Comunicato North Side '94, Chievo Verona
Abbiamo sempre combattuto per i nostri ideali rimanendo al fianco di questa nostra piccola grande squadra con passione e con una linea di condotta esemplare. pochissime multe, pochissime diffide, mai guerriglie urbane; a volte abbiamo sbagliato, ma abbiamo pagato senza mai tirarci indietro di fronte alle nostre responsabilità. Lo abbiamo sempre fatto a modo nostro, andando controcorrente a certe tendenze curvaiole, non ci siamo mai definiti ultras perché ci dissociamo da quel modo di vivere lo stadio e, permettetecelo, se oggi la tifoseria del Chievo è conosciuta come “buona” e genuina è per un 90% merito nostro. Buoni, però, fa anche rima con coglioni, e di questo ci siamo stancati. Non è un segreto che noi abbiamo sempre collaborato con chi deve gestire l’ordine e la sicurezza allo stadio. abbiamo sempre dichiarato i nostri striscioni sia in casa che in trasferta proprio nel segno di una trasparenza visibile e palpabile, senza aver nulla da nascondere. Dopo le nuove leggi speciali, siamo stati tra i primi, forse veramente gli unici, ad intraprendere un percorso di collaborazione reale con le istituzioni, andando direttamente a Roma a parlare con i responsabili dell’osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, ma anche, rimanendo dentro le mura di casa, con il questore di Verona. Tante belle parole e la prospettiva di voler premiare le tifoserie virtuose (e chi più di noi lo è dopo una decina di premi quali miglior tifoseria?). A noi che ci siamo sempre comportati allo stesso modo sia prima che dopo queste leggi opprimenti che negano la libertà, non solo di tifo, ma anche di opinione e di espressione, invece ci viene negato quello che a tante altre tifoserie più violente viene concesso. Fin da piccoli ci insegnano i valori dello stato e dell’unità nazionale, ma nel calcio non è così. Il parlamento ha emanato una legge (tralasciamo i motivi di questa legge che agevolano più il business e la confusione a discapito della sicurezza e dell’ordine pubblico), ma ogni questura la interpreta a proprio modo. Al Bentegodi infatti non si possono introdurre megafoni, non si possono introdurre tamburi, non si possono introdurre nemmeno le bandiere, o meglio, le bandiere fornite di asta in plastica, tutto in nome dell’ordine pubblico, la stessa motivazione che ci diedero anni addietro per negarci la possibilità di stabilirci permanentemente in curva nord (salvo poi, sempre per ordine pubblico, farci traslocare nei derby). Ci aspettavamo che fosse così in tutti gli stadi, ma girando l’Italia ci siamo accorti del contrario. Tutti possono introdurre le loro bandiere senza autorizzazione, alcuni hanno anche mezzi di diffusione sonora e tamburi, tutti strumenti che non hanno mai ucciso nessuno. Ma a Verona, con la tifoseria più virtuosa d’Italia, questo non è possibile. Poi un giorno il Chievo gioca a Catania e scopriamo che due tifoserie possono sedere una affianco all’altra e la tifoseria ospite deve passare per forza di cose sotto, o comunque dietro, la curva locale. Scopriamo che per legge hanno abolito la scorta, ma c’è un solerte uomo della questura che prima di farci entrare dentro il settore fa un bel dvd con la “sua” videocamera ai violenti tifosi del Chievo. All’uscita dal Massimino veniamo circondati e le prendiamo, ma questo andando in giro per gli stadi può capitare, in fondo se uno si compra una macchina l’incidente o la multa sono sempre dietro l’angolo…Quello che fa più male è l’assenza dello stato, che non tutela i cittadini (ebbene si, siamo cittadini prima che tifosi..) che si comportano bene e li mette alla stessa stregua di coloro che si rendono protagonisti di atti violenti. Noi conosciamo uno stato solo, c’è una legge sola, ma ogni questura la interpreta come vuole. Noi ci siamo rotti le palle di aver, pur collaborando, più restrizioni di altri e di essere collaborativi con chi applica le leggi a seconda dell’umore con cui si alza la mattina e diciamo BASTA da oggi il north side ’94 azzera il proprio direttivo, non esporrà più alcuno striscione né in casa né in trasferta, non ci sarà più nessun referente né portavoce, non ci sarà più nessuno che si metterà in ringhiera a lanciare i cori. Con questo gesto non vogliamo emulare altre tifoserie, avremmo potuto farlo molto prima, né tanto meno questo comunicato traghetterà il gruppo verso un'altra mentalità più antagonista, ma pensiamo che con la nostra resa naufraghino tutti gli appelli (finti!) di dialogo che le istituzioni lanciano. Schifati da questo sistema, ma innamorati di questa maglia e legati al nostro striscione, continueremo a portare avanti i nostri ideali e a tenere alti i colori gialloblù in casa ed in trasferta. il momento è duro, ma se sapremo serrare maggiormente le fila e stringere i denti tutti insieme usciremo più forti e compatti di prima.
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