Ghestbuc della Brigata Odoacre Chierico

ANSA) - SESTRI LEVANTE (GENOVA), 20 NOV - A 78 anni e' stata denunciata per guida in stato di ebbrezza, dopo aver provocato un incidente stradale ad Avegno. L'anziana si e' vista anche ritirare la patente e sequestrare l'auto. Nell'incidente e' rimasto ferito un automobilista di 70 anni che e' stato portato in ospedale con codice giallo. La donna, illesa ma in stato confusionale, ha indotto i carabinieri a sottoporla al test alcolemico che e' risultato positivo:''Ho bevuto solo tre bicchieri ed un limoncino''.

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a Fabio Palmi

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Platini è rimasto incantato dalla prova di Mirko Vučinić: “Uuh! Ma è proprio forte questo numero nove!”. Questa la frase che si è lasciato scappare il presidente Uefa in tribuna d’onore dopo la doppietta del centravanti montenegrino al Chelsea.

Matteo Brighi è il giocatore del momento. Dopo la partita di ieri, dove è stato il migliore in campo, è scattata una vera Brighi-mania. A Romanews.eu ha parlato il procuratore Vanni Puzzolo, che ha analizzato il momento e le aspettative del giocatore.

Da ieri tutti celebrano Brighi…

“Io ho sempre pensato che sarebbe diventato titolare di questa Roma, forse voi l’avete sottovalutata questa cosa, ma io e lui ne siamo convinti, ne eravamo convinti dall’inizio e ne siamo ancora più convinti adesso. Voi guardate sempre il risultato, ma voi guardate sempre solo il risultato. Secondo me a Londra Matteo ha giocato ancora meglio. Lui era troppo sacrificato nel ruolo di mediano incontrista, lui ha qualità e i giusti tempi di inserimento. Oltre a tamponare riparte”.

Oggi molti lo stanno paragonando addirittura a Gattuso. Può tornare in corsa per una maglia della nazionale?

“Io credo che lui sia una via di mezzo tra Tardelli e Ancelotti. Ha una grande intelligenza tattica. Secondo me il mister dovrebbe capire che con Matteo in squadra sono più coperti e rischiano meno dietro. Ogni volta che non gioca la squadra perde. Sono sempre stato convinto che possa diventare titolare. Secondo me dopo Londra andava confermato, credo che a Roma sia ancora sottovalutato. Forse perché è timido, perché parla poco. Io gli dico sempre che anche in questo momento difficile sta giocando bene e titolare. E prima o poi se ne accorgeranno tutti”.

Ma il ragazzo sente poco la fiducia del tecnico?

“No, io sono convinto che Spalletti abbia grande fiducia, anche quest’estate, quando il ragazzo voleva andare via, il mister mi disse che lui vorrebbe allenare venti Brighi. E questa è una frase bella. Brighi sente la fiducia di allenatore, società e compagni, però il problema è che nel calcio servono oltre ai nomi anche i cognomi. E quando certi giocatori non vengono esaltati a dovere. Noi abbiamo due modelli di giocatori: uno è Tommasi che è stato un grandissimo e importantissimo giocatore ma a Roma se ne sono accorti tardi. L’altro è Tonetto, un grande giocatore che come Matteo appare poco e parla poco con i giornali, ma è arrivato anche in nazionale. Il nostro obiettivo è pedalare in silenzio, prima o poi qualcuno se ne accorge. Io credo che Lippi non avrebbe sbagliato se avesse dato un’occasione anche a Matteo”.

Dopo Londra una frase emblematica di Brighi?
“Lui mi disse: ‘Peccato, mi sono divertito tantissimo, abbiamo giocato bene ma magari per la sconfitta nessuno ci renderà merito’. E infatti è stato così. Anche ieri, al novantesimo sul 3-1 è andato a pressare Cech e gli ha tolto il pallone, per poco non fa gol. Credo che questo sia l’emblema di chi è Brighi. I tecnici devo capire che non conta il nome ma il rendimento e le motivazioni. Chi non le ha deve stare fuori”.

Vucinic a Mediaset
"Ci stamo riprendendo, abbiamo fatto una grande partita. Non importa se segno io o qualcun'altro, ora il cammino in Champions è più facile. Ci serviva una vittoria per il morale, grazie a tutti, soprattutto ai tifosi. Il giorno più bello da quando sono la Roma? No, il più bello è stato quando ho firmato".

È stata tua la colpa allora adesso che vuoi?
Volevi diventare come uno di noi,
e come rimpiangi quei giorni che eri
un burattino ma senza fili
e adesso i fili ce l'hai!...Adesso non fai un passo se dall'alto non c'è
qualcuno che comanda e muove i fili per te
adesso la gente di te più non riderà
non sei più un saltimbanco
ma vedi quanti fili che hai!...


È stata tua la scelta allora adesso che vuoi?
Sei diventato proprio come uno di noi
a tutti gli agguati del gatto e la volpe tu
l'avevi scampata sempre
però adesso rischi di più!...

Adesso non fai un passo....

E adesso che ragioni come uno di noi
i libri della scuola non te li venderai
come facesti quel giorno
per comprare il biglietto e entrare
nel teatro di Mangiafuoco
quei libri adesso li leggerai!...

Vai, vai, e leggili tutti
e impara quei libri a memoria
c'è scritto che i saggi e gli onesti
son quelli che fanno la storia
fanno la guerra, la guerra è una cosa seria
buffoni e burattini, non la faranno mai!...

È stata tua la scelta, allora adesso che vuoi?
sei diventato proprio come uno di noi
prima eri un buffone, un burattino di legno
ma adesso che sei normale
quanto è assurdo il gioco che fai!...

Marco Delvecchio, per i tifosi della Roma semplicemente SuperMarco, è stato intervistato da Sport Paper. Ecco le dichiarazioni dell'attaccante che fu una pedina strategica nello scacchiere della Roma targata Capello, campione d'Italia nella stagione 2000/ 2001:

Quale è la differenza ambientale tra le due grandi città della tua vita calcistica e non, Roma e Milano?

“La differenza si sente moltissimo, Milano è molto più tranquilla, la pressione si sente meno, forse solo la domenica; mentre a Roma la situazione è completamente diversa, il calore della gente, la pressione, tutto ciò di cui come calciatore ho bisogno, mi piace avere la pressione addosso, mi piace la gente di Roma, festosa e piena di allegria, casomai “caciarona”, ma piena di amore. Io mi reputo un ‘Romano’, forse nato nella città sbagliata.”

Delvecchio è spesso sinonimo di uomo derby, ben 9 gol nelle stracittadine. Marco cosa vuol dire segnare un gol nella stracittadina?

”Innanzitutto il gol nel derby non è mai un gol qualunque, figuriamoci a Roma, dove ci sono 80 mila spettatori e la partita è sentitissima, un gol normale lo dimentichi qualche giorno dopo, quello nel derby lo porti dentro per tutta la vita”.

Quale dei 9 gol segnati reputi più importante?

”Nessuno in particolare, sono tutti troppo importanti, soprattutto perché hanno fatto gioire il popolo giallorosso, e per me non c’è soddisfazione più grande di vedere la gente che impazzisce dopo un tuo gol alla Lazio”.

Dopo un gol Marco Delvecchio mette le mani dietro le orecchie, c’è un motivo per questa esultanza?

”E’ un’esultanza nata quasi come un gesto di sfida, perchè ero criticato, poi dopo ho chiarito con la tifoseria e ad ogni gol, quando esultavo, erano solo applausi per le mie ‘orecchie’”.

Marco anche in allenamento porti la maglia numero 24, c’è un motivo per il quale indossi questo numero?

“Quando arrivai a Roma, era uno dei numeri liberi, l’ho preso, poi avendomi portato bene ho deciso di tenerlo per sempre”.

Marco, quale per te il momento più bello e quello più brutto della carriera?

“Senza dubbio il più bello lo scudetto, fu meraviglioso; il momento più brutto sicuramente l’europeo perso, ma ancora di più l’ addio alla Roma e a Roma. Il mio sogno era quello di rivestire la maglia giallorossa, non ci sono riuscito, ma resterò tutta la vita qui, ho casa, la mia vita e la mia gente”.

L’ ultima domanda riguarda il Pescatori Ostia, quali sono le aspettative, tue e della tua nuova squadra?

“Ho avuto qualche problema fisico, spero di rientrare per il derby con l’Ostia Mare, come obiettivi di squadra speriamo nella promozione, ce la metteremo tutta. A me non piace partecipare, piace solo vincere, quindi desidero regalare la promozione in D ai tifosi, assieme ai miei compagni”.

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