Noi felici pochi. Revisionisti. Questo siamo. Disillusi e anacronistici quanto si vuole ma pur sempre figli di un Dio che anche se minore detta le sue leggi folli. Revisionisti e passati di moda, mai svenduti alla logica dei tempi, ancorati ai sogni che ricordiamo a memoria e che volentieri rivivremmo uno a uno. Questo conto alla rovescia fagocita ogni slancio di passione, ogni impulso scaltro d'insana e gioiosa pazzia, quella stessa ardua salita che ci portava a vincere poco ma a vivere, lo si tenga bene a mente, molto e a testa alta. Revisionismo puro e rivoluzione ferrea, quella che ci porta a marcar visita oggi per un domani dove il senso di libertà è reale e non fittizio. Una coriacea e perseverante credenza, un tracciante di idee, vite e uomini votati alla beata solitudine ma anche qualche punto di scontro che ancora facciamo nostro per lasciare un segno a chi verrá ostentando il nome di una città e della sua gente. Noi siamo quella gente, presente senza luci della ribalta e lontana dalle logiche di potere. Incapace di accettare tessere e tesserini che nella nostra visione del mondo e della vita rappresentavano il nemico. Noi avevamo una sciarpa, se occorreva un berretto, sul volto e nel cuore una bandata tinta unita, i tesserini non fanno per noi. Leggete bene...e cercate di comprendere. La museruola che ci è stata messa è una gogna insopportabile e cialtrona. Lo stadio detronizzato del suo riferimento migliore, settori ospiti vuoti e tante pancie sudicie piene. Inquadrati. Ci hanno omologato senza chiederci il permesso di calpestare storia e sentimento, libero arbitrio e passato gonfio d'orgoglio. Noi nati per vivere in antitesi al potere costretti a scendere a patti con esso. Per alcuni di noi una castrazione inaccettabile. Cosa cazzo vi esultate ora? L'osso lanciato è invitante e succulento solo per gli sciacalli senza onore che dimenticano amici e fratelli di sventura. La "As Roma Away" è l'ennesima trovata bislacca e priva di valori ultras che ci poteva esser vomitata addosso. Ci stanno ancora comprando, consapevoli che i ventimila in trasferta sono un indotto irrinunciabile per aziende quotate in borsa che versano capitale sociale e ricapitalizzano all'occorrenza. Gli stadi sono cattedrali vuote che hanno dapprima svuotato e ora a comando vogliono riempire. Impensabile, almeno per noi. Le nostre cicatrici non accettano lo scambio. I verbali mai firmati, le accuse respinte e gli amici difesi meritano rispetto. Mentre qualcuno voleva metterci la scure dell'odio in mano siamo rimasti saldi ai posti di combattimento. Le nostre uniche armi, sogni e passione. Con quelle proveremo a resistere. Non è molto ma ci proveremo, senza codici a barre, senza fidelity card, senza voucher e senza "Away"...convinti che solo non tesserandoci mai rimarremo noi stessi. La Roma ci sarà privata come e forse più di prima, la nostra Roma tolta a chi la vive e l'ha vissuta con intensità imprescindibile. Ma se il senso di coerenza ci regala ancora il suo profilo migliore allora vuol dire che la strada è quella giusta, giusta e unica da percorrere.
Ai Fratelli ribelli di ogni dove, il nostro credo, il nostro rispetto, la nostra fedeltà.
Tempi Duri Roma
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