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02/03/2013 00:30:33 |
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Flora Calvo
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toccatemi le recchie e ve faccio sburà
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18/02/2013 12:19:35 |
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ecco bravo allora comincia a chiedere scusa, palla di merda!
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Queste le considerazioni di Riccardo Angelini, in arte GALOPEIRA: “Il primo tempo mi era sembrato di una squadra malata, impaurita, col braccino. Rivedendola, capisco che probabilmente è stata una scelta. Poi c’è stata la metamorfosi. Forse sabato sera non è stata salvata la stagione, ma battere 1-0 la Juve con gol di Totti dà un sapore ed un gusto completamente diversi. Sono molto contento per Andreazzoli, ho visto nella ripresa una squadra che sapeva esattamente cosa fare. In diretta non ho notato il grande lavoro di Lamela, negli ultimi minuti ha preso non so quanti calci per far passare il tempo. Riguardo gli striscioni, a mio parere la Sud o è sempre bella o è sempre brutta. Io dico sul serio: prendo, incarto e porto a casa. Ma non solo. Rifletto su questa cosa. Se mi rendessi conto di aver contribuito, in questi anni, ad avvelenare l’ambiente, chiederei scusa alla Sud e a tutti i tifosi della Roma”.
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30/01/2013 15:19:41 |
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ECCO PALLINO, ORA VERGOGNATI TU E LA TUA FAMIGLIA!!!!
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Pallini sparati contro l'auto di una cronista de «Il Giorno» A bordo anche un ex consigliere del Pd. I colpi sparati con un'arma sportiva che sembrava un mitra
MILANO - L'auto affianca un furgone, dal cui finestrino, dal lato del passeggero, un ragazzo esplode una serie di colpi. Ha in mano una mitraglietta, con ogni probabilità un’arma sportiva caricata a pallini di plastica. A bordo dell’auto, Francesca Santolini, cronista del quotidiano Il Giorno dalla zona di Buccinasco e Corsico, e Carmela Mazzarelli, ex consigliere Pd a Buccinasco. Nessuno viene ferito. Il furgone si dilegua mentre la giornalista accelera e raggiunge la vicina caserma dei carabinieri. Sull’auto si notano dei graffi. E l’interrogativo su chi e per quale motivo abbia compiuto un gesto del genere.
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29/01/2013 16:58:08 |
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e ora ditegli qualcosa a vocalelli se avete il coraggio!
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Il caso Roma è quanto di più singolare e curioso possa avvenire in questo particolare momento del calcio. Da due stagioni a questa parte c'è stata una sola società, appunto la Roma, che al di là della crisi è riuscita a fare investimenti. Fatica a farne addirittura la Juve, che a gennaio si è limitata al prestito di Anelka. Non ne ha fatti il Napoli, che anzi ha capitalizzato la cessione di Lavezzi. Non li ha fatti la Lazio, che è rimasta praticamente immobile. Non li ha fatti l'Inter che anzi ha dimesso i suoi pezzi pregiati - da Julio Cesar e Maicon e Sneijder - pur di risparmiare sugli ingaggi. Non li ha fatti il Milan, che ha visto partire Thiago Silva, Ibra, Pato, uno dopo l'altro, e ora si batte per avere Balotelli, solo però se sarà possibile pagarlo in cinque o sei rate. La Roma, no. La Roma ha speso sul mercato, tra investimenti e ricavi dalle cessioni, un centinaio di milioni di euro, per continuare a galleggiare a metà classifica.
Da qui bisogna partire per chiedersi perché. Perché le cose non vanno. Non c'è dubbio che Zeman abbia sbagliato molto. Un atteggiamento tattico sempre troppo rischioso, un difficile rapporto con la squadra, alcune scelte indifendibili: come si può, con tutto il rispetto, mettere De Rossi in concorrenza con Tachsidis? E come si può emarginare Stekelenburg, che non sarà un fenomeno e pure ha commesso vari errori, con un ragazzo ancora da costruire sugli appoggi elementari? Sì, Zeman ha sbagliato ed è dunque normale che finisca sotto esame, sotto processo. Perché pur essendo ed essendo stato un personaggio fondamentale per l'etica di questo sport, non si possono confondere i livelli di discussione. E se Zeman ha sbagliato, come ha sbagliato, è giusto che venga criticato.
C'è un però in tutto questo. E nasce dalla strana, inaccettabile, situazione della Roma: un'azienda senza padroni, o comunque con i proprietari lontani - per chilometri e cultura - dal cuore del loro business. Il paradosso della Roma è che a decidere sulle scelte da prendere sono gli stessi che, al pari di Zeman, sono dipendenti e dovrebbero essere a loro volte giudicati per le scelte. Per essere magari assolti, confermati, rincuorati: ma comunque giudicati. Anche per questo, perché mettere in discussione la scelta Zeman sarebbe stato come mettere in discussione se stessi, la Roma ha aspettato troppo, in un mondo e in un'epoca che non ti aspetta.
Una volta bastava non fare nulla, sperando che la soluzione arrivasse spontaneamente. Oggi, no. Non decidere vuol dire essere superati dagli eventi. Il vero problema alla Roma è cominciato il 7 ottobre, alla settima giornata, all'alba della stagione. Quando la rivoluzione di Zeman non è stata minimamente discussa dai dirigenti, per chiedersi se fosse stata giusta o meno. Sarà un caso ma da quel giorno, a seguire - con l'insubordinazione di Pijanic, Marquinho, Stekelenburg, per fare i nomi più eclatanti e visibili - ne sono successe di tutti i colori. Quel giorno, quel 7 ottobre, Zeman avrà fatto bene o avrà sbagliato - ognuno può decidere - a escludere Osvaldo, De Rossi e Burdisso. Ma la domanda è semplice. Se Conte avesse escluso in un colpo solo Vucinic, Pirlo e Barzagli o Mazzarri avesse fatto fuori Cavani, Hamsik e Cannavaro, Agnelli o De Laurentiis si sarebbero preoccupati di capire cosa stesse succedendo per evitare che la situazione potesse precipitare? O dall'America, se magari fossero stati lì in vacanza, non si sarebbero precipitati in Italia per capire cosa stesse succedendo alle loro squadre e alle loro Aziende? Tanto più se in quelle Aziende qualcuno avesse messo 100 milioni di euro. Boh.
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28/01/2013 16:46:57 |
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Flora Calvo
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io affiderei la squadra a Ciccio Baiano
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178521
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17/11/2012 20:04:20 |
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CHINELLATO COLPISCE ANCORA !
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Petardo sulla torta di compleanno Dodici bambini finiscono in ospedale La torta, oltre alle candeline, aveva anche un petardo appoggiato sopra, esploso al momento dell'accensione. Si indaga per capire la dinamica
BAGNO A RIPOLI - Un errore che è costato il ferimento di dodici bambini. Venerdì sera si festeggiava il compleanno di un ragazzino di 12 anni in un locale di Bagno a Ripoli: lui e tutti i suoi amichetti aspettavano la torta di compleanno. Torta che oltre le candeline, aveva anche un petardo appoggiato sopra, che è esploso al momento dell'accensione: undici bambini sono finiti in ospedale, uno di loro è al Meyer. I feriti hanno riportato dai 5 ai 15 giorni di prognosi per ustioni, tagli e traumi acustici. Sul posto personale del 118 e carabinieri, che hanno sentito alcuni testimoni per ricostruire la dinamica dell'accaduto.
LA DINAMICA - Secondo quanto emerso, sarebbe stata la stessa madre del bambino festeggiato a consegnare il petardo al cameriere, credendo che fosse una candela con i coriandoli all'interno. E invece era un petardo modello cobra, vietato ai minori di 18 anni. Sempre secondo una prima ricostruzione, il petardo era stato portato alla festa da un compagno di scuola del bambino. La madre si era accorta del petardo e glielo aveva tolto, poi lo aveva consegnato alla mamma del festeggiato, convinta che lo buttasse via. Ma la donna, nella confusione, lo avrebbe scambiato per una candela, consegnandolo al cameriere e dicendo di sistemarlo al centro della torta. Quando è esploso, i bimbi si stavano stringendo intorno al dolce per la foto di rito. Sono stati investiti dall'esplosione e dai vetri dei bicchieri andati in frantumi. Alcuni bimbi sono stati portati in ambulanza all' ospedale di Ponte a Niccheri e al Meyer di Firenze, altri sono stati portati al pronto soccorso dai loro genitori, molti dei quali erano presenti alla festa. Il bimbo festeggiato, che si trovava proprio davanti alla torta, ha riportato 15 giorni di prognosi per ustioni e ferite. Gli altri, feriti a viso, petto e mani, hanno prognosi che vanno dai cinque ai 10 giorni. Nessuno si trova in gravi condizioni. Accertamenti sono in corso da parte dei carabinieri per ricostruire la dinamica dei fatti.
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05/11/2012 11:34:03 |
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Flora Calvo
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anche io spompinavo i ragazzi della mia scuola nei cessi
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