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103166
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05/03/2009 14:16:49 |
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ONORE
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103163
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05/03/2009 12:58:44 |
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onore
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La beffa, dopo il danno. Il Giudice Sportivo dovendo squalificare qualcuno, pesca nel mazzo giallorosso e ferma per una giornata Luciano Spalletti per essersi rivolto, a fine gara, al quarto uomo con un’espressione insultante e provocatoria contestando l’operato dell’arbitro. Avrebbe urlato al signor Pierpaoli di Firenze: “Dì a Rizzoli che ha fatto una bella direzione di merda. Diglielo e non m’importa se mi fa squalificare”.
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03/03/2009 17:44:58 |
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onore!!!
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102931
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01/03/2009 23:45:45 |
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onore
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Spalletti a Roma Channel
“Abbiamo fatto una grande prestazione e per quello che ha prodotto la squadra e l’episodio dubbio che può fare la differenza doveva essere dalla nostra parte ma così non è stato. Siamo sfortunati, in 4 anni che veniamo qui se si va a fare una analisi si va a trovare sempre qualcosa, purtroppo va accettato ma c’è il conforto sulla grande prestazione che ha fatto la squadra. Qui ognuno può dire quello che vuole, noi abbiamo pochi commentatori alle televisioni e la gente non sa che quello che dice quelle cose alla tv sia di parte, bisogna non far parlare più i tesserati degli errori arbitrali. E’ evidente che Balotelli va a cercare il contatto e ci prende anche per il culo, è una cosa bruttissima, se un mio calciatore facesse così vorrei venisse espulso, è una cosa bruttissima, vedere questo con tutte le tensioni che ci sono è bruttissimo. Non ci dobbiamo far travolgere d questo episodio, anche se l’entusiasmo può fare la differenza, dobbiamo gestirla all’interno dello spogliatoio. Santon e Motta? Hanno fatto benissimo, ma entrambe le squadre meritano l’applauso per quello che hanno fatto vedere questa sera. Brighi? Ha le qualità, nello stretto non ha molta qualità tecnica, ma quando si inserisce diventa un bell’abbianamento con Baptista e con Totti, come fa Perrotta, e ti da una mano quando la squadra ripiega, ha fatto un grandissimo lavoro. Panucci? E’ bastato vedere dopo un periodo che ha voluto rimettere le cose a posto e si è accorto dell’errore, quello che mi da fastidio è che non sia stato aiutato da quelli che gli sono vicino perché gli hanno dato ragione, quelli devono avere un senso di colpa, noi abbiamo fatto tutto con chiarezza”.
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01/03/2009 23:21:43 |
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onore a Danielino
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Spalletti a Sky Amarezza per la vittoria sfumata? “Sono convinto che sia stato uno spettacolo bellissimo, dove si sono confrontate due squadre che hanno giocato un buon calcio, che hanno fatto grandi cose. E’ chiaro che c’è amarezza per un risultato perso, che la squadra si era guadagnato sul campo. Di conseguenza, diventa difficile essere contenti e tranquilli, perché non si può fare sempre queste prestazioni così. Poi, arrivavamo da qualche giorno di critiche, venute dallo sviluppo della partita in Champions. Ogni tanto diventa difficile mantenere questi livelli, questi ritmi, queste intensità e attenzioni. Per cui, sono punti persi importanti”. Il rigore su Balotelli? “A me, dalla panchina, ha dato l’impressione che si buttasse. Ora ho la conferma”. Dalla panchina avete avuto la sensazione che l’arbitro volesse dare rimessa dal fondo e non rigore? “Non lo so. Balotelli butta la palla avanti, entra tra gli uomini e si lascia cadere. E’ talmente evidente, nonostante quello che si voglia cercare, nonostante gli opinionisti. E’ l’evidenza che parla, questo non è rigore. Poi, è chiaro che si può accettare tutto. Sentivo qualcuno che diceva che era rigore, ma bisogna far smettere di parlare i tesserati, altrimenti si rischia di far confusione, perché poi quelli che stanno zitti passano per dei coglioni, e nessuno ci vuole passare. Partita chiusa sul 2-0, riaperta dal ritorno dell’Inter, poi richiusa. Era chiusa. Non c’è una squadra che ha abbassato o no. La partita era chiusa, se non ci fosse stato l’episodio strano, come questo. E’ abbastanza evidente. E’ quattro anni che veniamo a giocare qui con me in panchina e nella valutazione dell’episodio diciamo che siamo sfortunati”. De Rossi a Roma Channel: “Non è possibile, quando entriamo allo stadio diciamo “stavolta no, non è possibile”, e invece è possibile. Io non ho ancora rivisto l’episodio, ma ero lontano e fischia il rigore, che gli vuoi dire? Non deve fare niente, è una partita finita e lui la riapre, spero per lui che sia scarso e che non lo faccia apposta. Lo stimolo? Di giocare con il cuore per la Roma non me lo leva nessuno, Rizzoli o Collina o la loro banda. La Champions? Sarà sicuramente una partita più limpida anche se oggi saremmo arrivati al 4° posto, è un peccato perché viene sminuito il nostro lavoro per colpa degli arbitri, i ragazzi dell’Inter sono fenomenali, Santon è eccezionale e così sviene sminuito il loro lavoro. Ci abbiamo messo del nostro per essere sesti ma anche quando eravamo secondi l’altro anno è successo qualcosa di molto poco chiaro. Siamo più grandi di questo e dobbiamo continuare a partire da sabato o da martedì che ci dovrà essere la bolgia allo stadio. Andiamo avanti a testa alta. E’ ancora più bello essere romani e romanisti oggi. Non bisogna esagerare, ma il calcio italiano ha qualcosa di poco chiaro e sicuramente le partite del calcio italiano sono le più alterate, io vedo altri campionati e non succede come da noi, bisogna riflettere e capire il perché. Non bisogna collegare Calciopoli ad oggi, servirebbero delle prove, ma è da migliorare quest’aspetto perché c’è gente che soffre per la loro passione”.
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21/02/2009 13:21:18 |
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ONORE
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17/02/2009 12:37:35 |
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ONORE ALLA DOPPIETTA CONTRO IL BORDEAUX
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GEROLIN (DS SIENA) a LAROMA24.IT: "Possiamo considerarci una società satellite della Roma"
Contattato da LAROMA24.IT, Manuel Gerolin, ex giocatore della Roma e attuale direttore sportivo del Siena, risponde alle nostre domande a pochi giorni dalla sfida dell'Olimpico che vedrà opposti i bianconeri alla formazione di Luciano Spalletti.
In questi casi è meglio trovare una squadra con la pancia piena, magari proveniente da un filotto di risultati positivi, oppure il fatto che la Roma debba giocare con l'assillo dei 3 punti per non perdere il "treno Champions" può favorirvi in una qualche misura?
"Affrontiamo una grandissima squadra, quindi il risultato della domenica precedente risulta indifferente. Se noi giochiamo in maniera ordinata e con attenzione ai particolari, possiamo dire la nostra. Al di là del risultato. L'importante è fare la nostra gara, indipendentemente dalla Roma."
Negli ultimi anni cè stato un vero e proprio filo diretto tra le due società. Basti pensare al vostro presidente che è filo romanista, lei che è un ex giallorosso, più tutti gli scambi di mercato (solo per citare quelli degli ultimi tempi: Corvia, Galloppa, Curci, Loria, Artur). C'è una sinergia di fatto tra i due club anche in prospettiva?
"Si. Assolutamente. Ci conosciamo molto bene. Per dire, io sono stato compagno di squadra di Bruno Conti e ho lavorato con Spalletti a Udine. Col tempo si è instaurato un rapporto e una consuetudine diversa dal solito. Possiamo considerarci quella che spesso si definisce "società satellite"."
In questo contesto si inserisce anche l'operazione Curci. Il giocatore sta giocando discretamente e soprattutto sta trovando quella continuità che gli permette di fare esperienza. Presumibilmente alla Roma questi spazi non li avrà neanche l'anno prossimo: avete già raggiunto un accordo di massima per rinnovare la comproprietà per il 2009/2010?
"Curci è un giovane interessantissimo, che sta facendo molto bene e a cui mancava solo la possibilità di giocare con continuità. Con la Roma non avremo alcun problema a trovare un accordo."
Come vede il momento della Roma? A grandi partite alterna periodicamente improvvisi scivoloni: può arrivare lontano, nonostante questo, in campionato e in Champions?
"La Roma è anni che sta facendo benissimo, nonostante abbia possibilità economiche inferiori a Juve, Inter e Milan. C'è solo da fare un plauso alla società, al tecnico e ai giocatori. Per quanto riguarda la Champions, personalmente ritengo che la squadra di Spalletti sia "costruita" per questo tipo di competizione: nel confronto secco può vincere con chiunque"
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101816
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10/02/2009 13:18:48 |
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ONORE
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Tommasi ora è... cinese
Damiano Tommasi in Cina. L'ex centrocampista della Roma, 34 anni, ha infatti raggiunto un accordo con il Tianjin Teda. Lo ha annunciato lo stesso club. Il giocatore, la scorsa stagione in Inghilterra con il Qpr di Flavio Briatore, sarà presentato giovedì.
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101705
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08/02/2009 20:35:03 |
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Onore a Ermir
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Tuta della Roma e pantofole. Sguardo vispo, accento romano con una leggera inflessione albanese (in fondo, sempre a Durazzo è nato), voglia di scherzare come qualsiasi ragazzo di 17 anni. «Quasi 18, li faccio ad aprile». Ma anche tanta voglia di parlare e di chiedere «Perché?». Già, Ermir non riesce a dare una risposta a quello che gli è successo: il 16 gennaio, fuori scuola, è intervenuto in una lite per un motorino tra un suo compagno e altri quattro ragazzi. Poi i cazzotti hanno lasciato il posto alle lame. E lui non è più stato (solo) il ragazzino che sogna di fare l'ingegnere, che non si aspettava «una cosa del genere da Panucci», che rimpiange «Samuel in difesa», che ama la matematica «ed è single». No. Da quel momento, dall'una e venti di un giorno come tanti altri, Ermir è l'eroe. E la vittima di una violenza giovanile che sembra non conoscere fine.
Se avessi di fronte il tuo aggressore, che gli diresti?
«Vorrei solo chiedergli perché l'ha fatto. Mi piacerebbe sapere che bisogno c'è di girare armati a vent'anni, con un coltello o una spranga. Non me lo spiego, mi incuriosisce quasi».
Che cosa provi adesso? Rabbia?
«No, nemmeno vendetta. Vorrei solo vedere in faccia quel ragazzo e gli altri che erano con lui per capire».
Sei intervenuto per aiutare un amico: lo rifaresti?
«Sì, assolutamente». Interviene la mamma.
«Noi genitori siamo egoisti, avremmo voluto che il nostro Ermir si fosse fatto gli affari propri. Ma lui è così, non si sarebbe mai tirato indietro».
Hai avuto coraggio.
«No, ho fatto quello che sarebbe giusto fare. Se i ragazzi voltassero meno la testa dall'altra parte sarebbe tutto più facile».
A cosa ti riferisci?
«Al bullismo, per esempio. Se è così diffuso è perché in pochi hanno il coraggio di parlare e denunciare le cose. C'è chi non vede, ma c'è soprattutto chi fa finta di non vedere».
La tua camera è tutta giallorossa: come è nata questa passione?
«Vivendo a Trigoria, vedendo i giocatori... Come potevo non essere romanista? Fino a qualche tempo fa andavo sempre fuori al Bernardini a vedere gli allenamenti. Il mio mito era Samuel, quanto mi è dispiaciuto che sia andato via».
E ora chi l'ha sostituito nel tuo cuore?
«Beh, Totti e De Rossi. E Montella, che ci dava sempre i passaggi».
Cioè? «Quando pioveva e noi stavamo fuori Trigoria lui ci caricava in macchina. Una volta anche Totti...». (E ride).
Perché ridi?
«Mi ricordo un episodio, con un mio amico. Aspettavamo i giocatori, esce Cassano e gli fa il bagno con una pozzanghera. Totti, che vede la scena, si ferma e ci accompagna a casa».
Tipico Cassano e tipico Totti.
«Sì». E ride di nuovo.
Davanti a un bicchiere di Coca Cola e qualche pasticcino, c'è tutta la famiglia del piccolo eroe Ermir. Definizione che a lui però proprio non piace. Ci sono i genitori, la sorella neolaureata (con tanto di foto ingrandita insieme al fratello il giorno della tesi), c'è il consigliere municipale Giuseppe Contenta, il vice presidente della commissione Sport del XII Municipio, Enzo Del Poggetto, e la giovane attrice Nicole Murgia, protagonista di "Tutti pazzi per amore". Sono tutti lì per Ermir, che viene fatto socio del Roma Club Eur Torrino, riceve l'invito del presidente del Roma Club Tevere, Paolo Barbato, a vedere Roma-Siena del 21 febbraio in tribuna, e riceve anche la maglietta del "Romanista", "Tutta la vita", che andrà a fare compagnia al poster di Totti che celebrò i 110 gol del Capitano e che è di fronte al letto della sua cameretta. Sulla scrivania, invece, c'è il computer portatile regalo del sindaco Alemanno. Aperto su Facebook.
«Quando sei a casa che devi fa'?».
Giusto. Adesso però la pacchia è finita. Si torna a scuola.
«Sì, lunedì torno tra i banchi. Non mi dispiace».
Sei un bravo studente?
«Abbastanza, non vado male».
Materia preferita?
«Matematica, mi riesce naturale senza studiare».
Stato civile?
«Single. Adesso. E poi qui ci sono orecchie indiscrete...».
Progetti per il futuro?
«Diventare ingegnere, come mia sorella. Faccio ancora il quarto, manca un po' di tempo».
All'ospedale è stato un via vai di amici.
«Sì, non è mancato nessuno. Sono venuti anche i miei ex professori e la preside, non me l'aspettavo. Mi ha fatto molto piacere».
Tu e la tua famiglia siete venuti in Italia 10 anni fa dall'Albania e siete perfettamente integrati.
«Sì, viviamo qui a Trigoria, i miei genitori pagano il mutuo come tanti. Siamo una famiglia normalissima».
Interviene la sorella. «Integrarsi non è difficile, basta comportarsi bene seguendo dei principi che non ci sono solo in Italia. E rispettando le legge. Poi bisogna avere rapporti corretti con le altre persone, perché non si può vivere da soli. La nostra vicina di casa per noi è una terza nonna».
Voi adorate Trigoria.
«Sì, stiamo benissimo qui. E poi è pieno di romanisti».
Interviene il consigliere Contenta. «Questa famiglia rappresenta una splendida realtà, integrata benissimo. Purtroppo non è così da altre parti e altrove non c'è serenità nel giudicare episodi di violenza come questo che ha visto protagonista Ermir. Speriamo che in altri quartieri, come il Laurentino, vengano creati presti un campo, un teatro e tutte le strutture necessarie ai ragazzi».
Tornando a quel giorno, Ermir, hai avuto paura?
«No, mai. Forse giusto quando i dottori mi hanno detto quello che ho rischiato. Però io non ho mai perso conoscenza e sono sempre rimasto lucido. Parlavo e respiravo, cercavo di stare tranquillo».
Ora tornerai alla vita di tutti giorni cercando di dimenticare.
«Ci proverò».
In bocca al lupo.
«Crepi. E forza Roma».
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101699
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08/02/2009 19:17:58 |
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onore
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http://www.repubblica.it/2008/08/gallerie/fotofilm/fotofilm-giornata-23/6.html
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101657
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07/02/2009 11:58:35 |
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Onore a Mecs
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L'Intervista integrale del Corriere dello Sport al difensore giallorosso Philippe Mexes Philippe Mexes, cominciamo da domenica. Lei era tra i più arrabbiati per il pareggio di Reggio Calabria “Sì, per come si era messa la partita. Eravamo riusciti a ribaltare il risultato, dopo tre minuti del secondo tempo eravamo in vantaggio, su un campo in quelle condizioni e in un ambiente difficile. Vincere fuori casa in quelle condizioni sarebbe stata una grande dimostrazione di forza, l’esaltazione di un gruppo che, pur con tante assenze, stava portando a casa tre punti, con Okaka che ha fatto una grande partita da titolare. Tra tante difficoltà credo che stessimo giocando una grandissima partita. Sapevamo che con tanti palloni che loro mettevano in mezzo, potevamo correre qualche pericolo alla fine”. Chiariamo una cosa: lei si è arrabbiato con Loria per quell’errore? “Simone è un difensore di questa squadra come lo sono io. Non ho detto niente a Loria. Però ancora oggi dico che non ho capito quel cambio. Non perché è entrato Loria, ma perché è uscito centrocampista ed è entrato un altro difensore. A quel punto eravamo in cinque sulla stessa linea, non si capiva nulla e non riuscivamo a trovare la posizione. Io non discuto la sostituzione, è una scelta dell’allenatore che devo rispettare. Alla fine ci poteva pure stare…E comunque ci ha detto male, in fondo è anche un po’ colpa mia per quel rigore che si può fischiare oppure no. Io ho allargato il braccio, ma Corradi mi ha strattonato la maglia”. Poi domenica è tornato ed è andato in discoteca. Le va di parlarne? “Certo, ho preso una cintata in faccia, ecco, vede? Questi sono i segni che mi sono rimasti sullo zigomo. Una bella botta, poteva andarmi anche peggio, perché è proprio vicino all’occhio. Però in fondo non è rimasto gran chè. Ero stato in discoteca dopo una partita, il giorno dopo non ci sarebbe stato allenamento, avevo il permesso di mia moglie. Se ero fuori a quell’ora è solo perché il giorno dopo non dovevo andare a Trigoria. Aspettavo la macchina dei miei amici e stavo fuori. Sento uno che mi fa i complimenti. Era della Roma. Altri della Lazio dicevano altre cose e non erano complimenti. Poi uno mi ha mancato di rispetto in mezzo alla strada e ho reagito. So che ho sbagliato, ma non ce la facevo più. Qualche spinta, nessuna conseguenza, a parte questi piccoli segni. Ho sbagliato perché io avevo tutto da perdere da questa storia. Comunque ormai è acqua passata”. Cosa le è rimasto di questa storia? “Io penso che il fatto che fossero tifosi laziali non c’entra niente e che poteva succedere a prescindere dalla rivalità cittadina che a Roma è molto sentita. Credo che ci sia rispetto, dentro la discoteca ho salutato Zauri che è stato mio avversario nel derby. Ma io ho una famiglia e certe parole faccio fatica ad accettarle. Però non vorrei che succedesse un episodio simile con un altro calciatore, in questa vicenda il calcio c’entra marginalmente. A volte mi è capitato che i tifosi laziali mi abbiano fatto i complimenti, erano persone mature. In una discoteca possono esserci tifosi di altre squadre e una situazione del genere può capitare dovunque”. Mercoledì torna in nazionale, è stato convocato per l’amichevole contro l’Argentina. “È una grande vetrina internazionale, è una grande soddisfazione esserci in una gara così importante. Spero almeno di andare in panchina e avere un po’ di spazio. È un confronto con grandi campioni e anche la Francia è una bella squadra. Sarà una sfida super, come Italia-Brasile”. Nelle preconvocazioni c’era anche Menez. Secondo lei merita la nazionale maggiore? “Era nella lista dei primi trenta, poi ha avuto un piccolo infortunio e la Federazione è stata informata. Per me è pronto per avere una chance anche se nella Francia ci sono tanti attaccanti bravi. Ma avrà la possibilità di confermare quello che sta facendo con la Roma anche con la nazionale. Può are parte di questo gruppo che ha bisogno di qualche ricambio considerata l’età”. La Roma si è ritrovata e ora può sperare nel quarto posto, nonostante il pareggio di Reggio. Diciamo che va tutto un po’ meglio, il gruppo è lo stesso, la squadra si sta esprimendo bene nonostante gli infortuni. Siamo sempre lì per far vedere chi siamo. Abbiamo tanti giocatori di qualità e anche gli ultimi due arrivati si sono integrati molto bene. Potranno darci una mano. Di Motta avevo sentito parlare, Diamoutene lo conosco meno. Non vedo tante partite in tv. Non ricordo di averci mai giocato contro”. In Coppa Italia contro l’Inter alla fine ci sono state scintille con Ibrahimovic. Le sta antipatico quanto Nedved? “No, sono due giocatori molto diversi. Ibra è un bravissimo ragazzo, in campo può dare la sensazione di irridere l’avversario, ma alla fine sempre corretto. A Milano è venuto negli spogliatoi e ci siamo dati la mano. Non tutti lo fanno, è una prova di lealtà. Ho grande rispetto per lui e per il suo valore. In questo momento è l’attaccante più forte che gioca in Italia, anche se domani affronteremo un altro bravo, Milito”. Magari non ha i colpi di Ibrahimovic ma segna molto “Dentro l’area è molto pericoloso, fa sempre gol corre tanto e aiuta la squadra. Ha grandi qualità. Ma noi avremo Vucinic, Totti e Baptista”. Domani è uno spareggio per la Champions? “Anche se restano tante partite alla fine, quella contro il Genoa è molto importante. Loro sono tre punti avanti a noi e lottiamo per raggiungerli. È una di quelle partite che dobbiamo vincere a tutti i costi. All’andata siamo rimasti un po’ delusi per quella sconfitta. Se ci ripenso, c’è ancora amarezza. L’importante è non lasciare sei punti al Genoa. Domani dovremo ribaltare quella differenza, altrimenti vuol dire che meritano di stare davanti”. Il Genoa è una delle squadre rivelazione” “È una di quelle che gioca meglio. Sta dimostrandola sua compattezza. Ha un grande allenatore, i suoi uomini si trovano facilmente e giocano sempre palla a terra”. Tra meno di venti giorni la grande sfida contro l’Arsenal… “Non ci somno paragoni, la Champions è una competizione diversa. Sarà una grande partita, non c’è bisogno di caricarsi perché gli stimoli vengono da soli. Non vedo l’ora di esserci, ci pensiamo spesso a questa sfida”. A Wenger mancherà Fabregas. “Spero che manchino anche altri giocatori…A parte gli scherzi, spero solo che vinca la Roma”. Spesso in passato il suo nome è stato accostato a una squadra inglese. Ha mai pensato di fare un’esperienza in Premier League? “E’ un grande campionato, ma si può seguire in tv…è un calcio molto spettacolare, ma non mi stimola ad andare in un squadra inglese. Sto bene qui, mi piace vedermi con questa maglia”. Qualche settimana fa una sua intervista in Francia ha fatto molto discutere. Poi lei ha spiegato il suo pensiero. “Torno volentieri a parlare di questo argomento, per fare chiarezza. La mia volontà è quella di restare alla Roma. Sto bene, sono felice con i compagni, l’ho sempre detto, la storia del Milan è uscita sui giornali, io non ho mai avuto contatti con loro. Se poi una società come il Milan mi stimi non può che farmi piacere. Perché dire bugie? Però a volte noi calciatori dobbiamo sottostare alle decisioni della società. Io voglio restare, ma a volte nel calcio può capitare qualcosa che va al di là della volontà del calciatore. Una cosa vorrei chiarire, una volta per tutte. Se dovessi andare via non vorrei vivere una situazione come quella che ho vissuto quando ho lasciato l’Auxerre, con la Roma che è stata penalizzata per il mio trasferimento. Se dovessi andare via vorrei lasciarmi bene con tutti. Ma sto bene qui e farò la mia strada poter fare sempre il bene della Roma”. Qualcuno dice che lei abbia una sorta di rassegnazione, che con questa squadra non riuscirà mai a centrare trofei importanti. “Non è vero. Se così fosse non avrebbe senso stare qui. So che non possiamo vincere lo scudetto ogni anno, ma so anche che possiamo lottare con gli altri. Con il nostro spirito e con un pizzico di fortuna in più possiamo stare ai livelli di Inter, Juve e Milan. Da quando sono in Italia ho capito che siamo un po’ penalizzati rispetto alle altre squadre di vertice. Ma dobbiamo continuare a lavorare per mantenere la Roma in alto”. Anche suo figlio Enzo spinge per restare. “Lui è tifosissimo e il suo idolo è Aquilani. Dice che è amico suo. Dopo le partite glielo passo al telefono. Se la Roma vince, è felice per cinque ore di fila. Allo stadio viene ogni tanto con la madre e frequenta la scuola calcio dell’Ostia Mare. Farà sei ani a giugno, di solito preferisce giocare dietro, ma ogni tanto ha voglia di fare gol e va avanti. Mi diverto ad andarlo a vedere, e nei suoi occhi rivedo il mio entusiasmo di quando ho cominciato. Lo scorso anno giocava a tennis, poi ha voluto fare calcio. Gli piace far vedere che anche lui è arrabbiato dopo una sconfitta. Adesso segue tutte le mie partite in tv”. Come sono stati i suoi primi passi nel calcio? “Giocavo sui campi sotto casa, poi una volta sono andato con il fratello più grande di un compagno di squadra a fare un provino e mi hanno preso. Ma non sapevo neppure palleggiare.i ragazzini di oggi sono molto più avanti rispetto a noi. Io sono partito da zero. Nella scuola calcio di mio figlio c’è un ragazzino che è un fenomeno per come tocca il pallone. Forse la televisione aiuta i giovani di oggi a emulare i campioni. Anche nelle esultanze”. Ci racconta la sua dopo il gol al Napoli? “Spesso gioco alla Play Station con mio fratello Ludovic che sta in Francia. Interagiamo attraverso il computer. Ci sfidiamo a “Call of Duty”. Ci troviamo lì, la sera, con le cuffie. Quella settimana mio fratello mi disse: ‘Se fai gol devi esultare mimando la pistola’. A dire il vero avevo paura della reazione dei tifosi del San Paolo, ma è durata poco. Ludovic ha 33 anni, mi segue…da fratello. Vede le partite in tv e mi chiede se mi sono fatto male dopo uno scontro con un avversario”. I tifosi apprezzano la sua romanità. “A Roma mi sono sempre sentito come a casa, l’ambiente è simile a quello che ho lasciato a Tolosa, Francia del sud, la gente è calda e simpatica come da voi. E poi Roma è una delle città più belle del mondo. Trovarsi male a Roma è difficile. Il calcio qui da voi è più importante, hai più pressione addosso. Ma è bello anche così e ti fa amare Roma anche di più. Mi è dispiaciuto per la contestazione dei tifosi a inizio anno, ho rivissuto i momenti brutti di quando sono arrivato. Abbiamo cercato di ribaltare la situazione il più presto possibile. Il calcio a Roma è così, se non vinci è dura, ma non potevamo stare a quei livelli”. Ci racconti quello che pensa del caso Panucci “Per me Christian è una grandissima persona. Certo, ha sbagliato, ha commesso un errore nei confronti del gruppo, fare una cosa del genere è inaccettabile. Si può sbagliare, ma lui è uno che mette la faccia sempre. Parla per la squadra e si prende la sua responsabilità. Ha il mio sostegno, lo apprezzo come persona e come calciatore. Mi ha sempre fatto vedere che ha sempre risposto presente alla grande”. Come lo vede in questi giorni? “E’ un po’ amareggiato, ma non voglio parlare al posto suo. Penso che sia dispiaciuto per quello che è successo. Il fatto che sia rimasto fuori dalla lista Champions è stata una brutta botta anche per noi. Non ce lo aspettavamo. Ma certe decisioni si prendono ad alti livelli, spettano all’allenatore e alla società. Anche io quando vengo squalificato pago le multe, eccome se le pago! Peccato che tutti quei soldi non vadano in beneficenza, sarebbe più bello pagare”. L’ultimo pensiero, la finale di Champions League a Roma. “Non puoi pensarci, quando vedi la coppa con il Colosseo sullo sfondo ti vengono i brividi. È importante non farci condizionare. È un sogno che avevo da bambino. Ci siamo, ci aspetta l’Arsenal, è ancora tutto in palio e ce la giocheremo fino alla fine”.
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101389
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03/02/2009 20:17:47 |
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onore....
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I capricci di Hefner a Sanremo Vuole l'harem con 40 playmate Si parla di una suite con idromassaggio, finte cameriere vestite in latex, chili di viagra e stimolanti
SANREMO - È già fermento nella Città dei Fiori per l'arrivo, la sera del 20 febbraio, di Hugh Hefner e delle sue conigliette, in occasione del Festival della Canzone di Sanremo. L'ottantaduenne fondatore di Playboy, infatti, come riporta il magazine «Metropolitan Post», avrebbe richiesto ai suoi personal manager di prenotare un intero albergo per potervi portare il suo harem di 40 playmate. Un intero albergo di bellissime che sicuramente mobiliterà l'attenzione di gossippari e fotografi. I giornali gossip vociferano di mirabolanti richieste del mago del sesso.
LE PRESUNTE RICHIESTE - Si parla di una suite con idromassaggio pirotecnico, di finte cameriere vestite in lattex, chili di viagra e stimolanti vari. Pare che Hefner pretenda dagli organizzatori esclusivamente cuochi donne che cucinino solo per lui e il suo harem ricette ad alto tasso erotico prescritte da un mago della sessuocucina usa. Cibi afrodisiaci come condimenti a base di peperoncino, ostriche e molluschi, zafferano, cioccolato azteco, nonché cocktail sesso-energetici come il Seven Tiki a base di bucce d'arancia spruzzate sul fuoco di una candela per esaltare il profumo del rum. L'inventore delle sexy riviste non ha paura di essere accusato di sessismo. «Le femministe - ha detto al periodico People - spesso sono carenti di sesso, da lì viene la loro durezza». I motivi per fare ricorso a uno stimolante sicuramente non mancano.
L'ALBERGO - Recentemente separatosi dalle sue compagne Holly Madison, Bridget Marquart e Kendra Wilkinson, star, insieme a lui, del format tv «The Girls Next Door'», Hefner, rimasto single solo per due settimane, ora vive nella sua leggendaria villa a Los Angeles con tre nuove splendide ragazze: la 22enne Crystal Harris e le gemelle 19enni Karissa e Kristina Shannon. Per il suo harem di splendide bionde playmate, la schiera di amici e, soprattutto, amiche, rigorosamente giovanissime nonché la squadra di dipendenti, tra maggiordomi, cuochi, stylist, truccatrici, segretarie e personal manager, Hefner avrebbe in mente di consolarsi proprio a Sanremo del mancato storico party che normalmente organizza per il SuperBowl e che quest'anno avrebbe dovuto tenersi il 31 gennaio. Top secret il nome dell'albergo su cui Mr Playboy avrebbe riposto la sua attenzione: i più papabili sarebbero il sontuoso Hotel Royal e l'Hotel Nazionale, da sempre prediletto dai cantanti e dai vip della manifestazione canora. Certa è la passione di Hefner per l'Italia, che scelse il 1' giugno 2006 per celebrare il suo ottantesimo compleanno, alla presenza di oltre 400 invitati tra cui Valeria Marini. La scelta ricaduta sulla Città Eterna non fu casuale.
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101385
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03/02/2009 18:53:40 |
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onore a panucci...
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ROMA -Gli ingredienti per scrivere un lieto fine, romantico al punto giusto, c'erano tutti. Come in ogni storia che si rispetti avevamo a disposizione un protagonista, degli antagonisti, delle prove da superare, dei momenti topici, ma soprattutto avevamo a disposizione l'elemento cardine di ogni favola: l'amore. Quello che, di solito, trionfa e fa scendere una lacrima di commozione sul viso. E anche questa storia, che ha per protagonista un calciatore, Christian Panucci, e un antagonista Luciano Spalletti, dopo varie vicissitudini sembrava destinata allo smielato lieto fine. "Panucci è restato a Roma per l'amore dei tifosi" aveva gridato il fratello del giallorosso. Favola finita? L'amore ha fatto il suo dovere? No. Innanzitutto perchè una vicenda di calciomercato non è quasi mai una favola: solitamente non è l'amore che trionfa nella compravendita di giocatori, non è l'affetto che vince sui milioni, bensì sono i soldi, i tantissimi soldi ad uscirne quasi sempre vincenti e trionfatori. Anche se qualche inguaribile romantico che non la pensa così c'è ancora. In secondo luogo non è una vicenda conclusa perchè Phil Brown dg dell'Hull City, il club che ha inseguito in questi ultimi giorni il savonese, ha rilasciato scottanti dichiarazioni:"Era una trattativa difficile -ammette il dirigente all'Hull Daily Mail -perchè era tutta una questione di denaro, e quindi sarebbe stato un affare fatto per le ragioni sbagliate. Noi eravamo pronti a farlo, a buttarci comunque, ma poi sono venuti fuori troppi agenti di Panucci che volevano soldi (letteralmente: 'volevano mangiare gli avanzi' ndr)". Il quotidiano inglese informa inoltra che sabato scorso il difensore si è recato nella regione inglese per sottoporsi alle visite mediche di rito e per accordarsi con i vertici del club circa il trasferimento in terra britannica. Panucci però, di ritorno in Italia, non ha trovato intesa con la Roma per la sua buonuscita. A far saltare del tutto l'affare, che gli inglesi davano quindi per fatto, ci hanno pensato poi i numerosi agenti di Panucci. Money, money, money: una normale vicenda di calciomercato. Fine.
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