DALLA FRANCIA: ROMA, DUE ANNI DI CONTRATTO A CUFRÉ?
pubblicata giovedì 11 dicembre 2008
In scadenza di contratto a giugno, Leandro Cufré non dovrebbe prolungare l’accordo con il Monaco. I dirigenti monegaschi vorrebbero trattenere il difensore argentino, ma lo stipendio molto alto rapprensenta un ostacolo insormontabile per loro. Cufré è stato richiesto da Valencia, Aek Atene, Galatasaray e Getafe. Ma Leandro, come ha dichiarato lui stesso alcuni giorni fa, vuole tornare in Italia, più precisamente alla sua ex squadra, la Roma. Secondo il sito francese football365.fr ci sarebbe già un accordo di massima tra il terzino del Monaco e il direttore sportivo giallorosso Daniele Pradè: due anni di contratto più un opzione per il terzo. In Francia sono sicuri di una cosa: a fine stagione Cufré lascerà Montecarlo e la Roma sembra essere in pole-position per acquistarlo. Sarebbe un clamoroso ritorno che farebbe contenti molti tifosi della Roma.
"Ciao, mi chiamo Alfredo, ed oltre ad essere un Ultras della Curva Ovest di Catanzaro, sono un simpatizzante Romanista e assiduo lettore del tuo sito, volevo farti un piccolo resoconto del derby di ieri tra Cosenza e Catanzaro che ci è stato vietato di andare a vedere: Giornata derby elettrizzante, è successo di tutto, dal Catanzaro che va a prendersi il pareggio a Cosenza senza l'apporto della Curva Ovest (chiedere a Maroni), fino ad arrivare ai 3 impavidi Ultras Catanzaro che sorvolano con un deltaplano lo Stadio San Vito lanciando migliaia di volantini sempre a firma degli Ultras Catanzaro con su scritto: "Il calcio è pura passione popolare e i derby rappresentano il culmine di tale sentimento, purtroppo iniqui decreti e anticostituzionali divieti impediscono alle tifoserie di confrontarsi onorevolmente e di sostenere i propri colori. Tale gesto vuole goliardicamente dimostrare che non c'è divieto che possa impedire alla passione di volare. Per tutti i diffidati d'Italia e per tutti gli assenti forzati". Dopo il lancio dei volantini, arriva il lancio dello striscione proprio sul manto erboso del San Vito, striscione che recitava la frase: "Le aquile vi sovrastano sempre". Che dire, fantastici, lezione di calcio in campo dei nostri, e grande goliardia dei 3 ultras in aria! Come On Eagles !
Leandro Cufré, ex giocatore della Roma, a Radio Incontro.
Sul suo futuro: "Mi fa molto piacere aver lasciato qualcosa di importante nel cuore dei tifosi romanisti, spero un giorno molto vicino, di poter tornare a giocare nella Roma. Con il Monaco ancora non ho rinnovato il contratto, sto aspettando notizie dalla società giallorossa. Mi sento costantemente con Daniele Pradè, i rapporti con la Roma non si sono mai interrotti, il mio cuore è rimasto là, sarò sempre disponibile per tornare a giocare nella Roma. Il Monaco mi ha chiesto recentemente di rinnovare il contratto che è in scadenza a giugno, ma ho risposto che la priorità per me va alla Roma: quando vesti questa maglia, quando vivi in questo ambiente, niente può essere paragonabile".
Sul Bordeaux: "Domani la Roma affronterà una partita davvero importante per la sua stagione, l' uomo a cui deve far maggior attenzione è il centravanti Fernando Cavenaghi, un giocatore molto vivo dentro l' area, bisogna stare attenti a non farlo entrare in area e tenere la linea dei difensori molto alta".
Su Menez: "Ha avuto difficoltà di ambientamento a Roma e nel periodo buio da Trigoria mi hanno chiamato per avere un consiglio da chi l'ha conosciuto bene come me: ho parlato con Daniele Pradè, con Bruno Conti e con il mister e gli ho detto che era un ottimo giocatore, con delle grandi qualità tecniche e che può essere davvero considerato un fuoriclasse al pari di Totti e Messi, gli ho visto fare delle cose incredibili. Piano piano Menez si sta ambientando al clima di Roma, non è facile arrivare in Italia e pensare di riuscire a fare traquillamente quello che prima eri abituato a fare in Francia, il calcio italiano è completamente diverso da quello francese, starà a lui continuare ad allenarsi con continuità e crescere giorno dopo giorno. Sono certo che i tifosi si innamoreranno di lui molto presto. Domani la Roma vincerà 2-0, e spero che segni Menez. Il mio incitamento personale per la partita di domani è: DAJE ROMA DAJE!"
TORINO - Tragedia nella notte a Torino: una lite è degenerata in sparatoria e un uomo è stato ucciso. Tre i feriti. È successo poco prima di mezzanotte in piazza Montanari, vicino allo stadio Olimpico. La vittima è Luca Ragusa, 49 anni, colpito da due proiettili all'addome e deceduto all'ospedale Mauriziano. Arrestato Antonio Catelli, autista e guardia del corpo del senatore a vita Sergio Pinifarina, che ha sparato tre colpi all'indirizzo, oltre che di Ragusa, anche di Carlo Latona, 40 anni, rimasto ferito gravemente e operato nella notte alle Molinette: il proiettile lo ha trapassato all'altezza del colon ma non è in pericolo di vita. Catelli è ricoverato al Cto con un trauma cranico. Ferito anche suo figlio: ha una contusione al naso. Entrambi hanno riportato le contusioni durante la rissa e non nella successiva sparatoria.
Un dogo argentino LITE PER UN CANE - Il violento litigio sarebbe nato a causa di un cane. L'arrestato, affacciato alla finestra, ha visto il figlio Mario di 32 anni, che aveva in braccio sua figlia piccola, infastidito dal cane, un dogo argentino, che vagava senza guinzaglio né museruola. Un tipo di cane incluso nell'elenco degli animali potenzialmente pericolosi del ministero della Salute e che non può essere acquistato o custodito da pregiudicati. Mario Catelli ha protestato con il proprietario ma è stato picchiato da almeno tre o quattro persone: i testimoni hanno riferito che è stato gettato a terra e preso a calci. Sceso in strada, il 59enne si è messo a discutere con il gruppetto che aveva con sé l'animale. Ma le scuse non sono bastate, sono volati insulti ed è scoppiato un violento litigio: Catelli padre ha tirato fuori una pistola, regolarmente denunciata, e ha sparato tre colpi dopo aver visto la vittima, che aveva qualche precedente penale, tirare fuori dalla tasca una pistola semiautomatica. Quest'arma è stata poi trovata dai carabinieri poco lontano dal luogo della sparatoria con la matricola abrasa.
«LEGITTIMA DIFESA» - «Ho sparato per difendermi quando ho visto che un uomo davanti a me ha tirato fuori dal giubbotto una pistola semiautomatica» ha detto Antonio Catelli al pm Fabio Scevola. L'uomo resta in carcere con l'accusa di omicidio e tentato omicidio. Non è escluso che il magistrato alleggerisca l'imputazione se le indagini confermeranno la legittima difesa. Catelli ha spiegato di essere intervenuto mentre il figlio Mario veniva picchiato dal proprietario del cane, che aveva gettato in terra la figlia di due anni, e dai suoi amici. Lui stesso è stato colpito al volto. «A un certo punto sono arrivate altre persone, che prima non erano nel giardino - ha aggiunto -. Uno di loro ha preso la pistola». Catelli, che per motivi di servizio porta sempre l'arma con sé, ha premuto il grilletto. Ragusa è caduto in terra, ma un suo compagno ha cercato di prendere la pistola: Catelli, allora, ha fatto fuoco anche contro di lui.
Siamo alla metà degli anni 90, il Genoa ha fallito la promozione in Serie A di un soffio, e visto che in attacco è ormai orfano di Vincenzino Montella, che spicca il volo nella massima Serie restando però nella stessa città - sponda blucerchiata - Spinelli pensa bene di sostituirlo facendo arrivare in Italia - dopo Alexi Lalas a Padova - un'altro americano. Questo yankee risponde al nome di Roy Lassiter, un bomber di colore che segna caterve di gol negli USA col Tampa Bay, una delle principali stelle della Nazionale statunitense. Nato a Washington, in tenera età si trasferisce a Raleigh, nel North Carolina, dove fin da giovanissimo si avvicina allo sport: gioca inizialmente a basket e a baseball, ma dopo un pò si avvicina al calcio (o soccer), subito con ottimi risultati: «Non avevo molto talento – disse in una recente intervista - ma sapevo mettere la palla in rete». Dopo aver completato gli studi nel North Carolina University, il 25 Gennaio 1992 debuttò con la Nazionale americana, nella gara poi persa per 1-0 contro la Russia. Ma i momenti di gloria finiscono lì, visto che, in seguito al divorzio dei genitori, prende una cattiva strada: viene infatti arrestato prima per aver falsificato alcune carte di credito e poi perché accusato di furto con scasso. Decide allora di cambiare aria e va a giocare in Costa Rica (Turrialba, Carmelita e Alajuelense, con ottimi risultati) per poi tornare a stupire nel campionato USA: nel 1996 firma con il Tampa Bay Mutiny, con la quale disputa la neonata Major League Soccer. Dimenticati i suoi trascorsi infelici, torna a segnare con molta frequenza, mettendosi in mostra anche a livello internazionale con la maglia della Nazionale. E così, dopo alcuni soddisfacenti provini e grazie al suo curriculum intenso di reti, fu acquistato dal Genoa: contratto di 6 mesi ed un milione di Euro nelle casse della Major League. Ma al momento di prendere l’aereo per il capoluogo ligure, sembra che venne addirittura arrestato dall’antidroga americana per spaccio di stupefacenti! Un inizio davvero poco incoraggiante, tanto che anche il seguito non sarà dei migliori. Eppure fu accolto con tutti gli onori: «Lassiter, un Marine per il Genoa» titola il “Guerin Sportivo”. E’ il secondo giocatore americano in Italia (il primo colored) e le sue dichiarazioni - «Dove ho giocato ho sempre segnato parecchio e non intendo fermarmi proprio ora» - suscitano l’entusiasmo dei tifosi. Esordisce il 24 Novembre 1996 in un Genoa-Chievo 1-1, mezz’ora senza combinare un granchè; giocherà ancora il 5 Gennaio 1997, altra mezz’ora in Genoa-Foggia 0-1. Tutto qui. Ecco il magro bilancio dell’esperienza italiana di Lassiter: due (disastrose) prestazioni dopo essersi allenato solo per un quarto d’ora in tutto. Relegato ai margini della squadra, tornerà dopo pochi mesi nella sua America, dove era ancora apprezzato. La leggenda racconta che sia tornato negli USA come clandestino nella stiva di un portacontainer, e che addirittura sia tuttora in prigione, soprattutto per evitare l’ira dei dirigenti del Grifone. Del resto, essere genoani significa soffrire: pensate che questo centravanti con qualche pendenza con la giustizia realizzò una stupenda rete in campionato, ma purtroppo lo fece nella gara sbagliata. Era il 1 Dicembre 1996 ed al “Patini” di Castel di Sangro - contro la formazione locale - Lassiter, con una conclusione in rovesciata, segnò il gol del vantaggio. Purtroppo però, proprio quando si pensava che l’americano si fosse finalmente sbloccato, sulla piccola cittadina abruzzese si abbatté una vera bufera di neve, e l’arbitro fu costretto a sospendere la partita. Con il risultato che la sua rete fu invalidata. Un segno del destino? Il suo addio al Genoa fu accompagnato da un ironico «Torna a casa Lassiter», il titolo con il quale il quotidiano “Il Secolo XIX” ha salutato il suo mesto ritorno a casa, dove ha chiuso la carriera nel 2004, in un torneo amatoriale estivo con i Laredo Heat. Oggi dirige una sorta di scuola calcio estiva per ragazzi. E' stato uno dei migliori attaccanti statunitensi degli ultimi anni segnando quasi 200 gol in carriera e 4 in Nazionale (dal 1992 al 2000). Ma al Genoa è stato un assente non giustificato.
Stagione Squadra Presenze Reti 1990-91 North Carolina University 1992-93 Turrialba 1993-94 Carmelita 30 7 1994-96 Alajuelense 43 17 gen. 96 Tampa Buy Mutiny 34 27 nov. 96 Genoa (B) 2 - 1997-98 DC United 36 32 1998-00 Tampa Buy Mutiny 55 36 2000-01 Miami Fusion 27 10 2001-02 Kansas City Wizards 23 7 2002-03 DC United 14 - 2003-04 Virginia Beach Mariners 25 7 2004-05 Laredo Heat (D)
SORPRESO SENZA BIGLIETTO AGGREDISCE CONTROLLORE DEL BUS
Viene sorpreso mentre viaggia senza biglietto, aggredisce il 'controllore', peraltro una donna, e la colpisce al volto con una testata. E' successo a Roma, stamattina. I fatti: la donna, una "verificatrice" dell'Atac svolgeva il consueto servizio anti-evasione tariffaria sulle linee di bus del Centro, quando si e' e' imbattuta in un cittadino extracomunitario sprovvisto di titolo di viaggio e lo ha invitato a scendere dalla vettura. Non appena in strada, pero', il passeggero l'ha colpita con una violenta testata provocandole una ferita all'arcata sopraccigliare. L'aggressore ha subito tentato la fuga ma e' stato fermato da un poliziotto in borghese. Domattina sara' processato per direttissima. Accompagnata al pronto soccorso, la donna, dimessa in giornata, e' stata giudicata guaribile in otto giorni.
Stampa articolo | Invia articolo | Commenti:5 Il quotidiano britannico "Daily Star" rivela che un uomo è stato fermato mercoledì prima di Scozia-Argentina perché intenzionato a "tagliare la testa" all'ex Pibe de Oro. Il folle asseriva che il gol di mano ai Mondiali del 1986 lo avevo rovinato Diego Armando Maradona è nato il 30 ottobre 1960. Lapresse LONDRA, 23 novembre 2008 - Uno squilibrato è stato arrestato dalla polizia scozzese fuori dallo stadio di Hampden Park, a Glasgow, poche ore prima della sfida amichevole fra Scozia e Argentina (la prima dell’era Maradona), per le minacce rivolte proprio all’indirizzo dell’ex Pibe de Oro, oggi sulla panchina della Seleccion. L’uomo aveva, infatti, con sé un machete e minacciava di tagliare la testa al c.t argentino sostenendo che, a causa della sua famigerata “mano di Dio” ai Mondiali del 1986, aveva perso soldi e matrimonio. DELIRIO - A raccontare l’episodio è oggi il “Daily Sport”. A quanto pare, il 43enne Ian Wellworth, disoccupato e con evidenti problemi psichici, sarebbe uscito dalla sua casa di Middlesbrough con l’arma addosso e la chiara intenzione di usarla contro il “tarchiato truffatore argentino” per tagliargli “quella fottuta testa e fargliela vedere”. SCOMMESSE E STROZZINI - “Avevo puntato 500 sterline (poco meno di 600 euro al cambio attuale) sull’Inghilterra vincente ai Mondiali del 1986 – ha tentato di giustificarsi l’uomo davanti ai poliziotti – e ne avrei vinti più di cinque volte tanto se fosse successo davvero. Mi ero fatto prestare i soldi da uno strozzino e alla fine gli ho dovuto restituire 125.000 sterline (148.000 euro). Inutile aggiungere che mia moglie mi ha mollato”. Immediatamente fermato dalla polizia scozzese fuori dallo stadio, Wellworth è stato espulso dal paese e ora rischia cinque anni di galera. Simona Marchetti