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02/09/2008 12:26:53 |
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la verità è.......
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...basta coi brasilani nella roma!!!!
volemo l'argentini,che so imparentati con gli esuli nassisti
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02/09/2008 01:33:02 |
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caciara ci siamo quasi....mo l'inglese mettitelo ar culo!!!
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Cern di Ginevra, ricorsi senza molte speranze per bloccare il super-acceleratore di Giuseppe Caravita commenti - | | 1 settembre 2008
La fine del mondo in diretta, e in eurovisione, per il prossimo 10 settembre? Non la si potrà perdere di, sicuro, perché, sostengono alcuni, un piccolissimo buco nero nato a Ginevra potrebbe risucchiare, progressivamente, tutta la materia del pianeta, noi stessi e forse l'intero universo. Un buco nero creato artificialmente, dal grande acceleratore di particelle Lhc (Large hadron collider) del Cern, il laboratorio internazionale di fisica di Ginevra, che appunto il 10 settembre comincerà a far girare nel suo anello di 27 chilometri i primi fasci di protoni, accelerandoli alle velocità del big bang primordiale, per poi farli collidere tra loro, in urti frontali capaci di spezzarli, e quindi di rivelare che cosa c'è al loro interno, forse il segreto della gravitazione e persino di altre dimensioni.
Per Otto Rossler, chimico tedesco, ma anche per Walter Wagner e Luis Rancho questo grande esperimento, costato decenni di investimenti da parte di 20 paesi (6 miliardi di euro) il 10 settembre potrebbe essere il giorno più nero, e definitivo, del genere umano. L'accusa al Cern è di non aver considerato il rischio della creazione, all'atto delle collisioni protoniche ad altissima energia, dei minuscoli buchi neri. E della possibilità che entrino in una traiettoria di crescita esponenziale, praticamente inarrestabile.
Rossler, docente alla Eberhard Karls University, si è pertanto rivolto, con altri colleghi, alla Corte europea dei diritti umani per ottenere, a tamburo battente, un'ingiunzione di stop del grande esperimento. Rifiutata venerdì scorso, ma sul suo ricorso la Corte dovrà comunque pronunciarsi, ed esaminarne la sostanza scientifica entro l'attivazione dell'anello sotterraneo ginevrino. Wagner e Sancho (il primo un orticultore con studi in fisica, il secondo un teorico abbastanza oscuro) invece già lo scorso aprile si erano rivolti alla Corte di Honolulu (di diritto Usa) con una denuncia analoga. E anche la Corte dovrà emettere sentenza nei prossimi giorni, prima del fatidico10 settembre.
Ambedue i ricorsi però non hanno molte speranze di passare. Già nel 1999 Wagner eccepì gli stessi rischi di fine del mondo per l'esperimento con gli ioni pesanti dell'acceleratore Rhic di Brookhaven (da lui definita come "macchina del Big Bang che avrebbe potuto distruggere la terra") ma, dopo un'indagine difensiva da parte del laboratorio di Brookhaven (e insieme del Cern) scattò anche legalmente la luce verde, e ovviamente nulla di inimmaginabile successe.
In pratica, spiegano i fisici, da miliardi di anni i raggi cosmici, ovvero fasci naturali di particelle estremamente cariche di energia, bombardano ogni millisecondo ogni corpo dell'universo, compresa la Terra e la Luna. La prima può difendersi (in parte) grazie alla sua protettiva atmosfera ma la seconda no. E queste radiazioni entrano nei nuclei atomici, li spaccano, creano per tempi infinitesimi al cosiddetta "radiazione di Hawking", ovvero microscopici buchi neri di durata infinitesimale, ma poi tutto finisce lì. In miliardi di anni nessun evento rilevato di crescita esponenziale indotto da collisioni. Poco a che fare con i veri buchi neri, ovvero l'implosione su se stesse di gigantesche stelle morenti, le supernovae, fino al punto del collasso gravitazionale e la formazione del conseguente buco nero assorbitore di materia.
Questi gli argomenti ripetuti, ormai da anni, dai fisici delle particelle, e ripresi ieri da James Gillies, portavoce del Cern: "Non vi è nulla di nuovo in questo ricorso. Nulla che non sia stato analizzato e già ampiamente confutato in passato". Spiacerà forse a qualcuno, ma il gran finale che nessuno potrà perdere non andrà in onda il prossimo 10 settembre. Testimone la nostra vecchia luna, con i suoi miliardi di anni onorevolmente portati. Forse, invece, da quella notte avremo qualche sorpresa e indizio in più, sulle leggi profonde dell'universo in cui viviamo
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92333
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01/09/2008 19:31:48 |
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eh si proprio come da noi........moggi docet
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Minuto di ritardo fatale Nacional k.o. a tavolino
E' accaduto ieri nel campionato uruguaiano: l'arbitro Prudente ha assegnato la vittoria per 2-0 al Villa Española per l'ingresso in campo 60 secondi dopo l'inizio previsto della gara dei padroni di casa. Il risultato, tuttavia, deve ancora essere omologato
MILANO, 1 settembre 2008 - Cos'è un minuto? Sessanta secondi: in concreto, un nonnulla. Altrimenti, un ritardo irrecuperabile. Ecco, questa seconda opzione andrebbe utilizzata per il Nacional Montevideo. Che per colpa di un minuto si è visto assegnare una sconfitta a tavolino in campionato. PUNTUALITA' - Così si sono svolti i fatti. Ieri pomeriggio (ora uruguaiana) c'era in programma la partita tra il Nacional, appunto, e il Villa Española, neo-promossa nella massima serie. Alle 15.30 l'arbitro Liber Prudente (nomen omen) avrebbe dato il fischio d'inizio. Ma l'ex squadra di Fonseca, Recoba e Aguilera, a quell'ora non si era ancora presentata al campo. Peraltro il suo, visto che giocava in casa. Il Villa Española, invece, da ben sei minuti attendeva l'arrivo dei rivali. TROPPO TARDI - Un minuto dopo le tre e mezza pomeridiane, ecco spuntare il Nacional. "Tutto pronto, alé, si comincia. Scusate il ritardo, adesso possiamo giocare". E invece no. L'arbitro Prudente fischia la fine della partita, assegnando il 2-0 a tavolino agli ospiti. "Il Nacional non è arrivato in tempo utile". Inutili le contestazioni dei giocatori, che peraltro hanno scatenato indirettamente i tifosi sugli spalti. Il direttore di gara ha dovuto lasciare lo stadio solo scortato dalla polizia, mentre al di fuori impazzavano gli scontri. LA DIRETTIVA - Il risultato a tavolino, tuttavia, deve ancora essere omologato. La decisione di Prudente ha comunque un suo perché. Di recente, infatti, un tribunale della Federcalcio dell'Uruguay aveva invitato gli arbitri alla massima severità per far rispettare l'orario d'inizio delle partite. Che spesso cominciavano con diversi minuti di ritardo. Per cui il buon Prudente ha soltanto rispettato una direttiva imposta dall'alto. Certo, però, che sessanta secondi sono proprio pochini
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92274
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01/09/2008 11:45:26 |
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dice che....
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il gestore di un noto sito romanista,non aggiorna perchè.... .....impedito da impedimenti lidensi
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28/08/2008 12:54:05 |
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che schifo i terroni mafiosi che schifo....
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La giunta di Comiso ha deciso: il nome "Pio La Torre" non piace ai cittadini del comune del ragusano, quindi si torna all'antico, cioè a quel "Vincenzo Magliocco" con cui lo scalo fu fondato negli anni '30. Poco importa se il nome di La Torre è legato alla lotta alla mafia, mentre quello di Magliocco alla guerra fascista.
La ridenominazione. La scelta di cambiare nome all'aeroporto di Comiso è stata presa lo scorso 30 aprile, a 25 anni dalla morte di Pio La Torre. In quella data l'ex sindaco di Comiso invitò in comune gli allora ministri D'Alema e Bianchi, che atterrarono in Sicilia con il primo volo civile diretto a Comiso, fino ad allora scalo riservato ai mezzi militari. Per dare maggior peso alla riconversione ad aeroporto civile, costata 60 milioni di euro, si decise di intitolarlo a Pio La Torre, parlamentare del Partito Comunista, ucciso dalla mafia nel 1982. In precedenza lo scalo aveva il nome del generale dell'aeronautica Vincenzo Magliocco, caduto durante la guerra di Etiopia nel 1936.
Il sindaco. Il neo sindaco di Alleanza Nazionale, eletto a giugno, Giuseppe Alfano si giustifica: "Non vogliamo mettere in discussione la figura e gli straordinari meriti di La Torre, ma riteniamo più giusto conservare una denominazione che fa parte da più di mezzo secolo della memoria collettiva della città". La delibera della giunta è stata presa basandosi su un sondaggio effettuato sul sito web dell'amministrazione: "Come rileva un sondaggio effettuato a suo tempo - prosegue il sindaco - l'intitolazione a La Torre aveva riscontrato scarso gradimento fra i cittadini".
Le reazioni. La scelta della giunta di Comiso ha innescato le reazioni del mondo politico, in particolare del centro-sinistra. Per Pippo Digiacomo, ex sindaco di Comiso e oggi parlamentare regionale del Pd, La Torre è stato ucciso due volte: "Fa parte di un'antica consuetudine siciliana uccidere le persone due volte: prima fisicamente e poi nella memoria".
Anche il leader del Partito Democratico Walter Veltroni è intervenuto sulla vicenda: "Cambiare nome all'aeroporto di Comiso è una scelta che non offende solo la sua memoria ma quella di tutti i siciliani onesti che sperano e credono che sia possibile costruire un futuro diverso e migliore per la propria terra - che prosegue -. Voler cancellare la memoria di uomini che rappresentano un patrimonio collettivo e non di parte è un atto arrogante e davvero incomprensibile.Non è questa la strada per restituire alla sicilia e al mezzogiorno orgoglio e memoria di se e del proprio passato migliore".
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91741
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25/08/2008 14:28:40 |
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quella volta che....
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....spadino ce prese le botte!!!!!!! chi c'era ....sa...
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