Chi scrive sono alcuni di quei ragazzi che da decine di anni, quindi ben prima che tutti gli attuali calciatori oggi in organico vestissero la Maglia della Roma, seguono la suddetta Maglia (meglio chiarire sin da subito quale è la nostra priorità) ovunque in Italia ed in Europa. Quei ragazzi avverso i quali con puntuale frequenza vengono spesi aggettivi ed epiteti di sdegno e condanna, che poi, se qualcuno non se ne fosse accorto, sono le medesime persone che vengono esaltate quando si parla di coreografia e tifo. La presente per far conoscere alla massa un episodio piuttosto fastidioso occorso durante la trasferta di Cagliari e che vede direttamente coinvolto quel calciatore che tutto il mondo ci invidia per le doti tecniche che possiede. Siamo consapevoli che una critica al tanto amato Totti possa risultare quasi sacrilega per la "piazza" romanista ma, come accade nei nostri confronti, riteniamo corretto anche far conoscere al prossimo che certi atteggiamenti andrebbero evitati, soprattutto da parte di chi ama sovente proclamarsi come emblema di una squadra e di una città (anche se su questo avremmo molto da obiettare). Venendo ai fatti. Al termine della partita di Cagliari, trasferta logisticamente difficile e costosa nonchè certo non di peculiare interesse in un campionato da tempo definito, il solo calciatore Faty si è spontaneamente avvicinato al settore ospiti per regalare la propria maglia (un breve inciso: molti non sanno che tutte quelle maglie da noi "prese" vengono sempre donate a ragazzi meno fortunati che non hanno la possibilità di seguire la squadra e per i quali un pezzo di stoffa può rappresentare una piccola gioia tra molte avversità). A fronte dei continui ed insistiti richiami di parte del settore (molti romanisti di Sardegna per cui la visione dal vivo di un proprio beniamino una volta l'anno può assumere giusta e comprensibile rilevanza), il calciatore Totti, con andatura trascinata e svogliata si portava lentamente verso il settore fermandosi all'altezza della linea del fallo laterale, circa 20 metri. A tal punto, dopo una breve osservazione, forse non riscontrando nulla di suo gradimento, si girava di spalle e, con atteggiamento sempre più svogliato, si sfilava i pantaloncini consegnandoli (sia chiaro, sempre girato e senza mai rivolgere il volto alla curva) alla sua ombra Vito Scala con gesto ampiamente infastidito. Quest'ultimo veniva lui sotto il settore ad espletare la sua corvèè di giornata, e tirava i pantaloncini che, peraltro, rimanevano sulla rete superiore. In tutto questo il calciatore Totti non si girava mai verso la curva, sino a scomparire nell'ingresso degli spogliatoi. Orbene, vorremmo che fosse chiaro che tale atteggiamento da parte di Totti e di qualunque altro calciatore abbia l'onore di vestire la Maglia della Roma non è accettabile. Ribadito che a noi non interessa la "beneficenza" di pantaloncini, magliette e ammenicoli vari come la dazione di un osso ai cani affamati, è necessario che questi strapagati signori abbiano più rispetto per chi segue la Roma da anni e sempre la seguirà, indipendentemente da chi vesta quella Maglia, dai risultati, dai luoghi. La Roma è la città e la gente, non i calciatori di passaggio, chiunque essi siano. In tutto questo concludiamo nel riportare che tale pensiero è stato anche fatto presente allo stesso Totti all'aeroporto di Cagliari. Anche in tale contesto il suddetto calciatore ha ritenuto di delegare ogni parola alla sua ombra Vito Scala che, evidentemente, tra i suoi compiti, ha anche quello di sopperire alla non volontà espressiva. Successivamente, i pantaloncini a noi non graditi sono stati restituiti allo stesso Vito Scala questo sempre perchè il calciatore Totti, evidentemente infastidito dal richiamo ad un maggiore rispetto subito al suo arrivo in aeroporto, ha "inviato" il suo factotum anche per esperire questa incombenza di ritiro, dimostrando ancora una volta la scarsa dimestichezza con la capacità di interlocuzione con coloro che sono la fonte del suo stipendio. Ultras dell'A.S. Roma Tifosi della Maglia
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