Hamsik: "Vado a 140 all'ora A Napoli non mi multano" Il centrocampista azzurro rivela: "Gli agenti non mi puniscono perché mi riconoscono". La rettifica di alcuni siti napoletani sulle parole dello slovacco: "Traduzione alterata, era solo un discorso ipotetico" Mail Stampa 98 commenti OkNotizie badzu Condividi su MySpace! Facebook Gazzatown Marek Hamsik, terza stagione al Napoli. Ap NAPOLI, 12 ottobre 2009 - Il modo migliore per smaltire le scorie dell'inattesa sconfitta con la Slovenia è correre velocemente sui cattivi pensieri. Marek Hamsik ha colto l'occasione ieri a Bratislava: qualche giro sul kart e una confessione relativa alle strade napoletane e ai posti di blocco, sospesa tra il serio e il faceto. Il centrocampista del Napoli, ospite del "promo action" del Red Bull Racing, team austriaco di Formula 1, è salito su un kart con un casco regalatogli dal pilota tedesco, Sebastian Vettel, mantenendo rigorosamente bassa la velocità. Salvo, poi, confessare scherzando: "A Napoli mi capita di guidare anche a 140 all'ora, ma gli agenti non mi puniscono perché mi riconoscono", ha detto ai cronisti della Pravda. Ironia, autografi e relax: dopo la sconfitta casalinga di sabato con la Slovenia, un capitombolo che ha rovinato una festa annunciata, mercoledì la sua Slovacchia dovrà vincere in Polonia per conquistare la prima, storica qualificazione a un Mondiale. Marek giocherà e giovedì mattina tornerà in Italia.
rettifica di corsa — Alcuni siti napoletani gettano acqua sul fuoco sulle dichiarazioni rese dello slovacco in patria. Hamsik avrebbe solo risposto alla domanda su come vivesse a Napoli dicendo: " Mi trovo benissimo e sono trattato come un re, sono talmente famoso, che se anche se andassi in auto a 140 all'ora in città nessuno mi fermerebbe o mi farebbe la multa". Si dicono "esterrefatti" i vigili urbani di Napoli per le dichiarazioni di Hamsik. La Polizia municipale è pronta a verificare le dichiarazioni rilasciate dal calciatore, che potrebbe essere anche convocato per spiegare bene cosa sia successo e dove sarebbe stato fermato dai vigili. Non è la prima volta che il centrocampista slovacco balza agli onori delle cronache. Nel dicembre 2008 finì al centro di un piccolo caso dopo che due malviventi gli sottrassero un Rolex da 25mila euro in pieno centro. L' orologio - come dichiarato dallo slovacco alla Pravda, quotidiano del suo Paese - fu recuperato da alcuni tifosi napoletani e subito riconsegnato alla Polizia. "Mi sta aspettando alla stazione di polizia di Napoli", disse testualmente il centrocampista al giornale, per poi smentire tutto appena tornato in città dopo le feste natalizie.
il casco del pocho — Sportivi, professionisti e personaggi pubblici. I calciatori hanno un rapporto con Napoli da sempre particolare. Amati e coccolati dal tifo, spesso ne approfittano concedendosi qualche goliardata fuori le righe. Altro caso celebre ha coinvolto nel giugno scorso Lavezzi e l'ex portiere azzurro Navarro. I due si sono lasciati "immortalare" dai ciak e dalle piccole telecamere dei telefonini mentre scorazzavano a bordo di un motorino in un' area riservata ai pedoni di un quartiere centrale di Napoli. Il casco era ben messo sul capo di entrambi - quello dell' argentino era un elemetto simile a quelli utilizzati dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale - i due calciatori si fermarono, divertiti, a far autografi e foto con i loro beniamini.
Nicola Sellitti
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