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13/09/2005 16:00:07 |
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PUPAZZO ROMOLO NUMERO 1 DI NOI
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08/09/2005 15:19:12 |
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porco dio è scomparso l'ONORE!!!
ONORE ALL'ONORE SCOMPARSO!
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08/09/2005 13:40:30 |
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07/09/2005 23:36:31 |
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PARIGI - Dopo la 'cola' islamica, che esiste in almeno due versioni, la Mecca Cola e la Zamzam, arriva un'altra variazione della celebre bevanda. Con un nome che certo suona un po' polemico nei confronti della Cola più famosa, quella di Atlanta, e cioè la "El Che Cola", prodotta nel Sud della Francia.
Due volte meno zuccherata, senza ogm e con un gusto meno aggressivo dell'originale, la bibita appare come un omaggio a Che Guevara: infatti sull'etichetta c'è la scritta, in spagnolo, 'Revolucion', e sotto compare la famosa effige del rivoluzionario argentino, quella strappata dall'obiettivo di Alberto Diaz Korda nel marzo 1960 all'Avana e da allora consegnata alla storia ed impressa in t-shirt e bandiere.
"Ma non c' è niente di strettamente politico in questa operazione - spiega Cherif Hacini, 41 anni, direttore della giovane impresa marsigliese, che ha creato e prodotto la bibita - il riferimento è a Che Guevara come figura emblematica di una persona che ha lottato contro le disuguaglianze e per un mondo più giusto". E' la prima volta, assicura Hacini, che compare su una bottiglia la famosa immagine del Che.
La società di Hacini - "El Che Cola", appunto - si è impegnata a versare il 50% degli utili netti a favore di organizzazioni non governative e associazioni umanitarie che lottano contro la fame nel mondo, soprattutto in Africa.
"El Che Cola" è una società di sette persone, nata da poco tempo. Ci sono voluti due mesi per studiare la bibita, immaginata da Josè Ferreira - uno dei sette - per crearne il gusto particolare in un laboratorio della Danimarca e affidarne la produzione a un'azienda della zona industriale di Nizza.
La produzione è cominciata nel giugno scorso. Dalla fabbrica escono 20.000 bottiglie al giorno di El Che Cola che vanno a raggiungere 150 punti vendita - bar, brasserie, ristoranti - di Marsiglia e altre città del Sud della Francia. El Che Cola costa come tutte le altre bibite.
"La bibita piace - osserva Hacini - e stiamo cercando di allargare il nostro raggio d'azione. Il nostro problema è quello di farci conoscere e di trovare dei partner. Comunque abbiamo già fatto un accordo con la grande catena di supermercati Leclerc, ed entro la fine di questo mese El Che Cola sarà nei punti vendita di Leclerc nel sud della Francia".
L'obiettivo commerciale immediato, al quale la società sta dedicando molte energie, è quello di essere presenti in tutto il paese e in particolare a Parigi: ci sono contatti in corso con dei distributori. Ma El Che Cola vuole invadere anche l' Europa.
E' una bibita rinfrescante - dicono i suoi creatori - al gusto di cola, senza alcol: sono stati selezionati rigorosamente gli ingredienti, tutti di grande qualità, naturali al 100%. El Che Cola è confezionata in bottiglie di vetro, naturalmente riciclabili.
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02/09/2005 14:11:28 |
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Cufrè: pronto ad una nuova sfida
"Sono pronto a giocare un'altra grande stagione. Lo scorso anno ho disputato 50 partite da terzino sinistro. E sono stato all'altezza. Tuttavia nessuno mi ha regalato niente. Sono diventato titolare grazie al lavoro". E' un Leandro Cufrè grintoso (come al solito), quello che ha parlato pochi minuti fa in conferenza stampa. Il terzino argentino è tornato sul nuovo spirito della squadra giallorossa: "L'anno scorso se qualcuno arrivava 2 minuti in ritardo magari nessuno gli diceva nulla e pensava di poterlo fare. Però invece a qualche compagno dava fastidio. Quest'anno ne abbiamo parlato e abbiamo chiarito cosa dava fastidio ad ognuno. C'è un regolamento nello sport ma c'è un regolamento nella vita e quest'anno ce lo siamo dato. Abbiamo messo noi delle regole interne, noi, il tecnico, la società, tutti insieme. Un po' tutti. Oggi abbiamo tante persone intorno a noi che ci aiutano. Oggi la società c'è e ci dà tranquillità. C'è Bruno (Conti, ndr), Eusebio (Di Francesco, ndr) che vogliono bene alla Roma e ci aiutano anche se abbiamo problemi familiari. Prima non sapevamo con chi parlare, non c'era un referente. Adesso, invece, ci sentiamo protetti, sentiamo vicina la società. Il presente è questo e tutti siamo contenti di questa tranquillità. Ci stiamo allenando molto bene e si guarda avanti al futuro. C'è un regolamento che tutti hanno firmato". Anche Cassano? "Tutti. Lui è uno della Roma. L'anno scorso nei momenti difficili è stato lui a risolverci i problemi. Mi ricordo con l'Atalanta giocò una gran partita e ci salvammo. Io credo che lui stia pensando sempre alla Roma". Cufrè ha conosciuto Maradona. Trova similitudini con Cassano? "In campo si assomigliano tantissimo, poi però fuori ognuno fa quello che vuole. Ma per il resto Antonio si sta allenando bene e sta facendo tutto per la Roma". Siete disposti a "perdonarlo" e dargli una mano? "Tutti siamo predisposti a dare una mano a tutti. Non solo a Cassano. Qui tutti aiutano tutti dal primo giocatore fino al terzo portiere. Pensiamo cosi' sempre".
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01/09/2005 13:55:43 |
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30/08/2005 08:00:42 |
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V.A.P.U. Fondamentalismo Ultras 29/08/2005 - di franco franchini V.A.P.U. FONDAMENTALISMO ULTRAS
Formato da militanti della Nord pescarese, V.A.P.U. è anti-Stato, non è un gruppo né una linea di pensiero, ma una visione del mondo basata sul principio del “fondamentalismo ultras”: ULTRAS NELLA VITA oltre la repressione della attuale dittatura di polizia…… Nasciamo dalla consapevolezza del definitivo tramonto dello stile ultras e della MENTALITA’ RIBELLE! Il problema non è il calcio moderno, ma una schiera di finti ultras che hanno arretrato fino alla totale sconfitta e alla vergogna di fronte alla repressione di stato e al pubblico ufficiale. Ci troviamo di fronte curve totalmente imborghesite: la vittoria della repressione e del pubblico ufficiale sulla mentalità ribelle. Le rare eccezioni (è il caso di dire) confermano la regola. Per questo va riaffermata la scuola di formazione dell’essere ultras come forza di irriducibile ribellione di chi sconfitto in partenza dice comunque NO alla violenza legalizzata del torturatore di turno e del pubblico ufficiale. Per questo, oggi più che mai, in questo STATO DI POLIZIA, il vero fondamentalismo ultras impone la scelta definitiva dell’azione diretta fuori da uno stadio che simboleggia la prigione infinita in cui viviamo. Noi ci rifiutiamo di concepire l’ultras come il tifoso della domenica. Noi siamo la negazione di ogni gruppo ultras, di ogni tessera, di ogni materiale, di ogni distintivo. V.A.P.U. non ha fondatori, né aderenti perché agisce nell’anonimato e nella clandestinità: chi dice di essere V.A.P.U. non può essere V.A.P.U. poiché il nostro principio è illuminato da una luce che va oltre vittoria e sconfitta e che pone al primo piano il rifiuto di ogni moda ed esibizionismo. Noi schifiamo gli ultrà di stato progettati in “Progetto Ultra’” come quelli progettati in “Movimento Ultras” o “Resistenza Ultras”. Preferiamo amare la nostra solitudine e la nostra fiera clandestinità: preferiamo che anche solo un istante della nostra vita possa essere ricordato con un volto coperto, con botte prese e date, con notti passate in questura piuttosto che per un volto ultrà da attore illuminato dalle falsi luci di un cameramen della televisione di stato….che dire di “capi ultras” (da Bergamo a Milano, da Roma a Napoli) con “parentele” tra pubblici ufficiali o di avvocati di stato che dicono di “proteggere” il movimento ultras? Ci teniamo a precisare che V.A.P.U. non è affatto l’esaltazione della violenza gratuita, non è la coltellata al tifoso avversario solo perché ha la sciarpa di un colore diverso, non è lo scontro per il gusto estetico dello scontro ma è la difesa intransigente di un ideale…. Non diremo mai il significato della sigla V.A.P.U. perché oggi ultras è reato. Ribadiamo però l’immortale mentalità italico-ardita dei nostri padri che andavano a morte sicura col sorriso sulle labbra: “Meglio un giorno da leoni che cento da pecora”. Abbiamo solo uno stendardo nero da difendere! Salutiamo tutti i nostri fratelli, tutti i detenuti per una giusta causa e la famiglia di Luciano Liboni, su cui è stata eseguita una esecuzione a freddo da un pubblico ufficiale. Morte alle spie, agli infami e al P.U. Oggi come ieri: molti nemici molto onore.
“Una fredda mattina invernale i lacrimogeni penetravano il respiro liberavano i sogni racchiusi in un volto coperto davano la sensazione di lealtà e onore sembravano fantasmi usciti da una galera”
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25/08/2005 13:16:34 |
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Fiumicino: Catturato nonno della droga, 5 kg di cocaina nella panciera
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24/08/2005 15:24:25 |
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24/08/2005 08:18:10 |
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E' morto stanotte nella sua casa di Milano l'esploratore e scrittore Ambrogio Fogar, paralizzato da 13 anni dopo un incidente durante una spedizione in auto in Asia. Lo hanno riferito i carabinieri, chiamati dagli operatori sanitari del 118 a constatare il decesso nell'appartamento di via Crescenzago dove Fogar, 64enne, risiedeva da anni. Nato nel 1941 nel capoluogo lombardo, Fogar era divenuto famoso all'inizio degli anni 70 per le sue spedizioni, come il giro del mondo in barca a vela in solitario da est verso ovest, contro il senso dei venti e delle correnti.
Nel 1978 restò alla deriva per oltre due mesi su una zattera, dopo che al largo delle Falkland un'orca aveva affondato la barca con cui cercava di raggiungere l'Antartide insieme a un amico, morto nella spedizione. Altra impresa famosa, il viaggio in slitta verso il Polo Nord, in compagnia del cane Armaduk.
Fogar è stato anche un personaggio tv - per sette anni ha presentato la trasmissione "Jonathan Dimensione Avventura" - e ha scritto numerosi libri. L'ultimo, Controvento", è uscito nel giugno scorso. Di Fogar i giornali avevano parlato in quell'occasione, perché l'esploratore - che dall'incidente del 1992 viveva con una vertebra cervicale spezzata e il midollo spinale tranciato - aveva annunciato l'intenzione di recarsi in Cina per sottoporsi a una cura sperimentale con cellule staminali.
"Non mollo. Spero un giorno di tornare a camminare con le mie gambe, non accetto che si arrenda chi ha la vita in pausa e non voglio credere di morire così, immobile", aveva detto in un'intervista al Corriere della Sera due mesi fa.
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12/08/2005 14:39:51 |
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12/08/2005 11:26:31 |
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12/08/2005 09:46:20 |
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09/08/2005 15:24:03 |
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16/07/2005 01:40:33 |
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