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07/10/2009 12:32:29 |
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per non dimenticare..
Niente email
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Antonello Venditti nasce a Campobasso, figlio del molisano Vincenzo Italo, un ufficiale di polizia che nel 1968 diventerà vice prefetto di Roma, e Wanda Sicardi, una professoressa.
STA MERDA!
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26/09/2009 20:37:54 |
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PER NON DIMENTICARE
Niente email
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05/08/2009 9.54.15 Caciara Niente email good morning vietnam ieri vucinic è stato convocato per gent ieri stesso viene deciso che deve operarsi un paio di anni fa mexes viene convocato per genova il giorno stesso viene fuori che non doveva manco fare le partitelle e non poteva giocare dopo la botta in testa della domenica precedente
vabè
*CACIARA LIBERO*
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25/09/2009 13:31:41 |
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PER NON DIMENTICARE
Roma - Fiorentina 3 - 1
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Prendi il pene nel tuo ano e godi. CIAO 'NVIDIOSOOOO!!! 
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21/09/2009 22:06:57 |
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per non dimenticare....
Niente email
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In Curva Sud non c'era di certo bisogno di un altro Gruppo Ultras o di una Sigla come un'altra in più per caratterizzarne la forma e il modo di essere complessivo che già esprime. Non avremmo mai, quindi, operato la scelta di costituire la Casta per una semplice motivazione di tipo quantitativo o territoriale ma avremmo preferibilmente continuato a testimoniare la nostra visione della vita con la semplice presenza personale all'interno della Curva e del Movimento Ultras in generale. Ciò che dunque ci ha spinto in questa direzione è da ricercarsi piuttosto nel desiderio di rimarcare in maniera integrale una serie di approcci di tipo Tradizionale all'Esistenza che, secondo noi, seppur presenti all'interno del mondo Ultras, sono spesso frammisti ad altri che ne sono l'estremo contrario. Per noi, ad esempio, la tematica del rifiuto del calcio moderno non è che una parte applicata del rifiuto più generale che facciamo del mondo moderno nel suo complesso e del quale ci facciamo portatori, appunto, anche allo stadio che non percepiamo minimamente come una realtà separata dal resto della nostra vita e dal come vogliamo viverla. La nostra ricerca di integralità Tradizionale non è che la necessaria conseguenza di una visione dell'Esistenza che si impone per la sua Unicità e interezza e per la necessaria coerenza e applicazione dei valori e dei Principi che la ispirano ad ogni aspetto della quotidianità. I Valori e i Principi ai quali teniamo ad uniformare tutti gli aspetti della nostra vita sono quelli della Tradizione nel senso più alto ed integrale che questa parola significa e rettifica rispetto all'abuso che oggi sempre più spesso se ne fa ed è chiaro che il nostro gruppo, sotto questo aspetto, non è nient'altro che la adeguata riflessione di questi valori e Principi al grado corrispondente di realtà che lo Stadio rappresenta. Le situazioni, i vari aspetti della realtà sono vari e molteplici ma i Principi che devono informarli sono Immutabili come le Idee da cui provengono.In Atene gli appartenenti alla casta dei guerrieri vivevano appartati sull'Acropoli, in qualche modo separati, dal resto della popolazione: per questo ci piace apparire poco e sembriamo una realtà refrattaria e poco collegata al resto delle iniziative concordate e promosse dagli altri gruppi Ultras della Curva ma non è per dissenso o per una forma elitarismo alla buona, ribadiamo è solamente ed esclusivamente per la nostra recalcitranza al noto, al protagonismo esteriore sotto tutte le forme e al proselitismo. Dalla Casta è più facile uscire che entrare. In questo gruppo non sono ammesse persone con oltre 30 anni di età se non con compiti sussidiari o per particolari attributi di storia personale o merito spirituale e mai con funzioni direttive immediate o che non abbiano a che fare con un'attitudine alla conoscenza e alla utile e giusta guida spirituale delle nostre Prime Linee. Crediamo che l'esperienza Ultras serva oltremodo a forgiare i più giovani a dei valori e a dei Principi che possano aiutarli ad orientarsi con Onore nel corso di tutta la loro vita, soprattutto in una società decaduta come questa che non offre, per sua costituzione, ai giovani la possibilità di misurarsi con eccellenza con dei valori come, appunto, la fedeltà, la lealtà e l'onore, questo perché, detta società, semplicemente non li riconosce come valori preferendo ad essi la mediocrità, il livellamento in basso e il trasformismo più spietato.Nella Casta non sono identificabili gli organi direttivi che comunemente definiscono l'apparato organizzativo degli altri gruppi Ultras; non ci sono Direttivi, né Tesserati, né tantomeno Leader noi conosciamo solo il nostro Capo al quale è demandata ogni iniziativa del gruppo e nella quale figura è racchiusa l'intera responsabilità sia del più semplice, sia del più complesso atto della nostra attività, compreso quella di custodire e difendere i vessilli e lo striscione della Casta. Lui responsabile di tutto, ognuno di noi responsabile per la sua funzione di fronte a lui. Riteniamo fondamentale per il mantenimento dell'integralità del nostro modo di essere, evitare a priori, ogni forma relazionale ed apparato organizzativo che è palesemente riferibile ad un modo moderno di organizzarsi e che nulla ha a che fare con alcuno dei valori tradizionali che incarniamo con lucida, libera e precisa volontà. Non si può essere fedeli interamente ad una vocazione, a una scelta, a un insegnamento e poi assumere per proprie, forme e termini, che sono l'esatto opposto di quello che si vuole e si dice di portare avanti. I Leader ci fanno venire in mente il modo degradato e superficiale con il quale la mentalità moderna definisce uno pseudo-capo di partito o un semplice capitano d'industria; i Direttivi invece ci richiamano le associazioni, i partiti ed i movimenti di massa che in nome della democrazia si illudono di autogovernarsi. Da parte nostra siamo sostenitori della gerarchia e della differenza delle nature umane e consideriamo, quindi, le forme organizzative ed associative di queste diverse nature come un corpo dove ci sono testa, cuore e tutto il resto delle membra ed organi e su questo modello non deviato conformiamo la nostra forma organizzativa e il suo ordine corrispondente. Pensiamo che il sincretismo in generale e la svalutazione delle forme rispetto ai principi siano il nemico più subdolo per una esperienza che voglia essere alternativa sul serio a qualunque grado di realtà.Nella Casta al posto di direttivi e similerie, per tutto quello che riguarda la giusta condotta da seguire o la risoluzione di una grave controversia tra i membri, su richiesta esplicita del Capo, fa fede quanto indicato dal PANCAJAT di Casta in merito alla questione sollevata. Il PANCAJAT di casta è una antichissima istituzione, l'equivalente di un consiglio di saggi, che nell'India indo-aria regolava la vita della Casta in casi di eccezionale portata. Come si evince, Esso, al contrario di tutte le sovrastrutture simili a parlamentini che decidono, invadono e ratificano su tutto, si riunisce solo in caso di assoluta necessità decretata dal Capo. Quindi meno il PANCAJAT è visibile, meno illumina apparentemente, più la vita di casta significa che va a gonfie vele, senza scossoni e persegue precisamente i suoi scopi ben guidata dal suo capo e dalle sue membra. Si tende nella Casta a formare persone autonome veramente, lontane da ogni irrazionalismo, lucide in ogni circostanza piccola o grande, scevre da vuoto sentimentalismo e pronte ad essere misurate nella loro vocazione dalla solitudine più interiore. Il Silenzio per noi è un valore maggiore della parola. Siamo sicuri che una persona che debba sempre essere sollecitata a parole sia vacillante nelle sue convinzioni più profonde, le quali, se sono tali, devono consentirgli di portarle avanti con rigore anche nella più perfetta solitudine. Per questo le riunioni non sono il nostro forte e pure quando le facciamo assumono sempre il sapore del simposio piuttosto che quello della riunione di partito. Ognuno di noi ha una Natura che non ha bisogno di sollecitazioni e indoramenti e che gli dice cosa deve essere fatto in ogni momento. Fino a che non si conosca a fondo la propria Natura è preferibile impegnarsi in qualcosa di meno piuttosto che in più ma a quel qualcosa di meno va tenuto fede fino in fondo, senza esitazioni o bisogno di aiuto. Disdegniamo quel falso cameratismo che ha bisogno della vicinanza fisica con gli altri per produrre comportamenti idonei. Un Camerata è capace di vivere e morire in compagnia dei suoi soli Ideali e di Dio, non gli serve nessun altro appoggio necessariamente. Un Guerriero è per forza di cose un Aristocratico, appartiene alla schiatta dei migliori, dei disinteressati, a qualunque latitudine si trovi; ha un codice d'onore e una cavalleria d'animo; disprezza un qualunque utilizzo della forza senza giusta e Santa causa ed è sempre portato a prendere le parti dei più deboli e vessati senza richiedere nulla in cambio. Non transigiamo su questo punto: disdegniamo ogni offerta e ostentazione di forza affetta da protagonismo e non commisurata alla sua causa. Facciamo nostri i valori più profondi della BAGHAVAD-GITA e del suo eroe: Arjuna.Tornando allo specifico, ci facciamo vanto di essere presenti, non tanto a tutte le trasferte (cosa che comunque abbiamo fatto fin dall'inizio) ma soprattutto in quelle considerate più OSTILI in Italia e fuori a testimoniare la nostra Romanità integrale, il nostro Tradizionalismo Romano. L'altro tema con il quale siamo profondamente legati e solidali con tutti gli altri gruppi della Curva che ne fanno anche loro un punto d'onore è la lotta all'infamità a tutti i livelli. Lo stadio deve diventare impraticabile per tutti coloro che non sono cristallini da questo punto di vista. Per troppi anni su questo punto si è attuata una certa elasticità che ha permesso a persone ibride di infiltrarsi, riciclarsi, rimescolarsi, corrompere l'ambiente dando così un cattivo esempio ai giovani, costituendo a volte per loro, in virtù di un' età avanzata e di un certo modo di atteggiarsi, anche un modello; un modello che non poteva essere tale e che non poteva che avere un effetto deleterio per le giovani menti che, di tutti altri esempi, semmai hanno bisogno. Questa gente deve capire che lo Stadio non è più il rifugio degli scartati, un luogo dove riciclarsi e ostentare ciò che non si è anche fuori. Non cederemo di un passo su questa battaglia. La vigilanza va mantenuta anche dopo la bonifica completa: le mele marce usano tutte le peggiori tattiche di trasformismo e la più raffinata tecnica di approfittamento e carpimento della buona fede, soprattutto dei più giovani, per portare il loro veleno e la loro carcassa piena di carogne in ogni luogo sano e incontaminato. Per ultimo le diffide. Non ne facciamo un dramma. Conosciamo fin troppo bene la vera natura del potere che ci perseguita. Non reclamiamo più di tanto, se non nelle sedi opportune, perché ci piace avere il pudore nei confronti dei Fratelli che per altri e ben maggiori motivi di ingiustizia stanno soffrendo molto più di noi di questi tempi. In confronto a loro ci pare lieve, nonostante tutto, il carico da portare e non ci piace passare per delle vittime o essere adulati per un semplice provvedimento amministrativo avverso. L'unica cosa che ci teniamo a sottolineare è che fino a che ci saranno le condizioni per poter esporre i nostri vessilli lo faremo ben volentieri dopodiché, se ciò non fosse più, continueremmo a combattere e a vivere la nostra esperienza spirituale a titolo personale e con la ferma convinzione che si è Guerrieri dentro e che ogni nostro Simbolo e stendardo prima di essere esposto e visibile fuori è ben radicato nella parte più essenziale del nostro Essere: il CUORE.
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15/09/2009 11:09:58 |
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Per non dimenticare,mai.
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19 Marzo 2008
Gabriele Paparelli in Curva Sud: «Che emozione» (Il Messaggero.it)
ROMA (19 marzo) - Accoglienza calorosa in Curva Sud per Gabriele Paparelli, il figlio di Vincenzo, tifoso laziale ucciso il 28 ottobre 1979 da un razzo sparato dalla stessa curva durante un derby. Gabriele Paparelli seguirà insieme a Giorgio Sandri, il padre di Gabriele, il primo tempo della partita. Nel secondo tempo Paparelli si sposterà nei distinti nord. «È stato bellissimo - ha detto commentando l’accoglienza dei tifosi giallorossi - mi hanno fatto tanti complimenti. Un’emozione davvero forte, i romanisti sono contenti di avermi qui».
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15/09/2009 10:03:57 |
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per non dimenticare
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caciara é lá dove é pallino..chiamate pallino, ed il suo alter ego vi risponderá
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01/09/2009 12:50:11 |
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PER NON DIMENTICARE
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NEL FIRMAMENTO BRILLA UNA NUOVA STELLA LUCIANO, ETERNAMENTE RISPLENDERAI
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31/08/2009 17:07:01 |
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per non dimenticare
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27 4 88, MATERA SPARA... TUTTI ASSOLTI!
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24/07/2009 10:26:47 |
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per non dimenticare
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con un generale in pensione e un presidente nanetto .. ma quando lo vincemooooo..... sto cazzo de scudettooooo...
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17/06/2009 17:27:28 |
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PER NON DIMENTICARE
Niente email
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27655 15/10/2004 12.56.29 CHINELLATO Niente email Benissimo,eccomi qui presente, neanch a farlo apposta apro proprio in questo momento internet. Avevo solo 8 anni a quei tempi, e cosi', 2 vicini di casa della lazio offrirono a mia madre di accompagnarmi a vedere il derby. Ricordo che era una giornata nuvolosa, e io con i miei due vicini piu' grandi partimmo a piedi dalla fine di viale angelico, quasi a piazza maresciallo giardino , luogo in cui ho abitato fino al 1989. Per capirci abitavo vicino la bisca del biliardo che si trova proprio alla fine di viale angelico. Ci avvicinammo allo stadio e c'era parecchio casino. Purtroppo ero accompagnato da due lazziali e cosi' andammo verso la nord e i biglietti si trovavano tranquillamente al botteghino e ne comprammo 3 di curva nord a 500 lire l'uno. Entrammo allo stadio.A quei tempi non esisteva il settore distinti.IL settore distinti era un tutt'uno con la cruva. Noi 3 ci piazzammo dove ora sono i distinti nord attaccati alla tribuna tevere. SEbbene ero ancora un bambino ero molto attirato dallo spèettacolo delle 2 curve, e , non lo dico perchè sono romanista, c'è da dire che era notevolemente piu' colorato e rumoroso quello della curva sud.DAlla curva sud partiva di tutto, parecchi razzi che raggiungevano la pista atletica.Sventolio di bandiere e bandieroni giallorossi in curva sud.MOlto piu' tranquilla la curva nord.Cori di sfottò e insulti piu' o meno pesanti da entrambe le parti. A quei tempi era uso che alcuni ultrà entrassero in pista atletica, nella parte sottostante la curva e srotolassero striscioni rivolti all'altra curva. Ricrodo bene 2 striscioni laziali e uno romanista.IL primo che ricordo fu quello laziale "OLocausto giallorosso"...i romanisti risposero con "Si scrive lazio si legge merda"...i laziali replicarono con "Rocca bavoso". A un certo punto vidi partire dalla sud qualcosa.Seguii con lo sguardo quella cosa che sembrava , agli occhi miei che ero un bambino e non capivo, una gigantesca stella filante , tipo quelle che usano i bimbi a capodanno. LA gigantesca stella filante continuava la sua traiettoria , non andava a infrangersi sulla pista atletica come le altre, o, al massimo vicino alla porta. Continuò dritta e andò dritta , nel centro della curva nord, leggerm,ente spostato a sinistra guardando la curva laziale difronte. E prese in pieno il viso di un uomo.Da lontano vidi prendere fuoco il viso di quell'uomo, che si contorceva e ,subito, si creò uno spazio vuoto intorno a lui. Scoppiò un casino, gente che scappava a destra e sinistra.Ricordo ancora un signore anziano, sulla sessantina, che , avvicinatosi alla rete separatoria con la tribuna tevere, agitava il suo ombrello nero verso la tribuna gridando "ASsassini! ASsassini!". Anche i miei due vicini si precipitarono fuori lo stadio, naturalmnte accompagnadomi via. Ricordo un gran casino, voci che giravano che c'era stato un morto. Scappammo di corsa a casa, ero schocckato, ero un bambino. Arrivammo a casa, e mia madre era preoccupata, diceva che aveva sentito che c'era stato un morto allo stadio.Accesi la tv, e in collegamento da domenica in, su 90° minuto, c0era Bisteccone Galeazzi che , con un viso smunto e serio, annunciò la morte di Vincenzo Paparelli,meccanico di prima porta.
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17/06/2009 12:12:55 |
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PER NON DIMENTICARE
Niente email
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67313 09/07/2007 13.57.58 CHINELLATO - LA VERITA' SU ROMA-PARMA 2001 Niente email Ebbene si, lo ammetto partecipai all'invasione di Roma-Parma 2001, quella a 10 minuti dalla fine. Le cose andarono così. Qualche giorno prima della partita, un mio collega dice di poter rimediare 2 biglietti falsi, 20 euro l'uno. Dopo aver titubato per qualche minuto gli dico che va bene, non posso mancare all'appuntamento con la storia. Il giorno della partita si presenta all'appuntamento con 2 biglietti bruttissimi, due fotocopie su cartoncino, neanche un bambino sarebbe riuscito a cascarci, figuriamoci i bigliettati, la mia delusione era profonda. Non dico di quale settore erano i biglietti per evitare di inguaiare qualcuno. Ci appropinquiamo all'entrata, decisi a provarci sperando in qualcosa, qualcuno, un aiuto dal cielo. E l'aiuto dal cielo arrivò. Due loschi figuri ci avvicinano per chiederci se avevamo biglietti falsi. Io penso "Queste potrebbero essere due guardie, è un trabocchetto". Ma poi dopo aver pensato 2 secondi in più, dico tra me "Tanto vale la pena tentare, tanto mica me arresteranno per un biglietto falso, tutt'al più me lo sequestrano , tanto co sti biglietti non entrerò mai". Allora dico "Si, abbiamo 2 biglietti falsi". Loro ci dicono "Se ci date 50 euro vi facciamo entrare" Io dico "50 ??? Non ce le abbiamo, abbiamo 20 euro in tutto" E loro dicono " Ok, vanno bene 20, prima vi facciamo entrare e poi ce le date, non c'è trucco nè inganno". Così andiamo verso il bigliettatio, i due loschi figuri danno un occhiata al bigliettaio, il bigliettaio contraccambia, ci strappa i due cartoncini, e ci fa entrare. Subito dopo entrano i due loschi figuri e gli diamo i 20 euro, poi ognuno per la sua strada. Ero alle stelle. Avevo con me una bandiera con le coppe italia disegnate sopra che ancora ho tutta mezzza strappata. C'era ancora poca gente dentro, eravamo tra i primi, decidiamo di prendere posto sugli scalini per evitare litigi. Piano piano lo stadio si riempie, per gli ultimi arrivati è impossibile prendere posto anche sugli scalini. Inizia la partita, tutti in piedi, un vecchio de 80 anni dietro di me dice di mettermi seduto, io manco gli rispondo , lui allora se incazza e me voleva menà, i due vicino lo fermano, poi si arrende e si mette in piedi anche lui, visto che era l'unico che stava seduto. Non parlo della partita perchè sapete tutti cosa successe, andiamo direttamente a 15 minuti dalla fine. La Roma era in vantaggio 3-1, uno sventolio di bandiere riempiva gli spalti. Alcuni iniziavano a scavalcare e a mettersi sulla pista atletica. Il mio collega mi fa "Damme la bandiera che scavalco!" Gliela passo e e scavalca in un batter d'occhio, si posiziona sulla pista atletica anche lui. Allora io mi dico "E' l'appuntamwnto co la storia, scavalco pure io, ce la devo fà". Provo a scavalcare ma nu je la faccio, allora due me spingono il culo, e alla fine je la faccio. Sono dentro ! Appena messo piede dentro, vedo che un centinaio di persone partono dentro il campo, tra i primi c'era il mio collega con in mano la mia bandiera con le coppe Italia. Allora parto pure io, dentro di me penso che era una cosa da campo di periferia napoletano, ma l'entusiasmo non frena la ragione... ma all'altezza della bandierina del calcio d'angolo, sento l'atoparlante con la voce di carlo zampa che dice" Attenzione, uscite dal campo, la partita potrebbe essere persa a tavolino". Mi fermo, penso che è meglio uscire, mi metto sulla pista atletica e inizio a richiamare chi era dentro. Gli invasori non escono, la gente sugli spalti inizia a incazzarsi. Dopo 5 minuti gli invasori escono, Ricordo Buffon che continuò a giocare con un paiodi scarpe da ginnastica dategli da un invasore. Ad un certo punto di alzò un coro che diceva "NAPOLETANI VOI SIETE NAPOLETANI", subito dopo un bottiglietta piena di acqua mi sfiorò la testa come una bomba. Capii la situazione e mi misi, insieme a un'altra decina di invasori, contro i cristalli a bordo campo, con una marea di bottiglire che ci passava sopra la testa sfiorandola. La partita riprese, la gente si dimenticò di noi. L'arbitro fischiò la fine, La Roma era campione d'Italia e fu nuovamente invasione !
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