di Napolitano per il blitz "Non è il decreto che ho firmato" di CLAUDIO TITO
ROMA - "Se quelle norme fossero state contenute nel decreto fin dall'inizio, non l'avrei firmato". Questa volta il clima bipartisan è svanito di colpo. La "sintonia" con il Quirinale di cui spesso aveva parlato Silvio Berlusconi si è trasformata nel primo conflitto istituzionale della legislatura. Giorgio Napolitano ha sbattuto i pugni sul tavolo. Lo ha fatto prima con il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, e poi con il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Perché quei due emendamenti presentati al Senato per "congelare" alcuni processi tra cui quelli che riguardano il presidente del consiglio, lo hanno mandato su tutte le furie. Al punto di far sapere, appunto, che quelle misure avrebbero reso impossibile l'avallo del Colle. E che ora potrebbe indurre il capo dello Stato ad una valutazione critica della legge. Se davvero verrà approvata.
Uno scontro che al momento non ha precedenti. Anche perché la reazione del Cavaliere non è stata affatto conciliante. Prima ha sferzato gli alleati recalcitranti (la Lega in particolare) e poi, dopo che Letta gli ha riferito le tante perplessità del Colle, ha voluto spedire un segnale pubblico proprio a Napolitano.
E già, perché la lettera al presidente del Senato, Renato Schifani, in realtà ha come reale destinatario il capo dello Stato. In un primo momento, addirittura, il premier aveva optato per una sorta di "messaggio alla nazione" in televisione. Poi si è arrivati alla soluzione "più solenne": la missiva alla seconda carica dello Stato. "Perché questo non è più il tempo degli equivoci, questo è il tempo della chiarezza - si è sfogato telefonicamente da Arcore con i suoi - . Tutti i sondaggi mi danno il 68% di gradimento. Io parlo al Paese e non nei corridoi della politica". Un modo per sfidare Napolitano anche sul piano della popolarità.
Certo, nel frattempo ha dovuto fronteggiare i dubbi degli alleati. Sia la Lega che Alleanza nazionale nella riunione svoltasi la scorsa settimana a Via del Plebiscito, gli avevano chiesto di "metterci la faccia". "Non puoi pensare - aveva insistito il ministro dell'Interno, Roberto Maroni - che ti copriamo su una cosa del genere e tu rimani coperto". "Allora - ha annunciato ieri l'inquilino di Palazzo Chigi dopo aver parlato con Umberto Bossi - mi assumo tutte le mie responsabilità. Spiegherò alla gente a cosa serve quella norma. Parlo al Paese. E voglio vedere se qualcuno avrà il coraggio di dissociarsi".
In effetti, per ora, i partner non hanno preso le distanze. Il presidente della Repubblica, però, sì. Il nodo a questo punto si sta stringendo proprio nelle stanze del Quirinale. Napolitano sta studiando le possibili soluzioni per evitare che le norme "salva-premier" diventino effettive. Ha incaricato gli uffici giuridici di valutare varie possibilità. Anche quella di controfirmare "in parte" il provvedimento. Un rinvio "parziale" alle Camere. Una strada, però, difficilmente praticabile.
Sul tavolo c'è pure la "bocciatura" integrale del testo. Una "extrema ratio" che Napolitano non scarta ma di cui coglie le controindicazioni: equivarrebbe a far saltare tutte le misure contro la criminalità e rimettere in libertà i tanti malviventi chi si trovano in carcere grazie alle aggravanti inserite nel decreto. Tant'è che a Letta, il presidente della Repubblica ha chiesto nuovamente di ritirare quei due emendamenti. "Presentati senza consultarmi". Con una procedura "poco istituzionale" di cui la prima carica dello Stato si è lamentato, nel giro di pochissimi giorni, in almeno altre due circostanze: in occasione del decreto sulle prostitute "per cui ho dovuto intervenire su Schifani"; e sull'impiego dei militari nelle città per cui "ho dovuto ricordare che sono io il capo dell'esercito e solo in quel modo il ministro La Russa ha deciso di modificare l'intervento".
Ma da Palazzo Chigi è stato scandito un altro "niet". Anzi, Berlusconi vuole sfidare Napolitano con un voto formale in Consiglio dei ministri sui due emendamenti. Per il Cavaliere, del resto, questo è passaggio cruciale. Che fa perno sul processo Mills. "Vogliono imbrigliarmi", ripete da giorni. Soprattutto "vogliono condannarmi - ragionava ieri - per impedirmi una futura elezione al Quirinale. È questo il loro obiettivo. Vogliono azzopparmi in vista del 2013". Il premier e i suoi legali, infatti, si aspettano una sentenza di condanna a 6-8 anni di detenzione per corruzione entro il prossimo mese di ottobre. Ben prima della prescrizione del processo prevista per la fine del 2009. E ben prima che il famigerato "Lodo Schifani", modifica costituzionale, possa diventare legge dello Stato. "E io - ha ammonito - non ho tutto questo tempo".
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