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15/03/2009 20:43:05 |
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ONORE A CAPITAN BRIGHI
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LAROMA24.IT ha raccolto le sensazioni a caldo dell'uomo bionico giallorosso, Matteo Brighi, fresco della fascia di capitano, che Spalletti gli ha voluto lasciare per la partita di oggi contro la Sampdoria.
Allora Matteo, te l'aspettavi la fascia da capitano, con in campo Pizarro, Doni, Vucinic e Tonetto?
"No, francamente non me l'aspettavo. Ovviamente è un attestato di stima che mi fa enorme piacere e che mi rende particolarmente contento. Inoltre, il fatto di essere riuscito indenne dal Marassi alla mia prima in assoluto da capitano, mi dà ulteriore felicità, se possibile"
Anche oggi ti sei sdoppiato, triplicato, soprattutto sull'out di destra, dove Cassano era spesso una spina nel fianco per voi..
"Ho fatto del mio meglio. Ora ci vogliono questi giorni di riposo. Probabilmente ci ho messo anche qualcosa in più proprio perchè ci tenevo a non perdere con la fascia al braccio"
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05/03/2009 17:58:35 |
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onore a Pierino Wome
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Cosa di nasconde dietro l'improvvisa scomparsa di Pierre Wome, difensore camerunense che in Italia ha vestito le maglie di Vicenza, Lucchese, Roma, Bologna, Brescia e Inter? Il Colonia, suo attuale club, non ha sue notizie da sabato scorso, quando l'allenatore Christoph Daum gli aveva dato appuntamento all'indomani dell'anticipo pareggiato per 1-1 in casa con l'Arminia Bielefeld. Come riporta il 'Corriere dello Sport' Wome sembrava guarito da uno stiramento alla coscia sinistra riportato il 14 gennaio durante il ritiro invernale del Colonia a Belek in Turchia. Il 24 febbraio era tornato ad allenarsi, giusto in tempo per non subire la decurtazione d'ingaggio prevista dopo 42 giorni di inattività per motivi di salute. Daum voleva stringere i tempi del suo rientro fra i titolari, ma Wome si è dileguato, trascinando le ire dello stesso allenatore: "Deve essere da qualche parte in Italia, da un suo medico di fiducia". In Bundesliga i giocatori possono scegliersi il medico anche all'estero, Wome ne aveva uno anche a Parigi. L'ex procuratore del calciatore africano ha dichiarato di non sapere nulla e di non aver sentito più il ragazzo, definito "incorreggibile". Dopo lo sfogo di Daum il club renano ha ammesso che Wome avrebbe comunicato al medico sociale Paul Klein di volere sottoporsi ad una visita specialistica a Bologna. Da lì si è reso irreperibile, fino al probabile ritorno (e salato, data la multa che gli arriverà) alla base.
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01/03/2009 23:21:43 |
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onore a Danielino
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Spalletti a Sky Amarezza per la vittoria sfumata? “Sono convinto che sia stato uno spettacolo bellissimo, dove si sono confrontate due squadre che hanno giocato un buon calcio, che hanno fatto grandi cose. E’ chiaro che c’è amarezza per un risultato perso, che la squadra si era guadagnato sul campo. Di conseguenza, diventa difficile essere contenti e tranquilli, perché non si può fare sempre queste prestazioni così. Poi, arrivavamo da qualche giorno di critiche, venute dallo sviluppo della partita in Champions. Ogni tanto diventa difficile mantenere questi livelli, questi ritmi, queste intensità e attenzioni. Per cui, sono punti persi importanti”. Il rigore su Balotelli? “A me, dalla panchina, ha dato l’impressione che si buttasse. Ora ho la conferma”. Dalla panchina avete avuto la sensazione che l’arbitro volesse dare rimessa dal fondo e non rigore? “Non lo so. Balotelli butta la palla avanti, entra tra gli uomini e si lascia cadere. E’ talmente evidente, nonostante quello che si voglia cercare, nonostante gli opinionisti. E’ l’evidenza che parla, questo non è rigore. Poi, è chiaro che si può accettare tutto. Sentivo qualcuno che diceva che era rigore, ma bisogna far smettere di parlare i tesserati, altrimenti si rischia di far confusione, perché poi quelli che stanno zitti passano per dei coglioni, e nessuno ci vuole passare. Partita chiusa sul 2-0, riaperta dal ritorno dell’Inter, poi richiusa. Era chiusa. Non c’è una squadra che ha abbassato o no. La partita era chiusa, se non ci fosse stato l’episodio strano, come questo. E’ abbastanza evidente. E’ quattro anni che veniamo a giocare qui con me in panchina e nella valutazione dell’episodio diciamo che siamo sfortunati”. De Rossi a Roma Channel: “Non è possibile, quando entriamo allo stadio diciamo “stavolta no, non è possibile”, e invece è possibile. Io non ho ancora rivisto l’episodio, ma ero lontano e fischia il rigore, che gli vuoi dire? Non deve fare niente, è una partita finita e lui la riapre, spero per lui che sia scarso e che non lo faccia apposta. Lo stimolo? Di giocare con il cuore per la Roma non me lo leva nessuno, Rizzoli o Collina o la loro banda. La Champions? Sarà sicuramente una partita più limpida anche se oggi saremmo arrivati al 4° posto, è un peccato perché viene sminuito il nostro lavoro per colpa degli arbitri, i ragazzi dell’Inter sono fenomenali, Santon è eccezionale e così sviene sminuito il loro lavoro. Ci abbiamo messo del nostro per essere sesti ma anche quando eravamo secondi l’altro anno è successo qualcosa di molto poco chiaro. Siamo più grandi di questo e dobbiamo continuare a partire da sabato o da martedì che ci dovrà essere la bolgia allo stadio. Andiamo avanti a testa alta. E’ ancora più bello essere romani e romanisti oggi. Non bisogna esagerare, ma il calcio italiano ha qualcosa di poco chiaro e sicuramente le partite del calcio italiano sono le più alterate, io vedo altri campionati e non succede come da noi, bisogna riflettere e capire il perché. Non bisogna collegare Calciopoli ad oggi, servirebbero delle prove, ma è da migliorare quest’aspetto perché c’è gente che soffre per la loro passione”.
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08/02/2009 20:35:03 |
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Onore a Ermir
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Tuta della Roma e pantofole. Sguardo vispo, accento romano con una leggera inflessione albanese (in fondo, sempre a Durazzo è nato), voglia di scherzare come qualsiasi ragazzo di 17 anni. «Quasi 18, li faccio ad aprile». Ma anche tanta voglia di parlare e di chiedere «Perché?». Già, Ermir non riesce a dare una risposta a quello che gli è successo: il 16 gennaio, fuori scuola, è intervenuto in una lite per un motorino tra un suo compagno e altri quattro ragazzi. Poi i cazzotti hanno lasciato il posto alle lame. E lui non è più stato (solo) il ragazzino che sogna di fare l'ingegnere, che non si aspettava «una cosa del genere da Panucci», che rimpiange «Samuel in difesa», che ama la matematica «ed è single». No. Da quel momento, dall'una e venti di un giorno come tanti altri, Ermir è l'eroe. E la vittima di una violenza giovanile che sembra non conoscere fine.
Se avessi di fronte il tuo aggressore, che gli diresti?
«Vorrei solo chiedergli perché l'ha fatto. Mi piacerebbe sapere che bisogno c'è di girare armati a vent'anni, con un coltello o una spranga. Non me lo spiego, mi incuriosisce quasi».
Che cosa provi adesso? Rabbia?
«No, nemmeno vendetta. Vorrei solo vedere in faccia quel ragazzo e gli altri che erano con lui per capire».
Sei intervenuto per aiutare un amico: lo rifaresti?
«Sì, assolutamente». Interviene la mamma.
«Noi genitori siamo egoisti, avremmo voluto che il nostro Ermir si fosse fatto gli affari propri. Ma lui è così, non si sarebbe mai tirato indietro».
Hai avuto coraggio.
«No, ho fatto quello che sarebbe giusto fare. Se i ragazzi voltassero meno la testa dall'altra parte sarebbe tutto più facile».
A cosa ti riferisci?
«Al bullismo, per esempio. Se è così diffuso è perché in pochi hanno il coraggio di parlare e denunciare le cose. C'è chi non vede, ma c'è soprattutto chi fa finta di non vedere».
La tua camera è tutta giallorossa: come è nata questa passione?
«Vivendo a Trigoria, vedendo i giocatori... Come potevo non essere romanista? Fino a qualche tempo fa andavo sempre fuori al Bernardini a vedere gli allenamenti. Il mio mito era Samuel, quanto mi è dispiaciuto che sia andato via».
E ora chi l'ha sostituito nel tuo cuore?
«Beh, Totti e De Rossi. E Montella, che ci dava sempre i passaggi».
Cioè? «Quando pioveva e noi stavamo fuori Trigoria lui ci caricava in macchina. Una volta anche Totti...». (E ride).
Perché ridi?
«Mi ricordo un episodio, con un mio amico. Aspettavamo i giocatori, esce Cassano e gli fa il bagno con una pozzanghera. Totti, che vede la scena, si ferma e ci accompagna a casa».
Tipico Cassano e tipico Totti.
«Sì». E ride di nuovo.
Davanti a un bicchiere di Coca Cola e qualche pasticcino, c'è tutta la famiglia del piccolo eroe Ermir. Definizione che a lui però proprio non piace. Ci sono i genitori, la sorella neolaureata (con tanto di foto ingrandita insieme al fratello il giorno della tesi), c'è il consigliere municipale Giuseppe Contenta, il vice presidente della commissione Sport del XII Municipio, Enzo Del Poggetto, e la giovane attrice Nicole Murgia, protagonista di "Tutti pazzi per amore". Sono tutti lì per Ermir, che viene fatto socio del Roma Club Eur Torrino, riceve l'invito del presidente del Roma Club Tevere, Paolo Barbato, a vedere Roma-Siena del 21 febbraio in tribuna, e riceve anche la maglietta del "Romanista", "Tutta la vita", che andrà a fare compagnia al poster di Totti che celebrò i 110 gol del Capitano e che è di fronte al letto della sua cameretta. Sulla scrivania, invece, c'è il computer portatile regalo del sindaco Alemanno. Aperto su Facebook.
«Quando sei a casa che devi fa'?».
Giusto. Adesso però la pacchia è finita. Si torna a scuola.
«Sì, lunedì torno tra i banchi. Non mi dispiace».
Sei un bravo studente?
«Abbastanza, non vado male».
Materia preferita?
«Matematica, mi riesce naturale senza studiare».
Stato civile?
«Single. Adesso. E poi qui ci sono orecchie indiscrete...».
Progetti per il futuro?
«Diventare ingegnere, come mia sorella. Faccio ancora il quarto, manca un po' di tempo».
All'ospedale è stato un via vai di amici.
«Sì, non è mancato nessuno. Sono venuti anche i miei ex professori e la preside, non me l'aspettavo. Mi ha fatto molto piacere».
Tu e la tua famiglia siete venuti in Italia 10 anni fa dall'Albania e siete perfettamente integrati.
«Sì, viviamo qui a Trigoria, i miei genitori pagano il mutuo come tanti. Siamo una famiglia normalissima».
Interviene la sorella. «Integrarsi non è difficile, basta comportarsi bene seguendo dei principi che non ci sono solo in Italia. E rispettando le legge. Poi bisogna avere rapporti corretti con le altre persone, perché non si può vivere da soli. La nostra vicina di casa per noi è una terza nonna».
Voi adorate Trigoria.
«Sì, stiamo benissimo qui. E poi è pieno di romanisti».
Interviene il consigliere Contenta. «Questa famiglia rappresenta una splendida realtà, integrata benissimo. Purtroppo non è così da altre parti e altrove non c'è serenità nel giudicare episodi di violenza come questo che ha visto protagonista Ermir. Speriamo che in altri quartieri, come il Laurentino, vengano creati presti un campo, un teatro e tutte le strutture necessarie ai ragazzi».
Tornando a quel giorno, Ermir, hai avuto paura?
«No, mai. Forse giusto quando i dottori mi hanno detto quello che ho rischiato. Però io non ho mai perso conoscenza e sono sempre rimasto lucido. Parlavo e respiravo, cercavo di stare tranquillo».
Ora tornerai alla vita di tutti giorni cercando di dimenticare.
«Ci proverò».
In bocca al lupo.
«Crepi. E forza Roma».
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07/02/2009 11:58:35 |
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Onore a Mecs
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L'Intervista integrale del Corriere dello Sport al difensore giallorosso Philippe Mexes Philippe Mexes, cominciamo da domenica. Lei era tra i più arrabbiati per il pareggio di Reggio Calabria “Sì, per come si era messa la partita. Eravamo riusciti a ribaltare il risultato, dopo tre minuti del secondo tempo eravamo in vantaggio, su un campo in quelle condizioni e in un ambiente difficile. Vincere fuori casa in quelle condizioni sarebbe stata una grande dimostrazione di forza, l’esaltazione di un gruppo che, pur con tante assenze, stava portando a casa tre punti, con Okaka che ha fatto una grande partita da titolare. Tra tante difficoltà credo che stessimo giocando una grandissima partita. Sapevamo che con tanti palloni che loro mettevano in mezzo, potevamo correre qualche pericolo alla fine”. Chiariamo una cosa: lei si è arrabbiato con Loria per quell’errore? “Simone è un difensore di questa squadra come lo sono io. Non ho detto niente a Loria. Però ancora oggi dico che non ho capito quel cambio. Non perché è entrato Loria, ma perché è uscito centrocampista ed è entrato un altro difensore. A quel punto eravamo in cinque sulla stessa linea, non si capiva nulla e non riuscivamo a trovare la posizione. Io non discuto la sostituzione, è una scelta dell’allenatore che devo rispettare. Alla fine ci poteva pure stare…E comunque ci ha detto male, in fondo è anche un po’ colpa mia per quel rigore che si può fischiare oppure no. Io ho allargato il braccio, ma Corradi mi ha strattonato la maglia”. Poi domenica è tornato ed è andato in discoteca. Le va di parlarne? “Certo, ho preso una cintata in faccia, ecco, vede? Questi sono i segni che mi sono rimasti sullo zigomo. Una bella botta, poteva andarmi anche peggio, perché è proprio vicino all’occhio. Però in fondo non è rimasto gran chè. Ero stato in discoteca dopo una partita, il giorno dopo non ci sarebbe stato allenamento, avevo il permesso di mia moglie. Se ero fuori a quell’ora è solo perché il giorno dopo non dovevo andare a Trigoria. Aspettavo la macchina dei miei amici e stavo fuori. Sento uno che mi fa i complimenti. Era della Roma. Altri della Lazio dicevano altre cose e non erano complimenti. Poi uno mi ha mancato di rispetto in mezzo alla strada e ho reagito. So che ho sbagliato, ma non ce la facevo più. Qualche spinta, nessuna conseguenza, a parte questi piccoli segni. Ho sbagliato perché io avevo tutto da perdere da questa storia. Comunque ormai è acqua passata”. Cosa le è rimasto di questa storia? “Io penso che il fatto che fossero tifosi laziali non c’entra niente e che poteva succedere a prescindere dalla rivalità cittadina che a Roma è molto sentita. Credo che ci sia rispetto, dentro la discoteca ho salutato Zauri che è stato mio avversario nel derby. Ma io ho una famiglia e certe parole faccio fatica ad accettarle. Però non vorrei che succedesse un episodio simile con un altro calciatore, in questa vicenda il calcio c’entra marginalmente. A volte mi è capitato che i tifosi laziali mi abbiano fatto i complimenti, erano persone mature. In una discoteca possono esserci tifosi di altre squadre e una situazione del genere può capitare dovunque”. Mercoledì torna in nazionale, è stato convocato per l’amichevole contro l’Argentina. “È una grande vetrina internazionale, è una grande soddisfazione esserci in una gara così importante. Spero almeno di andare in panchina e avere un po’ di spazio. È un confronto con grandi campioni e anche la Francia è una bella squadra. Sarà una sfida super, come Italia-Brasile”. Nelle preconvocazioni c’era anche Menez. Secondo lei merita la nazionale maggiore? “Era nella lista dei primi trenta, poi ha avuto un piccolo infortunio e la Federazione è stata informata. Per me è pronto per avere una chance anche se nella Francia ci sono tanti attaccanti bravi. Ma avrà la possibilità di confermare quello che sta facendo con la Roma anche con la nazionale. Può are parte di questo gruppo che ha bisogno di qualche ricambio considerata l’età”. La Roma si è ritrovata e ora può sperare nel quarto posto, nonostante il pareggio di Reggio. Diciamo che va tutto un po’ meglio, il gruppo è lo stesso, la squadra si sta esprimendo bene nonostante gli infortuni. Siamo sempre lì per far vedere chi siamo. Abbiamo tanti giocatori di qualità e anche gli ultimi due arrivati si sono integrati molto bene. Potranno darci una mano. Di Motta avevo sentito parlare, Diamoutene lo conosco meno. Non vedo tante partite in tv. Non ricordo di averci mai giocato contro”. In Coppa Italia contro l’Inter alla fine ci sono state scintille con Ibrahimovic. Le sta antipatico quanto Nedved? “No, sono due giocatori molto diversi. Ibra è un bravissimo ragazzo, in campo può dare la sensazione di irridere l’avversario, ma alla fine sempre corretto. A Milano è venuto negli spogliatoi e ci siamo dati la mano. Non tutti lo fanno, è una prova di lealtà. Ho grande rispetto per lui e per il suo valore. In questo momento è l’attaccante più forte che gioca in Italia, anche se domani affronteremo un altro bravo, Milito”. Magari non ha i colpi di Ibrahimovic ma segna molto “Dentro l’area è molto pericoloso, fa sempre gol corre tanto e aiuta la squadra. Ha grandi qualità. Ma noi avremo Vucinic, Totti e Baptista”. Domani è uno spareggio per la Champions? “Anche se restano tante partite alla fine, quella contro il Genoa è molto importante. Loro sono tre punti avanti a noi e lottiamo per raggiungerli. È una di quelle partite che dobbiamo vincere a tutti i costi. All’andata siamo rimasti un po’ delusi per quella sconfitta. Se ci ripenso, c’è ancora amarezza. L’importante è non lasciare sei punti al Genoa. Domani dovremo ribaltare quella differenza, altrimenti vuol dire che meritano di stare davanti”. Il Genoa è una delle squadre rivelazione” “È una di quelle che gioca meglio. Sta dimostrandola sua compattezza. Ha un grande allenatore, i suoi uomini si trovano facilmente e giocano sempre palla a terra”. Tra meno di venti giorni la grande sfida contro l’Arsenal… “Non ci somno paragoni, la Champions è una competizione diversa. Sarà una grande partita, non c’è bisogno di caricarsi perché gli stimoli vengono da soli. Non vedo l’ora di esserci, ci pensiamo spesso a questa sfida”. A Wenger mancherà Fabregas. “Spero che manchino anche altri giocatori…A parte gli scherzi, spero solo che vinca la Roma”. Spesso in passato il suo nome è stato accostato a una squadra inglese. Ha mai pensato di fare un’esperienza in Premier League? “E’ un grande campionato, ma si può seguire in tv…è un calcio molto spettacolare, ma non mi stimola ad andare in un squadra inglese. Sto bene qui, mi piace vedermi con questa maglia”. Qualche settimana fa una sua intervista in Francia ha fatto molto discutere. Poi lei ha spiegato il suo pensiero. “Torno volentieri a parlare di questo argomento, per fare chiarezza. La mia volontà è quella di restare alla Roma. Sto bene, sono felice con i compagni, l’ho sempre detto, la storia del Milan è uscita sui giornali, io non ho mai avuto contatti con loro. Se poi una società come il Milan mi stimi non può che farmi piacere. Perché dire bugie? Però a volte noi calciatori dobbiamo sottostare alle decisioni della società. Io voglio restare, ma a volte nel calcio può capitare qualcosa che va al di là della volontà del calciatore. Una cosa vorrei chiarire, una volta per tutte. Se dovessi andare via non vorrei vivere una situazione come quella che ho vissuto quando ho lasciato l’Auxerre, con la Roma che è stata penalizzata per il mio trasferimento. Se dovessi andare via vorrei lasciarmi bene con tutti. Ma sto bene qui e farò la mia strada poter fare sempre il bene della Roma”. Qualcuno dice che lei abbia una sorta di rassegnazione, che con questa squadra non riuscirà mai a centrare trofei importanti. “Non è vero. Se così fosse non avrebbe senso stare qui. So che non possiamo vincere lo scudetto ogni anno, ma so anche che possiamo lottare con gli altri. Con il nostro spirito e con un pizzico di fortuna in più possiamo stare ai livelli di Inter, Juve e Milan. Da quando sono in Italia ho capito che siamo un po’ penalizzati rispetto alle altre squadre di vertice. Ma dobbiamo continuare a lavorare per mantenere la Roma in alto”. Anche suo figlio Enzo spinge per restare. “Lui è tifosissimo e il suo idolo è Aquilani. Dice che è amico suo. Dopo le partite glielo passo al telefono. Se la Roma vince, è felice per cinque ore di fila. Allo stadio viene ogni tanto con la madre e frequenta la scuola calcio dell’Ostia Mare. Farà sei ani a giugno, di solito preferisce giocare dietro, ma ogni tanto ha voglia di fare gol e va avanti. Mi diverto ad andarlo a vedere, e nei suoi occhi rivedo il mio entusiasmo di quando ho cominciato. Lo scorso anno giocava a tennis, poi ha voluto fare calcio. Gli piace far vedere che anche lui è arrabbiato dopo una sconfitta. Adesso segue tutte le mie partite in tv”. Come sono stati i suoi primi passi nel calcio? “Giocavo sui campi sotto casa, poi una volta sono andato con il fratello più grande di un compagno di squadra a fare un provino e mi hanno preso. Ma non sapevo neppure palleggiare.i ragazzini di oggi sono molto più avanti rispetto a noi. Io sono partito da zero. Nella scuola calcio di mio figlio c’è un ragazzino che è un fenomeno per come tocca il pallone. Forse la televisione aiuta i giovani di oggi a emulare i campioni. Anche nelle esultanze”. Ci racconta la sua dopo il gol al Napoli? “Spesso gioco alla Play Station con mio fratello Ludovic che sta in Francia. Interagiamo attraverso il computer. Ci sfidiamo a “Call of Duty”. Ci troviamo lì, la sera, con le cuffie. Quella settimana mio fratello mi disse: ‘Se fai gol devi esultare mimando la pistola’. A dire il vero avevo paura della reazione dei tifosi del San Paolo, ma è durata poco. Ludovic ha 33 anni, mi segue…da fratello. Vede le partite in tv e mi chiede se mi sono fatto male dopo uno scontro con un avversario”. I tifosi apprezzano la sua romanità. “A Roma mi sono sempre sentito come a casa, l’ambiente è simile a quello che ho lasciato a Tolosa, Francia del sud, la gente è calda e simpatica come da voi. E poi Roma è una delle città più belle del mondo. Trovarsi male a Roma è difficile. Il calcio qui da voi è più importante, hai più pressione addosso. Ma è bello anche così e ti fa amare Roma anche di più. Mi è dispiaciuto per la contestazione dei tifosi a inizio anno, ho rivissuto i momenti brutti di quando sono arrivato. Abbiamo cercato di ribaltare la situazione il più presto possibile. Il calcio a Roma è così, se non vinci è dura, ma non potevamo stare a quei livelli”. Ci racconti quello che pensa del caso Panucci “Per me Christian è una grandissima persona. Certo, ha sbagliato, ha commesso un errore nei confronti del gruppo, fare una cosa del genere è inaccettabile. Si può sbagliare, ma lui è uno che mette la faccia sempre. Parla per la squadra e si prende la sua responsabilità. Ha il mio sostegno, lo apprezzo come persona e come calciatore. Mi ha sempre fatto vedere che ha sempre risposto presente alla grande”. Come lo vede in questi giorni? “E’ un po’ amareggiato, ma non voglio parlare al posto suo. Penso che sia dispiaciuto per quello che è successo. Il fatto che sia rimasto fuori dalla lista Champions è stata una brutta botta anche per noi. Non ce lo aspettavamo. Ma certe decisioni si prendono ad alti livelli, spettano all’allenatore e alla società. Anche io quando vengo squalificato pago le multe, eccome se le pago! Peccato che tutti quei soldi non vadano in beneficenza, sarebbe più bello pagare”. L’ultimo pensiero, la finale di Champions League a Roma. “Non puoi pensarci, quando vedi la coppa con il Colosseo sullo sfondo ti vengono i brividi. È importante non farci condizionare. È un sogno che avevo da bambino. Ci siamo, ci aspetta l’Arsenal, è ancora tutto in palio e ce la giocheremo fino alla fine”.
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03/02/2009 18:53:40 |
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onore a panucci...
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ROMA -Gli ingredienti per scrivere un lieto fine, romantico al punto giusto, c'erano tutti. Come in ogni storia che si rispetti avevamo a disposizione un protagonista, degli antagonisti, delle prove da superare, dei momenti topici, ma soprattutto avevamo a disposizione l'elemento cardine di ogni favola: l'amore. Quello che, di solito, trionfa e fa scendere una lacrima di commozione sul viso. E anche questa storia, che ha per protagonista un calciatore, Christian Panucci, e un antagonista Luciano Spalletti, dopo varie vicissitudini sembrava destinata allo smielato lieto fine. "Panucci è restato a Roma per l'amore dei tifosi" aveva gridato il fratello del giallorosso. Favola finita? L'amore ha fatto il suo dovere? No. Innanzitutto perchè una vicenda di calciomercato non è quasi mai una favola: solitamente non è l'amore che trionfa nella compravendita di giocatori, non è l'affetto che vince sui milioni, bensì sono i soldi, i tantissimi soldi ad uscirne quasi sempre vincenti e trionfatori. Anche se qualche inguaribile romantico che non la pensa così c'è ancora. In secondo luogo non è una vicenda conclusa perchè Phil Brown dg dell'Hull City, il club che ha inseguito in questi ultimi giorni il savonese, ha rilasciato scottanti dichiarazioni:"Era una trattativa difficile -ammette il dirigente all'Hull Daily Mail -perchè era tutta una questione di denaro, e quindi sarebbe stato un affare fatto per le ragioni sbagliate. Noi eravamo pronti a farlo, a buttarci comunque, ma poi sono venuti fuori troppi agenti di Panucci che volevano soldi (letteralmente: 'volevano mangiare gli avanzi' ndr)". Il quotidiano inglese informa inoltra che sabato scorso il difensore si è recato nella regione inglese per sottoporsi alle visite mediche di rito e per accordarsi con i vertici del club circa il trasferimento in terra britannica. Panucci però, di ritorno in Italia, non ha trovato intesa con la Roma per la sua buonuscita. A far saltare del tutto l'affare, che gli inglesi davano quindi per fatto, ci hanno pensato poi i numerosi agenti di Panucci. Money, money, money: una normale vicenda di calciomercato. Fine.
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101255
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02/02/2009 11:28:56 |
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onore a panucci
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diamoutene ce fa vince a ciespionsz ligs
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01/02/2009 22:15:07 |
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Onore a DDR
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"Occasione persa? Si, sono due punti persi contro una squadra inferiore a noi, è difficile giocare in ambienti così ma siamo stati bravi a rimettere in piedi la partita, ma pareggiare così fa male - Così Capitan Futuro ha commentato la partita del Granillo - Cosa è successo sul gol di Cozza? Un batti e ribatti, forse era l’unico modo di far gol" .
"Non possiamo pretendere di fermare la pioggia - ha aggiunto De Rossi - purtroppo ha piovuto tanto e non possiamo farci niente. Abbiamo quasi sempre avuto il pallino della gara, e va sottolineata la buona prestazione di Okaka. Spero che uno come lui trovi presto la strada. Uno così io non lo darei mai via, purtroppo qui è abbastanza chiuso".
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26/01/2009 22:32:04 |
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Onore a Christian Panucci
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su una cosa Panucci c'ha ragione: Spalletti soffre uno come lui. Pe spalletti va bene un Totti che risponne a monosillabi, ma non un Panucci o un De ROssi (nun se scordamo le cose). Spalletti è popo un cojone. Io lo dico oggi, tanto l'annno prossimo voi direte che è na merda perchè se n'è annato. Io lo comincio a dì da oggi
SPALLETTI VAFFANCULO
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16/01/2009 19:14:39 |
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onore a Ermir
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ROMA - "E' spuntato con un coltello in mano e gliel'ha piantato nella schiena. Poi è risalito in macchina e ha sventolato una pistola in aria come volesse fare una strage". Era l'una e mezza alla succursale del liceo scientifico Aristotele, all'Eur di Roma, quando tra gli studenti che uscivano da scuola si è sparso il terrore. Ermir, studente di 17 anni d'origini albanesi, è intervenuto per portar pace ma è crollato a terra con due coltellate alla schiena.
All'ospedale Sant'Eugenio, lo studente del IV anno, non è in pericolo di vita ma le sue condizioni sono serie. E' stato operato d'urgenza e per un po' dovrà rimanere ricoverato in ospedale. Al Commissariato sono finiti due suoi coetanei, "studenti di un'altra scuola" giura la preside dell'Aristotele, forse i responsabili dell'agguato.
"Stavamo uscendo", ricorda uno studente del liceo. "Una macchina di color arancione, forse era una Fiat Punto, è entrata nel cortile del nostro istituto. E' sceso un ragazzo che ha avvicinato un compagno. E' scoppiata una lite, poi è spuntato il coltello e anche una pistola. Siamo scappati tutti: avevamo paura che facesse una strage, tipo quelle che capitano in America. Ermier è intervenuto per metter pace ma si è preso due coltellate".
All'origine della lite, secondo i tanti studenti testimoni terrorizzati, ci potrebbe essere un precedente furto, forse di un motorino. "Il mio compagno sanguinava dalla schiena - ricorda un amico - e quello, non contento, è rientrato in macchina e ha sventolato in aria una pistola. Poteva finire davvero molto male".
Ermier non era l'obiettivo della spedizione punitiva. Era un suo compagno di scuola che già la mattina aveva ricevuto la visita del suo aggressore pronto a minacciarlo per una vecchia storia di un motorino rubato o forse di un cellulare sparito. All'uscita da scuola lo scontro violento, il coltello e la pistola, ed Ermir che interviene per proteggere il suo amico.
"A scuola è uno dei migliori, uno studente modello", dicono i compagni del liceo raccolti nella sala d'attesa dell'ospedale dove Ermir è ricoverato. "E' un grande tifoso della Roma", raccontano i ragazzi. "Quello che è successo è incredibile: il suo unico errore è stato quello di mettersi in mezzo per difendere un amico, non tutti avrebbero avuto il coraggio di farlo".
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15/12/2008 21:18:50 |
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Onore a chi rispetta le file
in banca
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Shangaino ha bisogno di due spiccioli per andare a cena fuori con la sua lady. Eccolo mentre si avvia verso la sua banca di fiducia.  Attende il suo turno, rispettoso della fila.  Effettua un prelievo.  E se ne torna soddisfatto a casa. 
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