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09/11/2011 15:44:31 |
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ringraziamo Chinellato e Berlusconi
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E Roma rivive l'incubo di Atene "Il crollo è iniziato così"
L'Italia sta ripercorrendo passo dopo passo la strada fatta dalla Grecia nei mesi che hanno preceduto il collasso. Dopo sono venuti i tagli alle pensioni, alle quattordicesime e al numero dei dipendenti pubblici
di ETTORE LIVINI
MILANO - I tassi sui titoli a dieci anni assestati sopra il 6%. Lo spread sui Bund in fibrillazione oltre quota 400. Più, dulcis in fundo, l'arrivo all'aeroporto della Capitale della missione congiunta Ue-Bce. "Chiamata direttamente da noi per certificare l'attuazione delle riforme", tranquillizza tutti il presidente del Consiglio. Italia, novembre 2011? No, Atene, gennaio 2010. La crisi dei debiti sovrani - un po' come "L'era glaciale" o (forse è più adatto) "Mission impossible" - ha il pregio della ripetitività. Il film in onda a Roma in queste ore, copione alla mano, è lo stesso girato ventidue mesi fa sotto il Partenone. Diversi i premier, non paragonabili le economie dei due Paesi ("L'Italia non è la Grecia", si affannano a spiegare in questi giorni a Bruxelles). Ma numeri e fatti registrano una serie di coincidenze allarmanti. E la cura da cavallo mandata giù dai greci dal gennaio 2010 ad oggi - incrociando le dita - rischia di essere la fotografia, almeno in parte, di quello che toccherà a noi. Vediamo.
I tagli a stipendi e pensioni. Dopo la prima visitina di Ue-Bce e Fmi ad Atene di quel gelido gennaio, la situazione ellenica è precipitata in poche settimane e la Troika, in cambio degli aiuti necessari a evitare il default, ha obbligato il governo Papandreou a una serie di drastiche e ripetute misure d'austerity. Risultati (certificati da una presentazione recentissima dell'esecutivo): gli stipendi dei dipendenti pubblici sono stati ridotti del 15% in media, una mensilità (la 14esima) è stata eliminata mentre la 13esima è stata quasi dimezzata. Il taglio alle buste paga nelle aziende statali è stato del 30%, quelle nel settore privato del 15-20% circa. Le pensioni statali sono state ridotte del 22% sforbiciando centinaia di lavori (dai trombettisti ai presentatori tv) dall'elenco delle professioni usuranti. La quota eccedente i mille euro delle baby pensioni è stata ridotta del 40%. Per gli assegni d'anzianità normali, c'è stata una riduzione del 20% di quella oltre i 1.200 euro. L'età pensionabile salirà a 63,5 anni nel 2013 e a 65 dal 2015.
Stato a dieta e nuove tasse. Il settore pubblico perderà entro il 2015 oltre 176mila posti, il 20% del totale. Oltre 30mila dipendenti finiranno in mobilità entro fine anno. La riforma Kallikratis ha già cancellato 709 tra Comuni e Provincie e ha ridotto le Regioni da 57 a 13. Gli amministratori pubblici sono così scesi da 21.200 a11.800. L'orario di lavoro negli uffici statali è stato alzato da 37,5 a 40 ore alla settimana. Gli ospedali pubblici sono stati ridotti da 131 a 82, l'acquisto di farmaci e le ricette sono stati informatizzati per evitare abusi ed è in via di chiusura una delle tre reti della tv di Stato. L'Iva su una lunga serie di beni è stata alzata dall'11 al 23% e nelle scorse settimane è stata approvata una patrimoniale sulla casa per due anni pari a una cifra tra 4 e 10 euro al metro quadro. Privatizzazioni (per 50 miliardi) e liberalizzazioni delle professioni sono state varate, ma marciano a rilento per la resistenza delle potenti lobby elleniche. Sull'evasione (la Grecia è l'unico Paese d'Europa messo peggio dell'Italia su questo fronte), per ora pochi successi. Il risultato. La cura, per ora, ha rischiato di ammazzare il cavallo. Il pil greco continua a scendere (-5,5% quest'anno, -2,5% nel 2012) il suo rapporto con il deficit (10,6% a fine anno) è superiore al previsto, la disoccupazione è schizzata al 17,6% con punte del 40% tra i 15-24enni. Le banche hanno rinunciato al 50% dei loro crediti con la Grecia, la Troika ha stanziato 230 miliardi di aiuti, una cifra pari più o meno al pil del Paese e ha stretto ogni mese di più il controllo sulla sua gestione (una task force di 25 persone - guidata da un tedesco - è sistemata in pianta stabile nei principali ministeri). "Atene, gennaio 2010" si è trasformato per i cittadini ellenici in un film dell'orrore. Il sequel "Italia, novembre 2011" è appena al primo tempo. Sperando che a noi tocchi l'edizione con il lieto fine.
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08/11/2011 13:05:50 |
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gli amici di rosetta e pippo marra (e chinellato se li ascolta tutti i giorni)
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Venerdì 11 novembre su Te la do io Tokyo (Centro Suono Sport 101.500 Roma) andrà in onda lo speciale Soros - A.S. Roma. Dagli atti ufficiali della Consob i fatti reali come appurati dalla commissione di indagine su quanto accaduto.
"...per tanto l'espressione utilizzata nel comunicato del 26 febbraio 2008 circa la totale infondatezza delle notizie contenute negli articoli di stampa risulta coerente con la realtà dei fatti come emerso dagli elementi raccolti durante le indagini...."
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26/10/2011 20:07:55 |
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Chinellato -
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oh tacconi ciuccia la banana
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27/09/2011 09:26:50 |
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CHINELLATO MO NDO CAZZO VAI?
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9 COMMENTI 234Tweet il 4 ottobre grande festa d'addio in via veneto Pochi spettatori: chiude il Bagaglino Dopo 46 anni, si fermano lustrini, politici e barzellette al Salone Margherita. Diede il successo alla Marini e alla Prati. Pingitore: la politica di una volta rideva di piùil 4 ottobre grande festa d'addio in via veneto
Pochi spettatori: chiude il Bagaglino
Dopo 46 anni, si fermano lustrini, politici e barzellette al Salone Margherita. Diede il successo alla Marini e alla Prati. Pingitore: la politica di una volta rideva di più
ROMA - Pierluigi Pingitore conferma una notizia caduta a sorpresa nel mondo del teatro romano: dopo 46 anni di spettacoli e successi, di balletti e battute, di lustrini e scollature il Bagaglino chiude i battenti e passa la mano.
L'ingresso del Salone Margherita (Jpeg) CONTRATTO NON RINNOVATO - Il gestore della elegante Sala Umberto, per tanto tempo il tempio liberty della risata alla romana, non ha rinnovato l'impegno con Pingitore e i suoi attori; la televisione pubblica e privata non ha riacceso le telecamere e sono rimasti senza palcoscenico i tanti che proprio qui sono nati o hanno visto confermato il loro successo da Gabriella Ferri a Oreste Lionello, da Enrico Montesano a Gianfranco d'Angelo, da Valeria Marini a Pamela Prati, da Leo Gullotta a Pippo Franco a cento altri divenuti familiari prima agli spettatori che affollavano il teatro, poi alle grandi platee del varietà televisivo, prima della Rai e dalla metà degli anni Ottanta su Mediastet, fino ad essere lo svago preferito delle serate di Berlusconi fresco primo ministro.
Il Bagaglino va in pensione
Leo Gullotta e Valeria Marini, due star del Bagaglino (Ansa) QUASI 50 ANNI DI CABARET - «Dopo tanti anni, si può anche chiudere senza troppi rimpianti e senza polemiche» dice filosoficamente Pingitore, che si è trovato a contrastare negli ultimi tempi un calo di spettatori. Tuttavia promette un'uscita di scena clamorosa e divertente come i suoi spettacoli, ovvero una grande festa con tanti protagonisti, che si svolgerà il 4 ottobre a Elle, uno dei locali alla moda di via Veneto. Pingitore (prima in coppia con Mario Castellacci, poi da solo) è stato da sempre l'anima e il motore, il regista, l'autore e il talent scout del suo teatro. Tutto cominciò cinquanta anni fa, quando un piccolo gruppo di giornalisti di destra pensò di scendere in campo e contrastare il successo dei cabaret di sinistra, che aveva in Dario Fo il suo portabandiera. Affittarono un piccolo locale in vicolo della Campanella, presso piazza Navona. Sperando di avere almeno venti spettatori a sera, in realtà, cominciarono a fare esauriti da duecento persone. Decisero allora di ampliare l'attività e scelsero il palcoscenico del Salone Margherita, ristrutturato ed elegante nei suoi volumi liberty.
Uno dei cast del Bagaglino: al centro Pingitore (Ansa) IN TV - Lì nacquero spettacoli oramai mitici come Dove sta Zaza, Mazzabubu e poi Biberon che venne ripreso prima dalla Rai, poi divenne un pezzo forte delle reti Mediaset. Il Bagaglino allora fece da specchio deformato agli anni della Prima Repubblica e non solo. Fu allora vincente la formula di uno spettacolo, fatto di balletti ammiccanti, di battute graffianti, di caricature dei big della politica. Fra mille e mille scenette, fra tanti aneddoti che forse aspettano chi li sappia raccontare, Pingitore ama raccontare l'incontro in palcoscenico fra Oreste Lionello magnificamente truccato da Andreotti e l'Andreotti vero che si scioglieva dalle risate; oppure la serata in cui Antonio Di Pietrò lanciò una torta in faccia a Schifani. E forse - lascia intendere Pingitore - perfino la politica era meglio una volta, quando era disposta a ridere di se stessa. (fonte Ansa)
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21/09/2011 12:52:03 |
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Chinellato - TUTTA LA CURVA !
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MI DIVERTO SOLO SEEEEE SOLO SE SBORA PJANIC SBORRA PIANO PJANIC E JE LO FICCA PIANO PJANIC
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