TEGUCIGALPA (Honduras) - Una brutta storia sta scuotendo il mondo del calcio, in riferimento a quello che sta avvenendo nel paese centroamericano, in pieno colpo di stato. L'esterno offensivo del Bari, appena prelevato dai pugliesi dalla Roma dopo l'esperienza in prestito al Pisa, è bloccato nel suo Paese ed è impossibilitato a prendere un volo per raggiungere l'Italia. Edgar Alvarez, dunque, è 'ostaggio' del golpe honduregno: dopo le cinque del pomeriggio nessuno può uscire di casa per il coprifuoco e l'aereoporto della capitale Tegucigalpa è chiuso per non fare rientrare il presidente Zelaya. Il Bari sta partendo per il ritiro, ma probabilmente i primi giorni dovrà trascorrerli senza 'Alvaretto' (come veniva chiamato nella capitale, quella italiana), che però sta pensando a soluzioni alternative. "Se non posso andarmene via aerea, posso farlo via terra", deve aver pensato Alvarez, ormai italiano d'adozione. Il giocatore è pronto a rischiare l'incolumità fisica pur di partire e sta cercando di lasciare Puerto Cortes (il principale porto sul versante caraibico di fronte al Belize) e di raggiungere via barca le coste del vicino Nicaragua. Obiettivo un altro aereoporto, che finalmente gli consenta di volare in Italia. Verso la sua vita.
Sotto accusa anche il figlio di un fondatore delle Br. «Pronti all’assalto del G8»: 5 arresti per banda armata Blitz della polizia in tutta Italia in vista del summit all’Aquila ROMA — Avrebbero pianificato azioni violente, pronti a muoversi anche in occasione del G8 previsto a L’Aquila dall’ 8 al 10 luglio. La procura di Roma chiude le indagini avviate diversi mesi fa sull’attività dell’area antagonista e ottiene dal giudice l’arresto di almeno cinque persone con l’accusa di banda armata e associazione sovversiva.
L’operazione condotta dai poliziotti della Digos parte dalla capitale e si estende a tutta Italia, con due catture eseguite a Milano e una ventina di perquisizioni compiute in diverse regioni. Tra i fermati in Lombardia c’è Ernesto Morlacchi, 35 anni. È il figlio di Pierino Morlacchi, uno dei fondatori delle Brigate Rosse insieme a Renato Curcio e altri. «Lo hanno portato via ieri pomeriggio— conferma il suo avvocato Sandro Clementi — mentre era sul posto di lavoro. Hanno fermato anche un altro milanese, il cugino Kamo Capossi. Sono entrambi incensurati, ma nessuno si è preoccupato di avvertire le famiglie che fino a notte sono rimaste davanti alla questura. Pure a me non hanno voluto dire nulla».
La mobilitazione contro la riunione dei Grandi sarebbe soltanto uno dei progetti pianificati dai componenti della presunta «cellula» presi ieri. Proprio come avvenne otto anni fa, prima del G8 di Genova, polizia e carabinieri stanno monitorando da tempo gli ambienti dell’antagonismo e dei centri sociali, ma soprattutto quelli anarchici, per cercare di intercettare le intenzioni di chi ha già annunciato una protesta forte contro il vertice che si terrà in Abruzzo. Ed è proprio in questo ambito che gli specialisti della questura di Roma avrebbero afferrato una traccia investigativa per individuare un gruppo pronto ad entrare in azione.
Il blitz iniziato ieri pomeriggio è andato avanti tutta la notte con controlli in numerose abitazioni e luoghi di incontro, che hanno portato al sequestro di documenti e volantini. Agli atti della magistratura ci sarebbero decine e decine di conversazioni intercettate negli ultimi mesi durante le quali si parlerebbe di progetti eversivi. Il timore dei responsabili della polizia di prevenzione su attacchi mirati durante il G8 da parte dell’area della sinistra radicale, ma anche della destra estrema, è divenuto più forte dopo quanto avvenuto nel corso del vertice che si è svolto a Londra nel marzo scorso con scontri tra manifestanti e forze dell’ordine andati avanti per due giorni e un uomo morto dopo essere stato picchiato dalla polizia.
Il mercato della Roma passerà necessariamente da alcune partenze. Tra queste, uno dei nomi che è circolato è quello di Juan. 'Pluto' Aldair, ha confidato a forzaroma.info, che spera nella permanenza del connazionale: "Capisco che la Roma stia vivendo un momento delicato, ma cedere uno come lui sarebbe davvero un peccato. Anche se ha giocato poco Juan è uno di quelli che ti garantisce personalità in campo. Insieme a Mexes forma la coppia centrale più forte vista in questi ultimi anni in Italia. Se proprio si deve sacrificare qualcuno io cercherei in altri ruoli, magari cedendone tre invece di uno…. Chi? E’ difficile dirlo, perchè bisognerebbe conoscere bene il prezzo di mercato dei giocatori e quello che hai poi sottomano per comprare. Se tu vendi uno come Juan e poi trovi difficoltà per sostituirlo diventa molto pericoloso". Cosa serve alla Roma per essere competitiva? "La Roma, secondo me, ha una rosa già competitiva. Servirà un po’ di fortuna per avere tutti a disposizione e riuscire a giocare con più continuità. Un paio di giovani ed un acquisto azzeccato di rilievo, ed ecco che può competere per i primi tre posti. Difficile comprare, ma altrettanto vendere bene. Occhio, perché Juan sarebbe una cessione diversa da quella di Mancini e Chivu…".
co ledi oscar me 'ngrifavo perchè ogni tanto quando lei se baciava co andre o quanno la regina se incontrava co l'amante,se fermava l'immagine co i protagonisti ignudi in mezzo a cespugli de rovi...
ranatan era l'amichetta del ranocchio demetan. anche a me da piccolo il cartone animato non piaceva, ma rivedendolo dopo tanti anni ho rivalutato questo ranocchio antieroe, timido e debole, ma coraggioso e dal cuore d'oro.
VERNIO (Prato) - Per pagare una multa da 5.040 euro ha caricato su un furgone quasi 400 chilogrammi di monetine di rame da 1, 2 e 5 centesimi e le ha portate alla polizia. Protagonista della vicenda Luca Calcagnini, macellaio di Vernio in provincia di Prato, multato tre anni fa dai vigili per aver aumentato l'area di vendita avendo messo un tavolino espositivo fuori dal suo negozio. Per raccogliere le monetine il commerciante ha impiegato oltre due anni e mezzo: ''Ho portato mille euro in contanti e 4040 in monetine e loro hanno accettato il pagamento con riserva. Io le ho contate tutte, adesso forse tocca a loro'' ha detto Calcagni la cui vicenda e' riportata oggi dal quotidiano 'La Nazione'. (Agr)
Ecco le parole di Vincent Candela, intervenuto a "A tutto campo" su Centro Suono Sport: "Ho smesso perché c’è un tempo per tutto ed adesso, con quattro bimbi, ho altre passioni. Non mi pento, l’unica cosa di cui mi pento dal punto di vista calcistico è esser andato via dalla Roma. Ringrazierò sempre tutta la gente di Roma e la famiglia Sensi. Il duello con Lizarazu in Nazionale? Lui era un soldato, io un artista… però in difesa serviva più uno come lui perché di artisti ne avevamo già molti in quella squadra. Menez? Per lui è il primo anno, anche Mexes ebbe problemi la prima stagione, però è bravo. Si vedono le sue qualità, è un giocatore che a me piace. Trezeguet alla Roma? Non ha più 25 anni, bisogna considerare l’investimento, ma è un giocatore che apprezzo. Bisogna capire se ha ancora fame. Quindi, sui suoi anni con il boemo: "Mai detto di voler andar via. Zeman era un allenatore molto duro ed il secondo anno abbiamo litigato e non ero più parte del progetto, ma non ho mai detto di voler andare via. A 23 anni non lo avrei mai fatto. Ero sul mercato, mi cercò l’Inter ed ero convinto di andar via. Poi, per fortuna, è arrivato Capello che ha detto “Candela non si muove”. Ho litigato anche con Capello perché anche lui aveva i suoi difetti. Non i primi due anni, ma dal terzo anno diventa difficile continuare a gestire un gruppo; i difetti tendono ad uscire di più. Il compagno a cui ho voluto più bene è stato Francesco Totti, ricordo le prime uscite col motorino, abbiamo scoperto Roma insieme. Il giocatore che proprio non sopportavo? Nedved, proprio antipatico".