Sotto accusa anche il figlio di un fondatore delle Br. «Pronti all’assalto del G8»: 5 arresti per banda armata Blitz della polizia in tutta Italia in vista del summit all’Aquila ROMA — Avrebbero pianificato azioni violente, pronti a muoversi anche in occasione del G8 previsto a L’Aquila dall’ 8 al 10 luglio. La procura di Roma chiude le indagini avviate diversi mesi fa sull’attività dell’area antagonista e ottiene dal giudice l’arresto di almeno cinque persone con l’accusa di banda armata e associazione sovversiva.
L’operazione condotta dai poliziotti della Digos parte dalla capitale e si estende a tutta Italia, con due catture eseguite a Milano e una ventina di perquisizioni compiute in diverse regioni. Tra i fermati in Lombardia c’è Ernesto Morlacchi, 35 anni. È il figlio di Pierino Morlacchi, uno dei fondatori delle Brigate Rosse insieme a Renato Curcio e altri. «Lo hanno portato via ieri pomeriggio— conferma il suo avvocato Sandro Clementi — mentre era sul posto di lavoro. Hanno fermato anche un altro milanese, il cugino Kamo Capossi. Sono entrambi incensurati, ma nessuno si è preoccupato di avvertire le famiglie che fino a notte sono rimaste davanti alla questura. Pure a me non hanno voluto dire nulla».
La mobilitazione contro la riunione dei Grandi sarebbe soltanto uno dei progetti pianificati dai componenti della presunta «cellula» presi ieri. Proprio come avvenne otto anni fa, prima del G8 di Genova, polizia e carabinieri stanno monitorando da tempo gli ambienti dell’antagonismo e dei centri sociali, ma soprattutto quelli anarchici, per cercare di intercettare le intenzioni di chi ha già annunciato una protesta forte contro il vertice che si terrà in Abruzzo. Ed è proprio in questo ambito che gli specialisti della questura di Roma avrebbero afferrato una traccia investigativa per individuare un gruppo pronto ad entrare in azione.
Il blitz iniziato ieri pomeriggio è andato avanti tutta la notte con controlli in numerose abitazioni e luoghi di incontro, che hanno portato al sequestro di documenti e volantini. Agli atti della magistratura ci sarebbero decine e decine di conversazioni intercettate negli ultimi mesi durante le quali si parlerebbe di progetti eversivi. Il timore dei responsabili della polizia di prevenzione su attacchi mirati durante il G8 da parte dell’area della sinistra radicale, ma anche della destra estrema, è divenuto più forte dopo quanto avvenuto nel corso del vertice che si è svolto a Londra nel marzo scorso con scontri tra manifestanti e forze dell’ordine andati avanti per due giorni e un uomo morto dopo essere stato picchiato dalla polizia.
Il mercato della Roma passerà necessariamente da alcune partenze. Tra queste, uno dei nomi che è circolato è quello di Juan. 'Pluto' Aldair, ha confidato a forzaroma.info, che spera nella permanenza del connazionale: "Capisco che la Roma stia vivendo un momento delicato, ma cedere uno come lui sarebbe davvero un peccato. Anche se ha giocato poco Juan è uno di quelli che ti garantisce personalità in campo. Insieme a Mexes forma la coppia centrale più forte vista in questi ultimi anni in Italia. Se proprio si deve sacrificare qualcuno io cercherei in altri ruoli, magari cedendone tre invece di uno…. Chi? E’ difficile dirlo, perchè bisognerebbe conoscere bene il prezzo di mercato dei giocatori e quello che hai poi sottomano per comprare. Se tu vendi uno come Juan e poi trovi difficoltà per sostituirlo diventa molto pericoloso". Cosa serve alla Roma per essere competitiva? "La Roma, secondo me, ha una rosa già competitiva. Servirà un po’ di fortuna per avere tutti a disposizione e riuscire a giocare con più continuità. Un paio di giovani ed un acquisto azzeccato di rilievo, ed ecco che può competere per i primi tre posti. Difficile comprare, ma altrettanto vendere bene. Occhio, perché Juan sarebbe una cessione diversa da quella di Mancini e Chivu…".
co ledi oscar me 'ngrifavo perchè ogni tanto quando lei se baciava co andre o quanno la regina se incontrava co l'amante,se fermava l'immagine co i protagonisti ignudi in mezzo a cespugli de rovi...
ranatan era l'amichetta del ranocchio demetan. anche a me da piccolo il cartone animato non piaceva, ma rivedendolo dopo tanti anni ho rivalutato questo ranocchio antieroe, timido e debole, ma coraggioso e dal cuore d'oro.
VERNIO (Prato) - Per pagare una multa da 5.040 euro ha caricato su un furgone quasi 400 chilogrammi di monetine di rame da 1, 2 e 5 centesimi e le ha portate alla polizia. Protagonista della vicenda Luca Calcagnini, macellaio di Vernio in provincia di Prato, multato tre anni fa dai vigili per aver aumentato l'area di vendita avendo messo un tavolino espositivo fuori dal suo negozio. Per raccogliere le monetine il commerciante ha impiegato oltre due anni e mezzo: ''Ho portato mille euro in contanti e 4040 in monetine e loro hanno accettato il pagamento con riserva. Io le ho contate tutte, adesso forse tocca a loro'' ha detto Calcagni la cui vicenda e' riportata oggi dal quotidiano 'La Nazione'. (Agr)
Ecco le parole di Vincent Candela, intervenuto a "A tutto campo" su Centro Suono Sport: "Ho smesso perché c’è un tempo per tutto ed adesso, con quattro bimbi, ho altre passioni. Non mi pento, l’unica cosa di cui mi pento dal punto di vista calcistico è esser andato via dalla Roma. Ringrazierò sempre tutta la gente di Roma e la famiglia Sensi. Il duello con Lizarazu in Nazionale? Lui era un soldato, io un artista… però in difesa serviva più uno come lui perché di artisti ne avevamo già molti in quella squadra. Menez? Per lui è il primo anno, anche Mexes ebbe problemi la prima stagione, però è bravo. Si vedono le sue qualità, è un giocatore che a me piace. Trezeguet alla Roma? Non ha più 25 anni, bisogna considerare l’investimento, ma è un giocatore che apprezzo. Bisogna capire se ha ancora fame. Quindi, sui suoi anni con il boemo: "Mai detto di voler andar via. Zeman era un allenatore molto duro ed il secondo anno abbiamo litigato e non ero più parte del progetto, ma non ho mai detto di voler andare via. A 23 anni non lo avrei mai fatto. Ero sul mercato, mi cercò l’Inter ed ero convinto di andar via. Poi, per fortuna, è arrivato Capello che ha detto “Candela non si muove”. Ho litigato anche con Capello perché anche lui aveva i suoi difetti. Non i primi due anni, ma dal terzo anno diventa difficile continuare a gestire un gruppo; i difetti tendono ad uscire di più. Il compagno a cui ho voluto più bene è stato Francesco Totti, ricordo le prime uscite col motorino, abbiamo scoperto Roma insieme. Il giocatore che proprio non sopportavo? Nedved, proprio antipatico".
SARONNO — BOTTE da orbi alla stazione ferroviaria di Saronno fra ultrà della Lazio ed un gruppo di nordafricani. Alla fine per separare i contendenti sono dovute intervenire dieci pattuglie fra polizia locale e carabinieri. Il movimentato episodio è accaduto nel tardo pomeriggio dell’altro giorno ed ha “lasciato sul campo” alcuni contusi, anche se nessuno ha voluto farsi medicare all’ospedale, anche per evitare di essere identificato ed eventualmente denunciato.
MA CHE CI FACEVANO gli ultrà laziali nella città degli amaretti? Probabilmente, venuti per Inter-Lazio di sabato sera alcuni sono rimasti in zona per il fine settimana ed a quanto pare quelli sbarcati da un treno delle Ferrovie Nord allo scalo di piazza Cadorna erano reduci da una gita domenicale in riva al lago di Como. Appena giunti a Saronno si sono imbattuti in un gruppetto di giovani extracomunitari che bivaccano nella zona della stazione delle Fnm. Prima qualche «scambio di opinioni», e dalle parole sono ben presto passati ai fatti. Ad avere la meglio, in un primo momento, sono stati proprio gli italiani, una mezza dozzina di ragazzi che indossavano sciarpe e magliette biancocelesti ed a quanto pare tutti originari di Roma. Quindi i maghrebini hanno chiamato rinforzi e così a rincorrersi sulle banchine e nei sottopassi ad un certo punto c’erano una trentina di persone, sotto lo sguardo attonito dei viaggiatori in attesa di salire sui treni in arrivo. Sono stati i responsabili della stazione a chiamare il 112 e sul posto sono accorse prima le pattuglie del Nucleo radiomobile dei carabinieri, poi quelle di tutti i comandi del circondario e quelle della vigilanza urbana saronnese. Militari ed agenti, non senza qualche fatica, sono quindi riusciti a riportare la calma. Sono arrivate pure alcune ambulanze ma per fortuna non ce n’è stato bisogno. LA POSIZIONE di alcuni giovani, italiani e stranieri, è attualmente al vaglio del tutori dell’ordine ma per il momento non sono state disposte denunce. Sono in corso indagini per ricostruire la dinamica dell’accaduto e le eventuali responsabilità anche se per il momento nessuno dei protagonisti della rissa, romani ed immigrati (si tratta di marocchini ed egiziani) hanno espresso l’intenzione di presentare querela nei confronti dei “rivali”; e così sotto il profilo “giudiziario” il caso sarebbe ormai chiuso. Non è neppure chiaro chi abbia esattamente “iniziato” e quale sia stata con precisione la “scintilla” che ha causato la rissa. Ro.B.