Anno di fondazione dell'ASR
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BOC User
07/04/2012 15:29:26
HAHAHAHAHA ONORE A OSVARDO
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BOC User
06/04/2012 13:50:19
ONORE A NED STARK
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BOC User
05/04/2012 17:57:30
onore a giuly
Ludovic Giuly, ex giallorosso, ha così parlato alla trasmissione 'I signori del calcio' della sua esperienza nella capitale:

Spalletti

Spalletti mi chiamò dicendo che avrebbe voluto portarmi a Roma, io telefonai a Mexes e lui mi disse che sarebbe stato bellissimo e che mi avrebbe aiutato ad inserirmi. Ero felice di andare dove mi desideravano, trovai uno stile di allenamento completamente diverso rispetto alla Spagna, dove usavamo quasi solo il pallone. A Roma facevamo molta palestra, soffrivo la preparazione fisica e dopo ogni allenamento ero davvero stanco. Il mese di agosto fu molto complicato, non ero sicuro di adattarmi al meglio ma per fortuna Mexes mi è stato vicino. Spalletti è un allenatore con molto carattere, quando arrivai a Roma non ne sapevo molto di tattica, lui me l'ha fatta studiare a fondo per tre mesi. All'inizio rimasi scioccato perché tutti facevano la stessa cosa e io mi sentivo quasi incapace di giocare a calcio, mi sembrava di vivere in un videogioco che si ripeteva identico ogni mattina. Poi però durante le partite si notava che il lavoro fatto in settimana aveva un senso, tutti sapevano alla perfezione cosa fare. Spalletti è molto preparato tatticamente, così come Puel, un altro allenatore col quale ho lavorato che vive talmente intensamente il suo lavoro da essere quasi brusco quando si relaziona con un giocatore. Spalletti era troppo diretto, non ti metteva a tuo agio e non accettava che si mettessero in discussione le sue idee, per questo ho avuto qualche problema con lui. In ogni caso abbiamo avuto un buon rapporto, mi ha insegnato tanto e ha fatto grandi cose per la Roma così come sta lavorando molto bene adesso allo Zenit.

Totti e De Rossi

Vedendo De Rossi e Totti ho capito cosa significa essere una bandiera in Italia, dove spesso un giocatore diventa il simbolo di una squadra, come è successo anche a Maldini e Del Piero. E' stato interessante entrare nel loro mondo e spesso gli chiedevo perché non avessero mai accettato di lasciare la Roma. Sono troppo italiani, amano la loro città, la maglia, la squadra con la quale giocano da sempre e quindi non possono andarsene, per loro sarebbe drammatico. Io avrei voluto fare lo stesso al Monaco, ma De Rossi e Totti sono diversi, la Roma gli scorre nelle vene, iniziavano a parlare del derby quindici giorni prima dicendo che perdere sarebbe stata la fine del mondo. Questi valori oggi nel calcio sono molto rari, senza Totti e De Rossi la Roma non sarebbe la stessa cosa. Totti in fondo è ancora un ragazzino, l'ho frequentato anche fuori dal campo ed è un tipo divertentissimo. Con noi poteva essere se stesso e dimenticare la pressione che viveva ogni giorno, gli faceva bene passare il tempo insieme a noi perché non doveva fare attenzione a tutto quello che diceva o faceva. In uno spogliatoio può sentirsi libero. Come giocatore all'inizio mi sembrava buono ma non eccezionale, poi mi sono reso conto che difficilmente sbaglia una giocata, è sempre al posto giusto e ha una visione di gioco incredibile in rapporto a tutti i gol che ha segnato. Mi impressionava perché nelle partite importanti potevamo sempre contare su di lui, contro la Juve, il Milan era presente. Forse contro squadre più piccole si impegnava un po' meno, ma è un grande giocatore con qualità straordinarie e un bravissimo ragazzo.

I tifosi giallorossi

I tifosi a Roma sono diversi rispetto a quelli francesi o di Barcellona, quando le cose non vanno sono sempre pronti a farsi sentire. Totti e De Rossi, per esempio, sono prima di tutto due tifosi, uguali a quelli che vanno allo stadio. All'inizio questa situazione mi scioccava, al ristorante sconosciuti si sedevano al mio tavolo per parlare di calcio e io non capivo cosa volessero. Per loro però funziona così: se giochi nella loro squadra si sentono in diritto di venirti a salutare, disturbarti se sei con la tua famiglia o in riunione. Ho imparato ad apprezzare tutto questo, anche se quando i risultati non arrivavano la situazione diventava meno simpatica. Lo spettacolo allo stadio però era fantastico.
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BOC User
05/04/2012 13:32:41
onore a zoro e mastrandrea sullo sfondo
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BOC User
03/04/2012 16:15:19
onore
a rosario bentivegna
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BOC User
21/03/2012 14:02:35
ONORE A GNAFO
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BOC User
16/03/2012 12:57:39
onore a zigoni
A Radio Sport 24 è intervenuto Gianfranco Zigoni, ex calciatore della Juventus e della Roma, che ha parlato di calcio a tutto tondo, anche se ormai segue poco la serie A: “Ora mi occupo dell’Avellino (dove gioca suo figlio Gianmarco, ndr), le grandi squadre non le guardo molto”.



Ma un personaggio come lui regala sempre degli spunti interessanti e divertenti, di certo mai banali. Si parla innanzitutto della Juventus, una delle sue ex squadre, e del silenzio stampa che ha iniziato in protesta contro gli arbitri: “Da un certo punto di vista sono d’accordo con Conte, perché secondo me stanno mancando un po’ di rispetto alla Juve. E’ un momento difficile, quando giocavo io la Juve non era fra le favorite, ma adesso è forte e credo sia un peccato se poi viene penalizzata”.

Suo figlio Gianmarco adesso gioca nell’Avellino, ma è di proprietà del Milan, e sarebbe bellissimo se potesse affermarsi con quei colori: “E’ logico che il Milan sia il sogno di ogni calciatore, lui vorrebbe affermarsi con la maglia rossonera, ora sta giocando all’Avellino e si trova molto bene, ma è naturale che l’obiettivo sia quello di tornare in rossonero e diventare grande con loro”.

Ha giocato nella Juventus, nel Verona e nella Roma, ma fra i suoi amori ne è rimasto uno in particolare: “Io tifo per la Roma, seguo con passione le partite dei giallorossi. Secondo me non dovrebbero mai lasciar andare via Luis Enrique, è il miglior allenatore che abbiamo adesso in Italia. Quando gioca la Roma mi diverto sempre, anche se perde, perché ha un gioco ambizioso e innovativo per il calcio italiano”.

Zigoni, simpatico guascone, si è paragonato spesso a Maradona e Pelè. In merito alla diatriba fra i due e sul paragone fra Messi e il Pibe de Oro ha le idee molto chiare: “Secondo me molto di ciò che si dicono è anche scena, per far scrivere qualcosa ai giornali. Io comunque stravedo per Diego, quello che faceva lui col pallone poteva farlo soltanto Dio. Anche Messi è ancora lontano da quel livello, penso che ne debba mangiare ancora tanta di pastasciutta prima di potersi paragonare a Maradona”.

Ma Messi è più forte di Zigoni? E chi è il suo erede attuale? Colui che è stato definito il George Best italiano regala un’altra perla: “Non scherziamo, Messi è un professionista impeccabile. Io bevevo, fumavo, non mi allenavo mai, ero un pazzo, e probabilmente lo sono ancora. Il nuovo Zigoni? Secondo me attualmente non esiste, io mi divertivo soltanto, ora non è più così. No, neanche Balotelli, lui è uno che gioca per i soldi, io non ci ho mai pensato”.
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BOC User
09/03/2012 17:56:25
onore al primo risultato della ricerca
https://www.google.it/#hl=it&gs_nf=1&cp=53&gs_id=3s&xhr=t&q=Lena+is+studentin+aus+Freiburg+und+susse+21+jahre+alt&pf=p&sclient=psy-ab&oq=Lena+is+studentin+aus+Freiburg+und+susse+21+jahre+alt&aq=f&aqi=&aql=&gs_sm=&gs_upl=&gs_l=&pbx=1&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.r_qf.,cf.osb&fp=c3646996e6072f82&biw=1680&bih=937&bs=1
160758
BOC User
06/03/2012 10:40:47
onore a marito
e al suo ghiacciolo al gusto violetta
160508
BOC User
02/03/2012 14:54:30
Radio BOC Solidarietà e onore ai NO-TAV
STATUTO - ALTA VELOCITA'

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BOC User
01/03/2012 12:48:05
Onore a Lucio Dalla!
Riposa in pace!
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BOC User
01/03/2012 10:44:45
onore a Osvaldo
A volte abbassa la voce. E pure lo sguardo. Perché a dispetto dell’atteggiamento sprezzante e dell’aspetto da star del rock, Pablo Daniel Osvaldo è un ragazzo educato, semplice, persino timido.

Un tipo pronto alla battuta e all’autocritica, capace di parlare di Cigarini e Che Guevara, di Maradona e Rolling Stones, con lo stesso interesse e la stessa leggerezza appassionata. E’ uno che dice le cose, Osvaldo, avendo l’intelligenza per capire che a volte non è conveniente, soprattutto in un ambiente ipocrita come il mondo. Ma non per questo ha intenzione di cambiare «perché io sono così» . E allora, che piaccia o no, che convinca o deluda, questo è. Un calciatore provocatorio, tra magliette ed esultanze, un attaccante efficace, tra i sette gol e le corse sulle fasce, un uomo contento, diviso tra la famiglia e la Roma. Adora Luis Enrique al punto di criticarlo per la decisione di rinunciare a De Rossi, costata forse la sconfitta contro l’Atalanta e probabilmente la Champions League. L’abbiamo incontrato a Trigoria, nella stanza dove la società organizza le lezioni per i calciatori stranieri, affacciati sul campo in sintetico appena intitolato ad Agostino Di Bartolomei, a due passi dall’ufficio personale di Totti. (...)

Osvaldo, cominciamo dal derby? «Non mi ci fate pensare. Mi dispiace tantissimo non giocarlo. Anzi mi rode, come si dice a Roma. Non ci sarò per un’ingiustizia: non meritavo l’espulsione a Bergamo».

Le immagini non hanno chiarito il suo contatto con Cigarini. «Se era da cartellino rosso il mio fallo, il mio avversario meritava un rosso e mezzo. Purtroppo è andata così: pazienza».

Ha la sensazione che la sua fama di ragazzo turbolento incida sulle decisioni degli arbitri? «Sicuramente. A volte sembra ce l’abbiano con me. Purtroppo nel calcio questo tipo di condizionamenti c’è sempre stato: certi giocatori fanno il triplo delle cose che faccio io eppure non vengono puniti. Dovrò stare più attento: se non avessi commesso un fallo, non saremmo qui a commentare un’espulsione».

Come spiega la nomea di attaccante attaccabrighe? «L’avete creata voi giornalisti. Sono sempre stato dipinto come una persona litigiosa, ma non lo sono. Odio stare al centro delle polemiche. Vorrei fare notizia per qualcosa di positivo. In ogni caso, mi interessa poco quello che si dice».

Senza Osvaldo come finisce il derby? (ride) «Uguale. Anzi, forse è meglio per la Roma. La mia assenza non influirà sulla squadra, che ha tanti giocatori bravi. Ma non chiedetemi un pronostico perché sono troppo incavolato. Speriamo bene».

L’espulsione le ha fatto perdere anche la Nazionale. E’ una punizione corretta? «Sì. La presenza di un codice etico fa crescere una squadra. E va applicato. Naturalmente poi mi dispiace che sia toccato a me restare fuori».

Contro la Lazio intanto rientra De Rossi dopo la squalifica... di Luis Enrique. «L’allenatore ha fatto una scelta, non vorrei entrare nel merito (si prende una pausa, ndr) ... Anzi sì, esprimo il mio parere, perché non riesco a non dire quello che penso: io non l’avrei lasciato fuori per un ritardo».

Forse è proprio questa sua sincerità scomoda a non piacere a tutti... «Non posso farci niente, non so stare zitto. Ho un carattere di merda. Ma è anche grazie a questo carattere che sono arrivato alla Roma. Sono un lottatore».

In questo modo ha conquistato i tifosi. «Con loro mi sono trovato bene da subito. La gente è fantastica, unica, sa emozionarti: allo stadio ogni volta che ascolto l’inno mi viene la pelle d’oca».

La chiamano “er Cipolla” per via del modo in cui lega i capelli. Le piace? «No, ma mi fa ridere. Non puoi che ridere davanti ai soprannomi che ti danno i romani».

Eppure all’inizio c’era scetticismo sul suo conto, perché in Italia ricordavamo un altro Osvaldo. «Chiaro. Anche io prima di essere un calciatore sono stato un tifoso. Non mi conoscevate, perché quando sono andato all’Espanyol venivo da un periodo difficile. E’ stata anche colpa mia: non ero un grande professionista, ero un ragazzino che sbagliava molto, che non si comportava bene». (...)

Cosa manca a Osvaldo per diventare un calciatore top a livello internazionale? «La continuità. Non sono mai riuscito a giocare una stagione intera ad alti livelli. Nemmeno lo scorso anno all’Espanyol: ero partito forte, poi mi sono dovuto operare agli adduttori. Sicuramente posso dare di più».

Nella Roma ha impiegato poche settimane per essere decisivo. «E ho anche cambiato ruolo, adattandomi alle esigenze di Luis Enrique. Non lo dico per fare polemica, anzi ringrazio l’allenatore perché mi ha insegnato un nuovo modo di giocare che mi ha fatto raggiungere la maglia azzurra, ma è un dato di fatto: a me piace giocare centravanti, per essere sempre vicino alla porta. Invece così è più difficile».

Luis Enrique l’ha voluta a tutti i costi alla Roma. E’ stato un suggerimento di De La Peña? «Sì. Ivan mi conosceva essendo stato il mio capitano, un grande capitano. Luis Enrique l’ho conosciuto l’anno scorso, quando è venuto a vedere una partita dell’Espanyol. Sapevo di piacergli, poi le società hanno trovato un accordo». E Totti che capitano è? «Il numero uno. Mi ha sorpreso come persona: la sua semplicità è unica. In campo non ti rimprovera mai anche se sbagli mille passaggi. Io invece mando sempre qualcuno a quel paese...».

E tra i calciatori, chi l’ha sorpresa? «Pjanic. Non pensavo fosse così forte perché non lo conoscevo. Del resto, a casa non guardo le partite. Altrimenti mia moglie mi caccia di casa».

A proposito di tecnici, a chi deve di più? «Zeman, che mi ha insegnato a Lecce dei movimenti offensivi incredibili. Gli auguro di salire in A con il Pescara. Ci sentiamo ancora, attraverso un amico comune: Filippo Fusco, una specie di secondo manager dopo il mio secondo padre, Dario Decoud. E poi dico grazie a Pochettino, che all’Espanyol mi ha preso dal Bologna senza nemmeno conoscermi di persona. Se avessi sbagliato quell’occasione, sarei tornato in Argentina. Invece mi sono rilanciato: merito anche della fiducia che lui mi ha dato. Infine cito Luis Enrique, che ci sta trasmettendo una mentalità stile Barcellona: vincente. Credo e spero che rimarrà a lungo alla Roma».

E Osvaldo che progetti ha? «Fermarmi qua. Volevo provare l’esperienza in Spagna e l’ho provata. Ora voglio vincere tanto a Roma».
159725
BOC User
21/02/2012 10:57:37
Onore a chi con coraggio difende il proprio stato dagli attacchi sovversivi di ribelli che vogliono solo il Caos
159110
BOC User
13/02/2012 00:43:26
Marco Stronzi (onore a, che non si firma mai cosi'...), in pieno stile BOC, cerca lo scontro in Francia ma i parigini NON SI SONO PRESENTATI !
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BOC User
02/02/2012 20:06:58
ONORE ALLA BIRRA DEL CAPITANO
158500
BOC User
02/02/2012 18:43:40
Ktulu in Parka Bianco, dice a Marco Stronzi (onore a) di non tuffarsi, ma lui se ne sbatte cazzi
158495
BOC User
02/02/2012 18:18:12
Freddo Nun Te Temo... Onore a MARCO STRONZI!
158317
BOC User
31/01/2012 21:28:05
onore ar notaro
Stop sodomize sheeps!
Start sodomize sardinian!
158130
BOC User
29/01/2012 14:17:10
onore ar coquinaro
sempre!
158111
BOC User
28/01/2012 19:25:05
Incontro tra Embè e QVANTO ONORE
a 0.13 : Quello più basso è Embè