Anno di fondazione dell'ASR
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BOC User
24/08/2011 14:16:01
Ma la giornalista.....
Preferirebbe prenderlo al culo o farsi dilitare l'ano dal cazzo de Barusso?
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BOC User
24/08/2011 11:46:05
proprio come Menez, Chivu, Mancini...
Il centrocampista del San Paolo Casemiro ha rinnovato il contratto con la squadra brasiliana. Il 19enne centrocampista brasiliano, che piaceva a Inter e Roma, si allontana dall'Italia allungando il proprio contratto fino al 2016. 'Ho sempre manifestato il mio affetto e il mio rispetto per il San Paolo e sono felice di aver rinnovato il contratto, voglio scrivere qui la mia storia da calciatore', ha dichiarato il neocampione del mondo con la Seleçao under 20. Casemiro nell'ultima stagione ha collezionato 25 partite e 5 gol con la maglia del club paulista.

'Siamo felici, con Casemiro portiamo avanti la nostra filosofia che è quella di puntare sui giocatori formati nel nostro settore giovanile - ha affermato il direttore generale del club brasiliano, Adalberto Baptista -. Casemiro è un grande giocatore e continuerà a regalarci tante gioie'.
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BOC User
22/08/2011 16:28:01
EH SI PERO' LE FOIBE...
La regina di “Villa Triste”
L’ebrea triestina che superò le tortureNella sua città Paolo Rumiz ritrova il luogo dove sorgeva la sua prima casa degli spiriti. Una dimora ebrea abbandonata quando Mussolini proclamò a Trieste le leggi antirazziali. Oggi è stata rasa al suolo. Una donna che lì aveva abitato e che lì era stata torturata dai fascisti per tre mesi racconta la sua storia
La mia prima casa degli spiriti la trovai cinquant'anni fa a Trieste, a due passi da casa. Per andare a scuola, scendevo a piedi lungo una via di nome Bellosguardo. Un mattino c'era un bel sole e io ero in buon anticipo sui tempi, così mi misi a osservare con attenzione le case intorno. Subito mi accorsi che alla strada mancavano alcuni numeri pari. Fra il 6 e il 12 c'era un vuoto e i segni di una casa abbattuta.

Passai la mattina a scuola con quell'enigma sullo stomaco, e al ritorno chiesi ai miei se ne sapevano qualcosa. “C'era una villa di ebrei, abbandonata con le leggi razziali” dissero. Quelle leggi, avrei saputo più tardi, Mussolini le aveva proclamate a Trieste, la città con la più grande comunità ebraica d'Italia.

C'era una casa, dunque. Perché era stata rasa al suolo? Perché quel vuoto numerico non era stato riempito? Quali fantasmi abitavano il luogo? I passavo e ripassavo in cerca di risposte per via Bellosguardo, dove venivano velocemente costruite nuove villette. Solo anni dopo risolsi l'enigma, quasi per caso. In guerra l'edificio era stato requisito dai torturatori fascisti per i loro interrogatori. Il capo era tale Gaetano Collotti, un tipo distinto che andava a messa ogni mattina prima di iniziare il lavoro. Per non far sentire le urla dei disgraziati – in gran parte sloveni del Carso e altri antifascisti di lingua italiana – faceva sparare intorno musica ad alto volume.

Quando mi dissero che il luogo era chiamato “Villa Triste”, sobbalzai. Ma certo, tutto quadrava. La famosa “Villa Triste” che sembrava far rima con Trieste. In molti mi avevano già fatto quel nome, ma nessuno mi aveva indicato un sito preciso. La casa si era smaterializzata, pochi sapevano veramente dove si trovasse. E io l'avevo avuta per anni sotto il naso. Chi l'aveva fatta abbattere? Perché non era stata posta una lapide? Chi copriva quell'orrore? Tutto indicava la fretta di cancellare la memoria. Capii che a Trieste, con Tito alle porte, l'anticomunismo patriottico aveva oscurato l'antifascismo e la Resistenza. Constatai che gli orrori delle foibe aveva finito per occultare i misfatti di gente come Collotti.

Dei sopravvissuti alle torture nessuno si occupava, salvo ricercatori di nicchia e la comunità slovena. Quell'amnesia mi divenne col tempo insopportabile e un giorno decisi di cercare per conto mio. Villa Triste non c'era più, ma i torturatori nel '44 si erano trasferiti altrove, in una stazione dei Carabinieri poi dismessa negli anni Novanta, in via Cologna al numero 8. L'edificio c'era ancora. Ci andai, tutto era quasi intatto. Le cantine con le feritoie dove non era possibile stare in piedi. Le grate alle finestre. Le porte, gli infissi, gli abbaini della soffitta, il secondo piano quasi intatto. Gente era morta lì dentro, qualcuno si era suicidato buttandosi nel cortile, ma i CC avevano convissuto tranquillamente con i fantasmi, probabilmente ignorandoli.

Una lapide, almeno lì, era stata posta. Molti anni dopo. Non mi bastava, cercavo i sopravvissuti e fu una giornalista della Rai slovena ad aiutarmi, Loredana Gec. Mi fece un nome: Sonia Amf Kanziani, nata il 20 gennaio del 1927 a Smarje presso Trieste, torturata per tre mesi in via Bellosguardo e grande invalida. Le telefonai. Rispose con voce ferma “Venga domani” e io fui subito in ansia per quell'incontro. Temevo di riaprire ferite, immaginavo il confronto con un corpo segnato dal dolore e dal rancore, il fantasma di una donna. L'indomani salii le scale con trepidazione e quando la vidi, lì ad aspettarmi sul pianerottolo dell'ultimo piano, rimasi senza fiato. Appoggiata alla ringhiera c'era una regina, dal portamento eretto di una cinquantenne sana, gli zigomi forti e gli occhi verde-foglia pieni di luce. Tutto in lei diceva una cura meticolosa di sé. L'abito, la collana, l'anello, la pettinatura, lo smalto delle unghie, l'ordine perfetto della casa. Era quella la sua rivincita.

“Non si fidi dell'apparenza”, disse. “Per darle la mano, devo sollevare il braccio destro con la mano sinistra”. Il suo corpo, apparentemente perfetto, era tenuto in piedi da cure assidue, quattro mesi d'ospedale all'anno. Aveva tredici cicatrici nei polmoni e una tubercolosi passata alle ossa. Avevo scolpita davanti l'immagine stessa del Secolo Breve. Sonia viveva sola. Aveva perso il marito da trent'anni. Il padre era stato ucciso dai fascisti negli anni Trenta, con una bottiglia di nafta ficcata in gola. Il fratello era morto combattendo con la Resistenza. La mamma gliel'avevano liquidata i partigiani, sospettosi di una combutta con i fascisti. Parlò, a bassa voce, e il discorso discese come un fiume, senza rancore e senza lacrime, come se riguardasse un'altra persona. Presi appunti senza fare domande.

Le carceri erano le cantine dei gesuiti. Si stava in otto in uno spazio di quattro metri quadrati con un bugliolo maleodorante. La brodaglia del pranzo brulicava di vermi. Sonia venne portata quotidianamente a Villa Triste, dove le furono rotti i piedi, cavate le unghie e chiuse le mani nelle porte. Le vertebre furono lesionate. Il peggio, mi disse, erano le urla altrui, quelle degli uomini soprattutto, quando venivano loro bruciati i testicoli con un ferro rovente. “Mi ustionarono la nuca e i capezzoli con sigarette, e mi sottoposero alla tortura della panca, un tubo che ti riempiva d'acqua e poi una pressione sulla pancia che ti svuotava attraverso naso, bocca e orecchie”.

“Un giorno mi appesero con altre tre donne. Avevamo solo gli alluci che toccavano terra. Guardi, porto ancora ai polsi i segni delle corde. Ci picchiavano e Collotti guardava, impassibile. Diceva: se parli ti aiuteremo. Ma aveva due cani lupo pronti a strapparci la carne. A un tratto mormorai in sloveno: Gesù, a te ti hanno tormentato per tre giorni, io sono qui da tre mesi. Tu ci hai messo tre ore a morire, io muoio ogni giorno... Allora mi percossero ancora più forte, gridando che non dovevo parlare quella lingua schifosa. Furono in molti a vedermi uscire svenuta e piena di sangue dalla stanza. A guerra finita un medico mi visitò e mi chiese come avevo fatto a uscire viva da una simile pena”.

Continuò: “Scappai col ribaltone del 25 luglio '43. Un carceriere lì mi disse: vai, ora o mai più. Fui nascosta da un contadino, che aveva già cinque figli cui badare. Mi salvai così”. Ma la moviola della memoria non si fermava, viaggiò all'indietro fino alla morte del padre, obbligato a bere nafta dai fascisti. “Tornò a casa, ci mise a letto e ci suonò come sempre la ninnananna col violino. Poi crollò a terra con lo stomaco perforato. Morì tre giorni dopo, non aveva ancora trent'anni”. Sorrise: “Chi ti crede se racconti questo? Nessuno... Nemmeno ora che le prove ci sono...”. Chiesi della vecchia casa. Rispose: “E' rimasta viva solo una vite secolare. Tutto il resto è andato”. Tutto, pensai, tranne quei numeri mancanti in via Bellosguardo.
149056
BOC User
22/08/2011 11:50:07
qui continuiamo a parlare di attaccanti ma...
Sabatini sta lavo­rando da mesi su Kjaer, ma negli ul­timi giorni la trat­tativa per il dane­se si è arenata.

Kjaer. L’intesa con il giocatore è stata trovata da tempo, sulla base di un quadriennale da 1,5 milioni a sta­gione, mentre con il Wolfsburg c’è l’accordo per un prestito oneroso sulla base di 2 milioni più otto per il riscatto. Ma negli ultimi giorni c’è stato un gioco al rialzo che non è pia­ciuto alla Roma.
149055
BOC User
22/08/2011 11:47:45
e intanto...
Menez trascina il Psg. Pastore solo nella ripresa

Primo successo in campionato per il Paris St. Germain che batte per 2-1 il Valenciennes. L'ex romanista offre l'assist a Gameiro l'assist per il gol dell'1-0
149048
BOC User
22/08/2011 11:15:50
contro un calcio che non ci vuole più...
gnafo urla ancora!!!
149023
BOC User
21/08/2011 15:31:19
l'abbiamo pagato troppo ma...
148976
BOC User
19/08/2011 17:59:42
questo è quello con lgi stessi gusti di gianni morandi...
Davanti alla sede della Lega di serie A a Milano è andata in scena l'ennesima performance del 'disturbatore' tv Gabriele Paolini, che ha costretto la troupe di Mediaset a interrompere un collegamento in diretta con il telegiornale sportivo e poi ha bruciato una fotografia del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Paolini, come altre volte, si è intromesso nella diretta televisiva urlando improperi contro il premier Silvio Berlusconi, poi ha cominciato una sorta di comizio con un megafono per strada di fronte alla sede della Lega, dove è in corso l'assemblea delle società di serie A. Sul posto è intervenuta la Digos, mentre la troupe di Mediaset ha spostato la propria postazione dal marciapiede all'interno della sede della Lega.

148936
BOC User
19/08/2011 11:11:54
ieri sera casini a bratislava....
è pesata l'assenza di orgolgio capitolinio e casta guerriera
148869
BOC User
18/08/2011 19:43:50
è semplice...
forlan a 7ml perchè ha 33, osvlado a 17 perchè ne ha 25.
comunque no ad osvaldo, uno che probabilmente ha sculato una stagione lo scorso anno
148826
BOC User
17/08/2011 22:36:41
tutta colpa delle ricette della sora maria...
Adriano: "Ho perso sei chili e sono pronto a tornare grande"
17.08.2011 17:19 di Greta Faccani articolo letto 707 volte
Fonte: O'Globo

© foto di Alberto Fornasari In una lunga intervista al portale O'Globo, Adriano si racconta in seguito all'assenza dai campi dovuta ad un intervento al tendine di Achille. Durante questo periodo ha già perso sei chili e si avvicina al peso forma che è il proprio obiettivo. "Un ritorno contro il Flamengo sarebbe molto eccitante. Il club ha sempre fatto parte della mia vita. Tutti sanno che ho grande affetto per loro, ma penso che sarò anche un po' nervoso", ha detto, "sono stato male. Ho sempre voluto giocare qui e onorerò la maglia". Un commento sul periodo trascorso senza giocare: "Io non sto giocando da un anno. Sapevo che sarebbe stato necessario per poter giocare di nuovo, che sarebbe stato noioso e che avrei dovuto avere forza di volontà. I fisioterapisti hanno capito il mio stato d'animo, la mia volontà di ricominciare e ho capito loro. In questa fase, il peggio era chiamare i miei amici per sfogarmi. Tra questi, Ronaldo mi è stato molto vicino e mi ha raccontato come è stato il suo recupero. Ronaldo ha sempre detto di avere fiducia in me e mi ha chiesto di non perdere la gioia. Sono un ragazzo a cui piace stare assieme ai compagni...".

Due parole anche sul proprio futuro: "Tutto può succedere. Devo iniziare a giocare e starò sicuramente in Brasile, dipenderà anche dal meteo (ride, ndr). Il tempo qui a San Paolo è strano. C'è il sole e poi pioggia, poi freddo. Non ha spiaggia, è più vicino, ci sono molti edifici ma ha anche molte opzioni per la ristorazione e per uscire. Pericolo di ingrassare? Sì, devo stare attento perché amo la pasta e la tentazione è grande. Ho dovuto tagliare carboidrati e sto mangiando la pasta una volta alla settimana. Per il resto devo avere un maggiore controllo e non devo esagerare. La birra? (Ride, ndr) Nel tempo libero, con gli amici, una lattina o due...". La scelta di tornare in Brasile è stata dettata anche dalla vicinanza con la propria famiglia: "Quando ero fuori era più complicato, 12 ore di volo... Mia madre e i miei bambini sono vicini e vado spesso. Mia madre, mia nonna e i miei figli non vivranno qui con me, ma li vedo spesso".

148787
BOC User
17/08/2011 09:07:14
Chissà se sto Kerimov, quello della Nafta Moska, avesse comprato la Roma nel 2004 adesso come staremmo...
E’ difficile adattarsi all’idea che Samuel Eto’o, uno dei più grandi e soprattutto più decisivi attaccanti del mondo, possa andare a giocare nell’Anzhi Makhachkala, nella Russian Premier League, in una squadra senza storia che fino a 20 anni fa (1991) semplicemente non esisteva. Come tutti, alle prime voci che arrivavano dalla lontana repubblica russa non volevo credere, mi sembrava impossibile. Ma poi ci ho riflettutto un po’ più a fondo, per rendermi conto che alla base di un affare come questo (comunque molto conveniente per l’Inter a parte che riesca a tappare l’enorme buco che si viene a creare) non può esserci la follia pura. Ci si può scandalizzare per come i giocatori, soprattutto i più grandi, corrano tra le braccia di chi li paghi a peso d’oro – ma in fin dei conti da che calcio è calcio è sempre successo – oppure ci possiamo fermare un attimo a riflettere su come il calcio cambi e si adegui alle nuove realtà economiche mondiali molto più rapidamente di quanto noi possiamo intuire. Io penso infatti che questo stia accadendo, che la geografia del pallone stia rapidamente mutando, e che sia necessario anche smetterla di giudicare l’arrivo dei nuovi ricchi nel calcio – siano arabi, russi o indiani – come un fatto di colore e di costume, un tocco di pittoresco nel grande football del Real e del Barcellona, dell’Inter e del Manchester Utd, del Milan e del Chelsea, del Bayern e dell’Arsenal. No, semplicemente ci sono aree del mondo e grandi investitori che risentendo meno della crisi, hanno soldi da mettere in un business che non solo restituisce altri denari, ma ripaga soprattutto in notorietà e affermazione internazionale, aspetti certo di non secondaria importanza.
Non credo dunque che Eto’o vada a godersi una ricchissima pensione, ma che molto più coraggiosamente vada ad aprire una nuova frontiera del football. Lo farà facendosi coprire d’oro da Suleyman Kerimov, l’oligarca che gode di tutto l’appoggio – finanziario e non – del presidente del Daghestan Magomedsalam Magomedov, certo, ma questo è il bello di essere una grande star dello sport. Il risc hio nella sostanza non esiste, se si fallisce sportivamente comunque si sarà ben ripagati nel portafoglio. Vista dall’altra parte, e cioè da quella dell’Anzhi, entrare nel calcio per il Daghestan può essere un biglietto da visita importantissimo: solitamente da quelle zone abbiamo soltanto notizie di guerra. Il calcio in questo caso diventa uno strumento politico, ed Eto’o come Zirkhov o Roberto Carlos diventano delle eccellenti pedine. Samuel Eto’, un giocatore che a 30 anni è nella sua piena maturità, niente affatto in declino e niente affatto intenzionato a pensionarsi, con ben 3 Champions League nel palmares, sarà soprattutto il faro del nuovo calcio dell’Est. Da oggi tutti ci interesseremo di più a quel puntino sulla carta geografica, fuori fino ad ora da qualsiasi mappa sportiva. Ed Eto’o probabilmente farà da grande richiamo, convincendo anche molti altri campioni a fare lo stesso salto in avanti. Quello di Eto’o non sarà dunque solo un salto nel buio e un autopensionamento in un mare di milioni di euro: questa secondo me è una visione semplicistica e sostanzialmente irreale.
L’apertura di nuove frontiere del calcio è sempre rischiosa ed avventurosa. Il calcio negli Usa ad esempio non è mai decollato, eppure la storia dei Los Angeles Galaxy, con Beckham & C., sembrava poter cambiare la geografia consolidata del calcio internazionale. Ma non tutte le nuove avventure falliscono, anzi.
148782
BOC User
16/08/2011 19:41:00
convocati per la coppa....dajeee!!!
La società giallorossa ha diramato la lista dei convocati per il primo impegno ufficiale della stagione contro lo Slovan Bratislava, previsto per il 18 agosto e valido per i play off di Europa League. Queste le scelte di Luis Enrique he dovrà fare a meno di Juan, Pizarro e Greco infortunati e dello squalificato De Rossi:

ANTEI Luca

BOJAN Krkic

BORRIELLO Marco

BRIGHI Matteo

BURDISSO Nicolas

CAPRARI Gianluca

CASSETTI Marco

CICINHO

CURCI Gianluca

HEINZE Gabriel

VALDES J.Angel

LOBONT Bogdan

OKAKA C. Stefano

PERROTTA Simone

ROSI Aleandro

SIMPLICIO Fabio

STEKELENBURG Maarten

TADDEI Rodrigo

TOTTI Francesco

VERRE Valerio

VIVIANI Federico
148760
BOC User
15/08/2011 19:50:43
caro aquascutum ti invito a sostenere la nostra candidata emma bonino alle prossime elezioni,in segno di solidarietà fai lo sciopero della fame con me. tuo marco...
148752
BOC User
15/08/2011 13:02:22
questi si che erano pregni di menDalidà....
COMUNICATO della B.G.G.B.1791
18/09/2002

Credo che sarebbe inutile dire che quanto è accaduto martedì ci ha profondamente deluso. Giusto per ricordare quanto è successo, diremo che il nostro tentativo di occupare un posto più grande nel nostro settore, il nostro impegno di aumentare gli sforzi per la Roma è andato fallito. Forse abbiamo scelto la strada sbagliata: abbiamo tentato per un anno di far conoscere il nostro pensiero alla gente con cui dobbiamo condividere il nostro progetto, coinvolgerla invece che farla sentire la vittima sacrificale di uno striscione. Volevamo far capire che la Roma era l'unica idea che ci muoveva, senza secondi fini. Con dolore, e tanto, ci siamo accorti che niente di quanto fatto ha funzionato, e quella stessa gente ci è rimasta ostile al punto di minacciarci senza alcun motivo. Il nostro primo pensiero è stato quello di metterla sullo stesso piano: presentarci alla partita successiva con elementi che ci avrebbero permesso di difendere con la forza quello che avevamo provato a costruire con le idee e la voglia. Anche con un pizzico di vendetta verso chi ha alzato troppo la voce, martedì scorso. Poi abbiamo capito che ci saremmo snaturati, che avremmo mancato all'idea originale che ci aveva guidato. L'analisi resta, ed è spietata. Ci siamo resi conto che la gente che occupa il nostro settore non ne vuole sapere di sentirsi protagonista, di stare vicino alla Roma, di spingerla o guidarla in qualche modo. Questa gente vuole restare ad osservare passiva quello che accade sul campo. Con il desiderio, credo, di sentirsi protagonisti di qualcosa che invece hanno solo visto di sfuggita. Costoro non hanno partecipato a niente. Non abbiamo nulla contro i cosiddetti "spettatori" e non pensiamo sia giusto prendersela con i "poltronari" da birra e stream. Crediamo invece che tutti siano allo stesso modo romanisti nel profondo del loro cuore, a prescindere dal modo in cui decidono di vivere la loro passi one. Odiamo però chi vuole prendersi i diritti di chi viene allo stadio senza prendersene gli obblighi. "tifare è un dovere di tutti, riuscirci è un onore di pochi", questo era il comandamento scritto sulla prima sciarpa che ho comprato, ormai quindici anni fa. Voi, potete solo illudervi di riuscirci, ma non ingannate nessuno. E le vostre facce allo stadio non le vorremmo vedere, non perché non vi riteniamo degni della Roma o altro, solamente perché non sapete come stare dentro uno stadio. Quanto all'essere tifosi, è un problema che avete con la vostra coscienza: vorremmo vedervi, tutti quanti, ad una partita qualsiasi di Coppa Italia, o quando saremo tornati la rometta di sempre, lontana dai fasti di ora. Noi siamo sicuri di esserci, voi non sappiamo. Non so cosa pensare di chi se ne va via venti minuti prima per non trovare traffico, è una cosa che non la giustifica nemmeno un passivo di tre gol. Abbiamo deciso di occupare il settore di prima, ben sapendo che alle prime vacche magre, sparirete di corsa e l'unico apporto che darete alla Roma saranno le chiacchiere da bar. Forse, allora riusciremo a prendere il posto che ci spetta, e nessuno ci dirà di andarcene.

Il Direttivo della B.G.G.B.1791

148742
BOC User
14/08/2011 19:02:46
avete per caso detto...
forza roma!!!

lazio merda!!!

non ho capito bene
148738
BOC User
14/08/2011 13:08:54
coppaitaGlia coppaultras.....
ROMA - Disputate nel pomeriggio le prime tre gare del secondo turno eliminatorio della Coppa Italia. Eliminate Pisa, Frosinone e L'Aquila. Carrarese e Torino-Lumezzane.

Brescia-L'Aquila 5-0 (2-0)
Reti: nel pt 34' autogol Ruggiero, 42' Jonathas; nel st 6' e 14' Feczesin, 29' De Maio.
Prossimo turno: Catania-Brescia

Cittadella-Pisa 3-2 dts (2-2 al 90')
Reti: nel pt 21' Carparelli (P), 31' autogol Raimondi (P), 41' Tremolada (P); nel st 13' Schiavon (C); al 2ts 3' Martinelli (P).
Prossimo turno: Fiorentina-Cittadella.

Modena-Frosinone 4-0 (4-0)
Reti: nel pt 7' su rigore, 18' e 32' Greco, 35' Turati.
Prossimo turno: Modena-Reggina.

In serata sono state eliminate Siracusa, Carrarese e Lumezzane.

Livorno-Siracusa 3-1 (1-1)
Reti: nel pt 11' Longoni (S), 36' Paulinho; nel st 4' Paulinho, 30' Dionisi.
Prossimo turno: Chievo-Livorno.

Reggina-Carrarese 1-0 (1-0)
Rete: nel pt 20' Missiroli su rigore
Prossimo turno: Modena-Reggina

Torino-Lumezzane 1-0 (0-0)
Rete: nel st 20' Antenucci
Prossimo turno: Siena-Torino.
148724
BOC User
13/08/2011 11:12:37
ma lo vogliamo dire che...
...la maja der valencia faceva kakà??

e infatti...okakaselokaka....
148706
BOC User
12/08/2011 23:38:23
cambia la società, cambia l'allenatore, cambia la preparazione, cambiano i giocatori, eppure...
OKAKASELOKAKA
148699
BOC User
12/08/2011 22:08:18
...daje...se vede qua
http://www.rojadirecta.es/goto/tvleograndefratello.blogspot.com/