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Covid19, l’androgino ermetico, il vaccino RNA e la morte dell’ultimo rinoceronte bianco
Se il mondo prende una piega delirante, dobbiamo assumere un punto di vista delirante Jean Baudrillard
I - Cesco e l’onomanzia Francesco Ciapanna era un personaggio come non se ne fanno più. Un editore di successo decisamente sui generis. Negli anni settanta si era costruito un piccolo impero editoriale fondando la rivista Fotografare, che è stata, per almeno un decennio, la più autorevole rivista fotografica italiana. La casa Editrice di ‘Cesco’, la CescoCiapannaEditore, oltre alla rivista pubblicava anche libri, di fotografia e di altro. Infatti Ciapanna non si occupava solo di fotografia, ma sempre di più nel corso degli anni, scriveva anche ellittiche analisi di Onomanzia, una disciplina semiotica che si era quasi completamente inventato, o volumi sull’Aids, sulla Marijuana e ‘des choses cachées’. Per Cesco Ciapanna l’uomo era stato derubato della sua dimensione magica, e gli artefici di questo furto avevano imprigionato l’umanità all’interno di segni e codici che erano intellegibili solo a quest’ultimi. E a ‘Cesco’. Fotografare era una rivista molto autorevole che vendeva alla grande, una vera e propria bibbia del settore fotografico, piena di analisi e specifiche tecniche impeccabili che ne facevano una guida fondamentale per chiunque si occupasse del settore. Fino alle ultime due pagine, quelle che contenevano i ‘deliri’ onomantici di Ciapanna. La lettura della raccolta completa di queste ‘due pagine’ è una delle esperienze più bizzarre che vi possono capitare, e pensare che queste riflessioni deliranti fossero inserite in una rivista leader di un settore tecnico come la fotografia, una rivista che vendeva un bòtto di copie in tutta Italia, è ancora più sorprendente. Gli scritti di Cesco hanno fatto saltare i nervi al Rabbino Capo di Roma, al Cicap e perfino alla 3M Company (Minnesota Mining and Manufacturing Company), per dirne solo tre. Francesco Ciapanna, per come lo vedo io, è stata una persona notevole che aveva capito una serie di cose che appartengono ad un livello che non è quello dato, ma anche uno che alla fine si è fatto inghiottire dal labirinto di segni del Mentaculus che costantemente cercava di mettere in ordine. Restano a noi, dai suoi scritti, una formidabile visione enigmistica delle cose; uno strepitoso vocabolario fatto di 'puzze', 'piscio-fiche' e ideogrammi cinesi; una curiosa e rivelatrice serie di coincidenze ‘onomantiche’ e la ricorrenza di codici riconoscibili negli eventi più significativi della nostra storia, per tutti il famigerato codice 9-2, nelle varie mutazioni gematriche: 9-2, 9-11, 11, 1-1. Da un anno a questa parte mi sono trovato spesso a pensare a Francesco Ciapanna, provando a immaginarmi uno come lui di fronte al gigantesco arazzo di segni portato da questa pandemia Covid19. Questa volta non sarebbero bastate le due pagine finali di Fotografare, e mai come ora ci sarebbe stato più bisogno di una lettura diversa e delirante del flusso di numeri, definizioni, coordinate geografiche ed eufemismi di questa pandemia fatta quasi esclusivamente di grafici e delle opinioni baritonali dei tromboni della virologia; so, per certo, che il fatto che l’epicentro mondiale di questo evento, il più significativo e totale della nostra storia, sia un paesino, anzi due piccoli paesi attaccati a formarne uno, che si chiama Alzano-Nembro, non sarebbe sfuggito a Cesco Ciapanna: Alzano-Nembro è decisamente degno di attenzione onomantica.
II - Alzano membro La peste moderna, la pandemia, ha avuto il suo epicentro in Italia. E’ un fatto. Come ho già scritto, la Cina sembra essere stata semplicemente l’incubatrice del virus, ma il Covid19 è un evento che è stato fatto partire in Italia, in un’area geografica che soddisfa una direzione artistica di chiara ispirazione manzoniana. L’arti-star cinese Ai Wewei ha sintetizzato molto bene la cosa in una sola battuta, celeberrima: ‘Il Virus è come la pasta: l’hanno inventata i cinesi ma gli italiani l’hanno diffusa nel mondo’. Il virus come la pasta. Ma perché per questo evento di ingegneria sociale è stato scelto come epicentro proprio l’italia? Perché il Manzoni? Per capire come è stata ambientata questa cosa e spiegarne la genesi bisogna intanto guardare dalla parte opposta e chiedersi: dove ci porterà questa pandemia? Quali effetti deve produrre? Un reset come quello che stiamo vivendo ha una portata talmente enorme che difficilmente può essere indirizzata verso un unico obiettivo, e le finalità di questa accelerazione storica sono sicuramente disposte su una serie praticamente infinita di livelli, da quelli più profondi, antropologici, ai livelli intermedi, legati alla ristrutturazione socio-politica, fino ai livelli più superficiali, che riguardano la fenomenologia dei comportamento e dei costumi sociali. E’ ovvio che oltre a tutto l’eccetera relativo alla riorganizzazione economica in funzione globale, che probabilmente vedrà la fine delle valute per come le conosciamo; oltre al controllo sociale derivante dai tracciamenti sanitari e da una notevole stretta alla circolazione libera delle persone sul globo; oltre alla disconnessione delle persone dalle persone in funzione della realizzazione di un gregge granulare di singoli dove ‘uno vale uno’, come dice l’iniziato Grillo; oltre alla disumanizzazione dei comportamenti e al declino dell’empatia, deve esserci qualcosa che agisce ad un livello più profondo, qualcosa connesso con la necessità, per gli ‘atrtefici’, di poter accedere direttamente al DNA di ogni-singolo-cittadino-del-mondo tramite una vaccinazione di massa che non ha precedenti nella storia. Se, ad un livello più profondo, questa pandemia serve ad un reset anche antropologico/evolutivo, oltre che culturale, sociale e politico, della razza umana, un reset utile alla creazione di un gregge umano, disciplinato, granulare e controllabile, ecco che mettere le mani direttamente nel DNA di ogni-singola-persona-sulla-faccia-della-terra può essere semplicemente l'unico modo con il quale si potrebbe togliere dalla circolazione l'ormone che è incompatibile con i livelli di mansuetudine necessari alla realizzazione di questo gregge: il testosterone. Perché, chiedetelo a un pastore sardo, un gregge non si fa con i montoni, ma con le pecore, ‘Perché, quando una bestia non si fa lavorare e si tiene soltanto da monta, gli piace distruggere’ scriveva Cesare Pavese, e in un futuro in cui il lavoro verrà svolto sempre più dalle macchine sarà conveniente disfarsi di questa forza distruttiva e muscolare. C’entra qualcosa, quindi, questa vaccinazione di massa con la fertilità maschile? Questa guerra di cui sentiamo tanto parlare è una guerra al coronavirus o al testosterone? La realtà è che la Pandemia naviga in un mare di segni che hanno proprio a che fare con la fertilità maschile, e sarebbe per un giro beffardo delle cose se la manifattura dell’arma terminale contro il testosterone venisse dalla stessa Pfizer che per decenni ha fatto letteralmente ‘alzare il membro’ ai maschi di tutto il mondo con una pillolina blu. Del resto, se devi fare una guerra al testosterone, al maschio bianco, forse ti conviene davvero partire dalla terra dei Latin Lovers, l’Italia, perché un vecchio adagio recita proprio: Italians Do It Better. E’ un luogo comune, è il luogo simbolico da cui partire. Zoomando ancora sulla mappa della pandemia si arriva all’epicento vero, Alzano-Nembro (Alzano-Membro), è qui che la pandemia ha picchiato più forte.
III - RenSo e Lucia Se, semplificando, si può controllare il mondo dividendolo in quadratini che contengono altri quadratini, sempre più piccoli, che sono strutture piramidali inserite in più grandi strutture piramidali che si chiamano Massoneria, lo si dovrà fare tenendo insieme tutti questi quadratini con una narrazione fatta di simboli incomprensibili ma universali, che possano parlare a tutti senza dire niente, con un tono ancestrale e cementando poi tutti quei quadratini con il collante di un segreto condiviso. E’ la narrazione ermetica, e proprio al centro di questa narrazione massonica c’è questa cosa del ‘processo di individuazione’: la ‘Grande Opera’ alchemico-filosofica, un percorso per il raggiungimento della ‘doppia cosa’, l’unione degli opposti: l’androgino ermetico o Rebis, il cui simbolo è una Y. Questo che filosoficamente viene proposto come un percorso formativo individuale sembra di più la bozza di un progetto su scala planetaria, in cui l’adepto non è un uomo, ma l’Uomo, inteso come razza umana, la cui trasmutazione, attraverso le fasi alchemiche, porta alle Nozze Chimiche, cioè l’unione del maschile con il femminile per la creazione dell’uomo nuovo testosterone-free, guccificato. Il sigillo di questo processo di individuazione (che sembra più un processo di individualizzazione), il simbolo dell’opera compiuta è l’Ouroboros: il serpente che circoscrive una terra ormai conquistata*[1]. Uno dei testi esoterici che racconta questo processo è ‘Le nozze Chimiche di Christian Rosenkreutz’ (1459), un testo sfacciatamente esoterico, si potrebbe dire essotericamente esoterico, quanto lo è il nome stesso dell’autore, il leggendario fondatore della confraternita dei Rosa+Croce. Ma la stessa storia delle nozze chimiche vive in modo più nascosto ed esoterico anche nel più grande romanzo storico italiano, ambientato nella grande peste del 1629-1631, I Promessi Sposi. Non sto a spiegarvi perché I Promessi Sposi sono assimilabili ad un testo ermetico dove i parametri delle Nozze Chimiche di Christian Rosenkreutz vengono rovesciati e Re e Regine diventano popolani, Rosenkreutz (Rosen) diventa Renzo (Renso anagramma Rosen) che poi è il Sole (Fermo) principio maschile, che, attraverso fasi si unisce con la Luna (Lucia, è la versione femminile del latino Lucius, che significa “Luminoso”, da lux, luce. Manzoni ne descrive l’acconciatura fermata da radiosi spilli d’argento -il metallo della Luna- come raggi di un’aureola -cfr. “I Promessi Sposi”, capitolo II-), e come queste ‘nozze chimiche’ siano in realtà una trama (Tramaglino) per la conquista del mondo (Mondella). Fatevelo spiegare da Sebastiano B. Brocchi: ‘Le Nozze Chimiche di Renzo e Lucia Cenni di esoterismo manzoniano’, una breve nota che è in rete. Ambientare la pandemia nelle stesse locations dei Promessi Sposi, quindi, oltre a generare un meme ovvio Pandemia/Peste, ha un senso anche da un punto di vista ermetico, perché le nozze chimiche si faranno proprio nei pressi di un lago a forma di Y, come il Rebis, come il cromosoma della differenziazione sessuale. L’Italia, poi, ha un significato ancora maggiore, inquadrando la guerra al Coronavirus come una guerra al Testosterone, al maschio bianco inutilmente muscolare, perché l’Italia, come abbiamo detto, è simbolicamente proprio la patria del maschio bianco, inteso come amante latino, quindi testosteronico, quindi tossico. E’ interessante notare come nell’ormai famoso Albo di Asterix n°37 del 2017 (uscito in tutto il mondo in data 19/10 -codice 9-2-), l’albo ormai celebre per le coincidenze con cui, in un certo senso, predice il Coronavirus, albo di cui si è stra-parlato durante la prima fase della pandemia, e’ interessante, dicevo, che in questa storia di Asterix, la Corsa d’Italia alla quale partecipano tutte le nazioni del mondo parta proprio da Monza (Manzoniano come il vero Coronavirus) e la gara vede tra gli sfidanti un personaggio mascherato che si chiama Coronavirus, che per Asterix e Obelix è il nemico da battere, che alla fine, tolta la maschera, si rivelerà essere il romano Testus Sterone**[2]. Evidentemente il Coronavirus non è che una maschera, il vero nemico da combattere è in realtà il testosterone. E’ altrettanto notevole che negli stessi giorni in cui iniziavano le vaccinazioni di massa nel mondo intero, il 20 Dicembre 2020, Google se ne usciva con il doodle dedicato all’ultimo rinoceronte MASCHIO BIANCO, morto ed estinto, che in realtà era già morto a Marzo del 2018. Così, tanto per inserire il concetto dell’estinzione del Maschio Bianco nell’inconscio collettivo e farci familiarizzare con la cosa ad un livello profondo; tutti i giornali poi hanno seguito il doodle e pubblicato articoli sull’estinzione dell’ultimo rinoceronte Maschio Bianco, che il rinoceronte poi, lo sanno tutti, è il più sfacciato dei simboli di fertilità, il cui corno, fallico, viene cacciato ed estratto per i rituali di fertilità legati, ovviamente, alla virilità maschile. Il Post di Luca Sofri, lo stesso giorno del Doodle, se ne esce con un articolo dal titolo ’Sudan era un rinoceronte come non ce ne sono più’, giocando apertamente con l’adagio che recita ‘uomini come una volta non ce ne sono più’, come se non fosse abbastanza chiaro il nesso Rinoceronte=Maschio Bianco (ancora, testosterone), e ripeto: Sudan, il rinoceronte in oggetto non era morto il giorno prima, ma più di due anni prima, a Marzo del 2018. Si tratta evidentemente di un meme da inserire nell’inconscio collettivo, sempre secondo la procedura del giornalismo magico, quella narrazione, cioè, che parla direttamente all’inconscio della massa, in modo subliminale e indiretto (ahimè, non faccio che contribuire alla diffusione di questi meme ***[3]). Che poi subliminale nemmeno tanto nel caso del Post di Luca Sofri, a cui questo giochino del rinoceronte Maschio-bianco piace così tanto che il 7/1/2021 pubblica un secondo articolo sul caso dell’estinzione di Sudan dal titolo ‘Cosa fai tutto il giorno quando la tua specie si è estinta’ con una foto delle femmine di rinoceronte bianco ancora ben vive e vegete (non una di meno), che si riprodurranno con il seme congelato di Sudan in procreazione assistita, come le donne dei secoli a venire. L’articolo dice che la vita senza Sudan non è poi così male, in fondo, più tranquilla. Poi c’è Paolo Mieli, che il 23/11/2020, a OttoeMezzo, dalla Gruber, se ne esce con quel ‘se fossi in età di far figli ci penserei due volte prima di farmi vaccinare’ che curiosamente, ancora una volta, mette in relazione Vaccinazione con Fertilità maschile, chissà perché. Inutile far notare che contemporaneamente a tutto questo è nato il movimento #METOO per la liquidazione del ‘maschio tossico’, nato proprio da una rosa (Rose McGowan), se non fosse chiaro che certi cambiamenti hanno tutti una matrice comune: quella. Ecco che forse anche il fatto che la pandemia Covid19 sia nata ed abbia picchiato duro proprio nel suo epicentro di Alzano-Nembro, che suona proprio Alzano-Membro, diventa una cosa significativa, come significativi sono i vari lapsus giornalistici sul nome Nembro/Membro da parte dei quotidiani nazionali, ne cito un paio: l’articolo di Reuters dal titolo ‘Covid, Gdf acquisice atti a Ministero Salute in inchiesta Bergamo’ che potete verificare in rete, dove Alzano-Nembro diventa Alzano-Membro cit.:’…All’inizio le indagini si erano concentrate sulla mancata imposizione della zona rossa nei comuni di Alzano e Membro e sulla mancata chiusura dell’ospedale di Alzano, focolaio di una infezione che ha reso la provincia di Bergamo la più colpita d’Italia nella prima ondata…’, oppure Radiolombardia.it articolo del 17/giugno/2020: ‘Zona rossa di Alzano e Membro, tra Governo e Regione Lombardia un balletto da terza elementare…’, lapsus/typos, se intenzionali o meno, poco importa. Sicuramente significativi, onomantici: ceschiani.
**[2] Interessante il fatto che nell'albo di Asterix citato, Coronavirus viene introdotto come 'il Campione dalle MCDLXII vittorie'. Nel 1462 (MCDLXII) Costantinopoli era caduta. I musulmani turchi dilagavano in Europa, minacciando tutto il mondo cristiano. Dalla Transilvania si levò a difesa della chiesa un cavaliere romeno del Sacro Ordine del Dragone, Vlad Ţepeş conosciuto anche con il nome di "Draculea". Anche il Coronavirus di Asterix scaturisce da origine draculea ('viene' dalle MCDLXII vittorie, data in cui 'Dracula' sconfisse Maometto in Valacchia), quindi, come la vera pandemia del Coronavirus che la narrazione vuole provenire da un pipistrello. Oltre a questo riferimento al 'salto' virale avvenuto via pipistrello, nell'albo c'è anche un'altra coincidenza: Coronavirus, dichiarata la propria vera identità come Testus Sterone, tolta la maschera, mostrerà inconfondibilmente le fattezze del pilota francese Alain Prost. Coronavirus è quindi francese, come l'altro Coronavirus: il/la Covid19, che secondo Luc Montagnier e Jean Bernard Fourtillan è stato modificato all'istituto Pasteur di Parigi. Il laboratorio di Wuhan è infatti nato per una collaborazione franco/cinese, con un know-how tutto francese, proveniente direttamente dall'Istituto Prost, pardon, Pasteur (Preaust) di Parigi.
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