Anno di fondazione dell'ASR
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BOC User
11/01/2011 08:41:23
E ce so pure i panzoni cojoni che lo hanno votato convinti...
SIAMO alle comiche finali, come direbbe il suo ex capo, Gianfranco Fini. L'ultima trovata di Gianni Alemanno, sindaco per caso della capitale, sarebbe quella di chiamare come vice Guido Bertolaso, il Capitan Terremoto appena pensionato dalla Protezione civile.

Un colpo di teatro che dovrebbe risollevare l'immagine dell'amministrazione capitolina, in caduta libera. Il sondaggio annuale del Sole 24 Ore indica Alemanno fra i sindaci meno amati d'Italia, soltanto un'incollatura davanti ai casi disperati del palermitano Cammarata e della napoletana Russo Iervolino. Con tutte le perplessità che evoca la figura di Bertolaso, si tratterebbe in ogni caso di un passo avanti. Indietro, del resto, era difficile compierne. Da tre anni i romani assistono al bizzarro esperimento di una grande capitale dell'umanità governata da una curva di ultras della politica. Un pugno di ex camerati del Fronte della Gioventù romano, più parenti e amici, proiettati da un destino crudele (e dall'imbecillità degli avversari politici) verso una missione impossibile. Governare una città che ha la popolazione e il bilancio di un piccolo stato europeo, e la storia di molti messi insieme. Per qualche tempo i romani, anche chi non l'aveva votato, ha sperato che Alemanno e i suoi potessero farcela. Così come si tifa allo stadio per una squadra di terza categoria giunta in finale. Ma ora il fallimento è conclamato e perfino ammesso.

Gianni Alemanno è stato per tre anni il sindaco marziano di Roma, senza un rapporto vero con la città.
Distante, impaziente, forse persino deluso da una vittoria insperata che gli ha negato una più comoda poltrona di ministro, alle prese con problemi troppo più grandi di lui. Circondato per giunta da una compagnia di fedelissimi, pronti a sfoderare il pugnale per difenderlo, magari in cambio di un posto per il cognato o la prozia, ma del tutto inadeguati a compiti di governo. Ha svolto il compito di malavoglia, eccitato soltanto dalla possibilità di fare ogni tanto annunci d'ispirazione marinettiana, come la demolizione di Tor Bella Monaca, l'abbattimento delle opere di Meyer o il gran premio di Formula Uno all'Eur. E dire che s'era guadagnato il voto con la critica alla "politica spettacolo di Veltroni". Prima della cultura, dei festival, dei concertoni e concertini, diceva Alemanno, bisogna pensare alle buche nelle strade, alla criminalità, all'economica cittadina. La cultura infatti è quasi azzerata, ma non così le buche e i buchi in bilancio. I romani, tolleranti ma non fessi, se ne sono accorti e gli indici di popolarità sono crollati. Al disastro finale ha pensato la rapinosa compagnia dei collaboratori, con una serie di scandali all'insegna del "tengo famiglia".

Ora il marziano sindaco pensa di rimontare affiancandosi un marziano vice, ancora più bravo a fare annunci mirabolanti in televisione. Si tratta comunque, già dal nome, dell'ammissione di uno stato d'emergenza. Se fallisce anche la mossa Bertolaso, si può provare col mago Silvan e Harry Potter. Oppure dimettersi e fare posto a uno del mestiere. Tanto una poltrona da ministro ad Alemanno non gliela toglie nessuno. E al governo l'incompetenza non è un problema.
139540
BOC User
11/01/2011 08:22:10
...
Jamel, nel Land del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, Germania. E' solo un piccolo villaggio non lontano da Wismar sulle rive del Mar Baltico, fino a vent'anni fa parte della Germania Est, quella del socialismo reale.

Come in altre zone dell'ex Germania comunista, si è verificato un caso che dà da pensare a sociologi ed esperti di politica. Qua infatti abbondano i neo nazisti. A Jamel in particolare vivono solo neo nazisti e una bella svastica fa capolino sul cartello di benvenuto quando si arriva in città. Tutti nazisti? Non proprio: una coppia, i signori Lohmeyer, giunti qui da alcuni anni, resistono, organizzando ogni anno un bel festival rock nel giardino di casa. Jamel è il caso limite di una situazione politica che preoccupa seriamente i politici tedeschi. Nel land in questione, membri del Partito Nazional Democratico (neo nazista) siedono in parlamento dal 2006.

Ma mai nessuno sarebbe arrivato a immaginare un intero paese di nazisti. Qui a Jamel, infatti, spadroneggia un certo Sven Kruger, esponente del Partito Nazional Democratico. Un personaggio talmente inquietante che di fatto è riuscito a spaventare gran parte dei residenti e farli fuggire. Di conseguenza, lui e i suoi accoliti neo nazisti hanno comprato per pochi soldi quasi tutte le case di Jamel. Quando i signori Lohmeyer si sono qui trasferiti cercando rifugio dalla vita metropolitana, pensavano di trovare solo qualche esponente estremista. Invece hanno trovato case abbandonate, strade sporche, gruppi di skin heads che li salutavano facendo il gesto nazista. Nei boschi circostanti, bisogna fare attenzione a proiettili vaganti: qui infatti gli abitanti si radunano a fare corsi di addestramento armato. Per costoro, Jamel è una "zona liberata". Qui si festeggia il compleanno di Hitler. Ma i Lohmeyer non se ne andranno. Hanno fatto della resistenza a Jamel lo scopo della loro vita. Ogni anno organizzano nel giardino della loro abitazione un festival rock con la sponsorizzazione del governatore socialista del Land. Fino a quest'anno, quando i neo nazisti hanno persino scavalcato le cancellate e attaccato i partecipanti al festival.

Jamel intanto è diventato luogo di pellegrinaggio per i neo nazisti di mezza Europa. Quando Kruger si è sposato, recentemente, ne sono arrivati a centinaia da tutta la Germania, dall'Olanda e dalla Svizzera. La cosa più sconcertante è che all'ingresso del paese troneggia un cartello che reca scritto: "Paese di Jamel, libero, sociale, nazionale". Il cartello indica la distanza dal paese natale di Hitler, Braunau, e da due città tedesche oggi parte di Polonia e Russia rispettivamente: Breslau, oggi Wroclaw, e Königsberg, Kaliningrad.
139527
BOC User
10/01/2011 17:02:37
e intanto manco questo...
Da molti accostato alla Roma, Giuseppe Sculli sembra però ormai molto vicino a vestire la maglia dell’altra squadra della capitale. Si sta infatti svolgendo proprio ora l’importante incontro tra Claudio Lotito e Stefano Capozucca, nel quale si sta parlando soprattutto di un probabile scambio con Bresciano. Nel caso la trattativa andasse in porto, la Lazio dunque andrebbe ad accontentare l’allenatore Edi Reja, il quale ha già detto di aspettare a braccia aperte l’attuale esterno rossoblu.

CE MANCANO ESTERNI DE CENTROCAMPOOOOOOOOOOOO
139424
BOC User
08/01/2011 13:18:14
a coquinà...
ma na ricetta veloce per mangiare domani durante la partita??
139408
BOC User
07/01/2011 16:48:42
oggi come ieri...
139336
BOC User
05/01/2011 15:44:09
...
139300
BOC User
05/01/2011 09:28:55
si ma...
chi sei?
139260
BOC User
03/01/2011 14:38:21
si comunque...
resta er fatto che uno co' la panza de simone su certi argomenti nun dovrebbe proprio scrive...
139259
BOC User
03/01/2011 14:35:18
mentre dite stronzate...
...è morto il grande Pete Postelthwaite.

ONORE ALL'AVVOCATO KOBAYASHI!!!!!!!!
139213
BOC User
01/01/2011 18:23:15
a proposito de calendari...
- maya
+ maiale

BPT
139204
BOC User
31/12/2010 19:12:18
ma...
la soluzione del rebus nel banner???
in ogni caso è il primo capodanno dopo aver conosciuto la boc.
M'avete cambiato la vita.
ve vojo bene!
buon anno!
139185
BOC User
30/12/2010 22:30:23
e invece...
Queste potrebbero essere le ore decisive per il passaggio di Mexes al Milan. Il difensore, con contratto in scadenza a giugno, può accordarsi con altri club a partire da adesso. Ieri però era arrivata la secca smentita da parte della presidentessa Rosella Sensi. Confermate infatti le voci che vorrebbero la società in trattative per il rinnovo. Secondo quanto riportato da sito milannews.it, è molto vicina la rottura tra le due parti.
139173
BOC User
30/12/2010 17:13:44
Bergomum ... ho fatto casino coi messaggi ...
... Ragazzi, domani non sparate i petardi che il mio cane si spaventa !
Cazzo, e' tre anni che alle 23,30 dell' ultimo dell'anno mi tocca andare sotto le coperte con lui per farlo stare tranquillo !
139141
BOC User
29/12/2010 17:14:31
mio dio...
http://www.romatiamo.net/content/angelucci-crisi-dopo-le-quote-di-libero-deve-vendere-anche-il-riformista
139114
BOC User
29/12/2010 10:26:42
er Coquinaro Cupidone...
...ma che ce vadano "la mano di Giacomo Leopardi e il cazzo di Casanova" è scontato... io pensavo che tu ce l'avessi... sennò che ce stai a fà qui sulla BOC?!?!?
139100
BOC User
28/12/2010 18:18:42
er Coquinaro Cupidone...
Caro Laziomè e se tu je scrivessi na lettera? una gajarda, piena d'amore e je la manni con un fiore...sevvoi te la scrivo io...ce mettemo TUTTO e così scoprimo se se po fa breccia ner core de sta ragazza...io te la scrivo volentieri tu...famme sapè...
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BOC User
24/12/2010 15:50:07
er Coquinaro intigna...
139004
BOC User
24/12/2010 11:05:08
madonna come je sta questo...
Il delirio del potere
di MASSIMO GIANNINI COME Charlie Chaplin con un gigantesco mappamondo tra le mani, Silvio Berlusconi contempla un orribile 2010 esaltando gli splendori del pianeta "pacificato" grazie alle sue virtuali capacità taumaturgiche, e non vede le reali miserie politiche ed economiche nelle quali sta precipitando il Paese che governa. Il presidente del Consiglio celebra il rito della conferenza stampa di fine d'anno tra la velleità ridondante del "Grande Dittatore" e la verbosità estenuante di Fidel Castro.

Il mondo gli deve tutto: lui ha "imposto a Obama e Medvedev la sigla del Trattato Start" sulle armi nucleari, lui "ha fermato i carri armati russi a 20 chilometri da Tbilisi", lui ha "suggerito a Gheddafi di dare una casa di proprietà di 25 metri quadrati a ogni libico", lui si occupa "da trent'anni di Medioriente, per sanare la ferita aperta tra israeliani e palestinesi".

Un delirio di onnipotenza imbarazzante. Che svanisce miseramente quando il Cavaliere è costretto suo malgrado a ripiegare lo sguardo sui disastri della povera Italia. Qui emerge un ricettario di impotenza inquietante. Il premier non ha una soluzione da offrire, per nessuno dei problemi che tormentano il Paese. Dalla governabilità politica alla crisi economica. Dal disagio sociale al divario inter-generazionale. Nell'eterna transizione italiana, Berlusconi non sa indicare alcun approdo. Sul piano dell'immagine, l'alluvionale "performance" di Villa Madama ci regala soprattutto questo: un leader non più
capace della "narrazione" che gli ha consentito di stravincere tre elezioni in quindici anni. Demiurgo con il sole in tasca, è ideale per cavalcare i tempi d'oro, ma del tutto inadatto a gestire i tempi di ferro. Parafrasando Ilvo Diamanti: l'uomo della Provvidenza non c'è più, l'uomo dell'Emergenza non c'è mai stato.

Sul piano politico, le quasi tre ore di vaniloquio berlusconiano ci consegnano un premier palesemente indebolito dalla vittoria di Pirro del 14 dicembre. Un premier costretto al puro galleggiamento, di qui all'inizio del 2011. In attesa del buon esito di un'improbabile, ulteriore tornata di affari al "mercatino di gennaio", come si conviene alla truce campagna-acquisti parlamentare avviata alla vigilia del voto sulla fiducia di due settimane fa. In attesa, soprattutto, della sentenza della Consulta sul legittimo impedimento, fissata per l'11 gennaio. Sarà quello il vero snodo della legislatura, perché al dunque, l'unica cosa che sta a cuore al Cavaliere è il suo destino processuale, dal quale non può scindere il suo destino politico. In questa quiete che prepara la tempesta, il Cavaliere navigherà a vista.

La sua lettura del quadro politico attuale e potenziale è un coacervo di contraddizioni. "Con tre voti di maggioranza si può governare", dichiara. Ma al tempo stesso proprio lui evoca i "governi di minoranza" che già guidano altre grandi democrazie, dalla Germania della Merkel all'America di Obama, passando per il Canada. È "ragionevole" aprire un tavolo con il Terzo Polo, annuncia. Ma poi quantifica in appena 325 la quota dei deputati raggiungibili di qui al prossimo mese: una Linea Maginot francamente modesta, e dunque destinata a franare comunque. Considera "irragionevole" il ritorno alle urne, ma poi torna lui stesso ad ipotizzare le elezioni anticipate, "se non dovessimo avere una maggioranza sufficiente in tutti e due i rami del Parlamento".

Tutto è il contrario di tutto. Con una sola certezza: l'orizzonte corto di questo governo e di questa maggioranza. Con un leader che mangia il panettone di Natale, ma non ha munizioni per fronteggiare il Generale Inverno che attanaglia il Paese. Al cronista che gli chiede conto dei dati ufficiali sui freschi record negativi italiani nella disoccupazione, nella competitività e nella pressione fiscale risponde solo "faccia un bagno di ottimismo". E alla domanda "ha in mente qualcosa di specifico" per fronteggiare queste emergenze, replica l'irreplicabile: "No, non ce l'ho". Testualmente. Detto dal capo di governo di un Paese con crescita zero e con i fucili puntati della speculazione internazionale, c'è da rabbrividire.

Come c'è da rabbrividire sul rilancio del "grande partito dei moderati". Al fondo, l'unico messaggio forte di questa kermesse berlusconiana di fine d'anno è l'ennesimo attacco devastante alla magistratura. Un ricatto ai pm, riuniti "in un'associazione per delinquere con finalità eversive": processatemi pure, poi ne risponderete in una commissione parlamentare d'inchiesta. E una minaccia ai giudici della Corte costituzionale, "organo non più di garanzia perché in mano alla sinistra": bocciate pure la legge sul legittimo impedimento, e la vostra sarà "una sentenza politica". Ineccepibile: è la versione berlusconiana della "leale collaborazione tra le istituzioni".
Ma qui, ancora una volta, sta la vera posta in gioco. Il ciclo politico berlusconiano si può chiudere com'era cominciato: con l'ossessione giudiziaria. La fuga dalla responsabilità penale, sanata per sempre dal suffragio popolare. Se l'11 gennaio la Consulta farà saltare questo nesso "sacrale" (e, nella visione tecnicamente totalitaria del premier, fondativo di un nuovo potere non tangibile e non imputabile) salterà il tavolo della politica. Berlusconi imboccherà la via delle elezioni anticipate, privilegiando l'interesse personale a dispetto dell'interesse nazionale. E non farà prigionieri, lanciandosi in una campagna elettorale feroce. Consumata nelle tv, nelle piazze e persino nelle aule di tribunale. È l'ultima scena del Caimano di Nanni Moretti. Speravamo fosse una finzione. Rischia di diventare una realtà.
138981
BOC User
23/12/2010 18:13:23
ATTENZIONE ODOACRE SE SCHIERA CO ANGELUCCI...E LA BOC CO CHI SE SCHIERA?!
"Non conosco la cordata statunitense di cui si parla, ma conosco molto bene la cordata Angelucci. Le reputo persone serie e affidabili, che sono, ad oggi, le uniche disposte a compiere un oneroso esborso di denaro per acquisire la società giallorossa. Angelucci è a capo di un gruppo solido(Gruppo Tosinvest), che sembra l'unico a volere davvero la Roma".

Questo il pensiero di Odoacre Chierico, centrocampista giallorosso del secondo scudetto a Vox Populi Romani. inevitabile però chiedergli sul momento attuale della squadra, dopo la vittoria col Milan: "La Roma si è prepotentemente riproposta all'attenzione del campionato dopo la vittoria di San Siro contro il Milan. Il risultato di Milano è stato anche figlio della buona sorte, poiché analizzando bene la gara il pareggio era forse il risultato più giusto. La distanza dai rossoneri è sempre di 7 punti, ma questo risultato consente alla Roma di tornare dopo la sosta con un altro piglio".

In Champions se la vedrà con lo Shakthar. Ma sarà davvero stata la scelta migliore? "Il sorteggio della Roma in Champions League è stata quello che tutti i tifosi giallorossi, ma anche gli addetti ai lavori, di casa Roma, si auspicavano. Lo Shakhtar Donetsk è sicuramente il più agevole tra gli avversari che si potessero pescare dall'urna di Nyon. Va detto però che la Roma ha un organico talmente importante che anche se avesse pescato altri avversari, magari più blasonati e più attrezzati dello Shaktar, se la sarebbe giocata alla pari con tutti".

Sulla rosa giallorossa e sulla parole di Ranieri che predica calma e accettazione serena del turn-over: "Personalmente gestirei l'abbondanza giallorossa in attacco, parlando con quel grande campione e fuoriclasse unico, che è Francesco Totti. Farei scendere in campo Francesco solo quando è nelle migliori condizioni fisiche, al fine di tutelare lui e al fine di fare il bene per la squadra. Ranieri ha un parco attaccanti invidiabile in Serie A: Borriello, Menez, Vucinic e lo stesso Adriano, che è in ripresa, aggiunti a Totti fanno della Roma l'attacco più completo, sulla carta, del campionato. Inoltre, farei chiarezza sulla posizione di alcuni giocatori, quali Pizarro, e su alcuni malintesi, ad esempio quelli con Totti, evitando così di finire in pasto ai media".
138964
BOC User
23/12/2010 13:23:58
sì ma...
na traversa de viale jonio o proprio viale jonio?
A che altezza, verso il ponte o verso piazzale jonio o a metà?