martedì 3 settembre 2013Condividere la stessa donna è un peccato di omosessualità?
« Illustrissimo Sig. Moreno, sono un buon cattolico praticante e devoto, sposato da due anni con Orietta, anche lei credente e devota. Io ho 27 anni e mia moglie 25, e, per ora, non abbiamo figli. Il nostro matrimonio è quanto di più ben riuscito: ci amiamo teneramente e siamo molto affiatati. Da circa un anno, però, nel nostro ménage si è inserito Fulvio, un mio amico d'infanzia del quale posso dire che ci sentiamo come fratelli. Fulvio non ha ancora trovato la sua anima gemella, ed è stato proprio il fatto di vederlo così solo e un po' triste che ci ha indotti a proporgli di partecipare alla nostra vita famigliare. Dapprincipio veniva spesso a cena da noi, si mangiava in compagnia e poi guardavamo una partita alla TV, ma, una sera, dopo che lui era andato a casa, Orietta mi ha detto che si stava affezionando a Fulvio e che aveva pensato di invitarlo ad unirsi più intimamente alla nostra vita coniugale, dato che era solo. È stato così che, dopo averne a lungo discusso tra di noi, abbiamo combinato di trattenere Fulvio a casa nostra dopo la solita cena. Con la scusa che faceva caldo ed eravamo tutti sudati, gli ho proposto di farsi una bella doccia rinfrescante nel nostro bagno. Quando è stato sotto il getto d'acqua, Orietta si è intrufolata, e gli ha chiesto se voleva che lei gli insaponasse la schiena.
Bhé, la faccio breve: quella notte Fulvio è stato con noi e abbiamo fatto l'amore tutti insieme, e dopo di allora quasi tutte le volte anche Fulvio partecipa ai nostri amplessi. Preciso però che Orietta riceve solo me nella vagina, perché quello è il genere di accoppiamento che è rigorosamente riservato ai coniugi, come la Bibbia prescrive e io ho imparato che c'è questa regola leggendo il blog. Perciò Fulvio si accoppia solo nell'ano o nella bocca. Anche con questo limite, ci divertiamo tantissimo. La nostra posizione preferita è quella che chiamiamo "spiedino": Orietta si mette a pecorina, e riceve contemporaneamente tutti e due, uno da tergo (in vagina o nell'ano) e l'altro nella bocca. Un'altra posizione che pratichiamo spesso è composta mettendomi io sdraiato sul letto, Orietta mi monta a cavalcioni e riceve il mio membro nella vagina, mentre Fulvio la penetra da dietro nell'ano.
Ed è proprio questo il punto che mi ha fatto venire qualche dubbio, e che mi ha indotto a scrivere a voi Illuminati per avere un saggio consiglio che mi permetta di non uscire dal sentiero del Signore Gesù. Succede infatti, che in questa posizione, io senta una stimolazione fortissima al punto che non mi muovo neppure, ma lascio che sia il membro di Fulvio, che sento premere contro il mio attraverso le sottili pareti della vagina e del retto, a sfregare avanti e indietro sul mio glande, finché non raggiungo l'orgasmo sborrando come un cavallo.
Ora, quello che vorrei capire è: non sarà per caso che questo tipo di stimolazione raffiguri un rapporto omosessuale? È possibile che io stia commettendo un peccato contro natura permettendo a Fulvio di eccitarmi con lo sfregamento del suo pene sul mio (sia pure attraverso le budella di Orietta)?
La prego tanto per il Sacro Cuore di Gesù, Sig. Moreno, mi liberi da questo dubbio atroce. Lei è un Santo. Grazie di quello che potrà fare per aiutarmi.
Che Dio la benedica sempre, suo Danilo »
Caro Danilo, buon fratello in Cristo, la generosità e l'altruismo che tu e Orietta operate con amore cristiano onora voi e rende lode al Signore.
Io non ravviso alcunché di sbagliato nel modo in cui vi comportate, nel corso dei vostri amplessi di gruppo. Ovviamente do per scontato che siate sempre ben attenti a non spargere il seme, che, come tante volte ho ribadito, è un peccato odioso al Signore Iddio.
Ma vediamo con maggior precisione cosa dicono le Scritture al riguardo.
Io e gli altri fratelli Illuminati abbiamo studiato a fondo questo problema trovando quanto segue.
Famosa è la condanna che Dio inflisse alla città di Sòdoma, dopo che i suoi abitanti si resero responsabili di un grave tentativo di aggressione nei confronti di due angeli inviati dal Signore. I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra. E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada». Quelli risposero: «No, passeremo la notte sulla piazza». Ma egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere gli azzimi e così mangiarono. Non si erano ancora coricati, quand'ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sòdoma, si affollarono intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!». Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di sé, disse: «No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all'ombra del mio tetto». Ma quelli risposero: «Tirati via! Quest'individuo è venuto qui come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a loro!». E spingendosi violentemente contro quell'uomo, cioè contro Lot, si avvicinarono per sfondare la porta. Allora dall'interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa Lot e chiusero il battente; quanto agli uomini che erano alla porta della casa, essi li colpirono con un abbaglio accecante dal più piccolo al più grande, così che non riuscirono a trovare la porta. Quegli uomini dissero allora a Lot: «Chi hai ancora qui? Il genero, i tuoi figli, le tue figlie e quanti hai in città, falli uscire da questo luogo. Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandati a distruggerli». Lot uscì a parlare ai suoi generi, che dovevano sposare le sue figlie, e disse: «Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il Signore sta per distruggere la città!». Ma parve ai suoi generi che egli volesse scherzare. Quando apparve l'alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: «Su, prendi tua moglie e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere travolto nel castigo della città». Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città. Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!». Ma Lot gli disse: «No, mio Signore! Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato una grande misericordia verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. Vedi questa città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù - non è una piccola cosa? - e così la mia vita sarà salva». Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato. Presto, fuggi là perché io non posso far nulla, finché tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si chiamò Zoar. Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar, quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. (Genesi 19,1-25).
Ma a cosa fu dovuta la distruzione di Sodoma e Gomorra? Dio volle punire gli abitanti perché commettevano il peccato di omosessualità? Non sembra che un peccato di così lieve entità potesse giustificare una punizione tanto severa. In realtà, gli abitanti di Sodoma si erano resi colpevoli di ben altre offese verso Dio: idolatria, ribellione, profanazione della sacralità dell'ospite, oltraggio e violenza. È l'ingenua tradizione popolare che, interpretando senza cognizione né scienza la Bibbia, ha esaltato questo solo aspetto il quale, invece, è del tutto secondario.
Perciò come primo punto va stabilito che il peccato di omosessualità è, se pure c'è, veniale.
Si ravvisa questo peccato nel tuo comportamento?
Nella Bibbia leggiamo queste prescrizioni: Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è cosa abominevole. Non rendetevi impuri con nessuna di tali pratiche, poiché con tutte queste cose si sono rese impure le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi. Chiunque praticherà qualcuna di queste abominazioni, ogni persona che le commetterà, sarà eliminata dal suo popolo. (Levitico 18,22;24;29). E ancora: Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte: il loro sangue ricadrà su di loro. (Levitico 20,13).
Dunque vediamo bene in dettaglio. "Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna": non è il tuo caso. Né è il tuo caso che tu abbia rapporti con un uomo come con una donna. Il tuo caso è che tu hai rapporti con una donna (tua moglie, dunque perfettamente leciti) e, accidentalmente, nello stesso tempo anche il tuo amico Fulvio ha rapporti con la stessa donna. Non c'è proprio alcun accenno, in tutte le Scritture, ad una proibizione di questa peculiare situazione. Pertanto possiamo ritenere che sia del tutto ammessa.
Inoltre, sempre nella Bibbia si trovano diversi passi che esaltano l'amore tra maschi. Per esempio, si descrive la relazione affettiva tra Davide e Gionata in questi termini: L'animo di Gionata si legò all'animo di Davide fino ad amarlo come se stesso. (1 Samuele 18,1). Tant'è che Davide, alla morte di Gionata esclama: Il tuo amore per me era più meraviglioso dell'amore delle donne. (2 Samuele 1,26).
Quindi caro Danilo, la conclusione è che quanto stai facendo va benissimo e non ti allontana di un passo dalla Via del Signore. Continua così, a godere della tua bella amicizia con Fulvio e tutt'e due dell'amorosa partecipazione di Orietta.
Ti abbraccio in Cristo, tanta benedittanza a te, Orietta e Danilo, vostro Moreno
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