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21/05/2007 22:22:14 |
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Tanto per dire...
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Non sarà per niente facile mettere d'accordo i club sui diritti tv. Il governo ha fatto la sua parte, la legge delega che reintroduce la contrattazione collettiva dovrebbe essere approvata definitivamente dalla Camera entro il 15 giugno. Poi la "palla" passa alle Lega di Milano: Antonio Matarrese e i presidenti (42, fra A e B) dovranno mettersi d'accordo su una nuova mutualità. I big, Milan in testa, già strillano: temono di perdere 20-30 milioni all'anno, a vantaggio dei club medio-piccoli. Secondo i calcoli (segreti) del Ministero dello Sport sono cifre eccessive, forse solo per spaventare: diciamo che un grosso club come il Milan prenderebbe circa 6-7 milioni di euro in meno all'anno, un po' di più la Juventus. Ma dipende anche da quanto vinceranno questi club nei prossimi anni perché i parametri, ovviamente, sono anche legati ai successi. La legge dovrebbe andare a regime nel 2010, secondo alcuni addirittura più tardi. Il problema è che se i club non si mettono d'accordo entro due-tre mesi da giugno, allora la Melandri dovrà fare un decreto legislativo per attuare la legge delega. In questo caso molti club (forse Juventus, Milan, Inter, Roma) potrebbero rivolgersi addirittura alla Corte di giustizia di Bruxelles.
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20/05/2007 15:07:40 |
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oggi...
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...abbiamo odorato l'impegno con quei maledetti fottipecore
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18/05/2007 09:45:14 |
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dice che...
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a BFR piacciano molto i flauti!
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17/05/2007 15:58:02 |
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ah bhe' allora...
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25'Vieri, colpito duro da Taddei al ginocchio destro, è fuorigioco, pronto un cambio
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65007
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14/05/2007 19:46:10 |
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gnafo te quoto...
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...mannaggia Ogbonna dei lazieli!!!
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14/05/2007 13:39:00 |
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....
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17/05/2007ASFALTIAMOLI
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09/05/2007 13:18:26 |
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Chissà....
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se è vero quello che si dice sulle galere sudamericane
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07/05/2007 09:35:22 |
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DICE CHE...
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MOSCERINO SE LA FACEVA CO PAPARELLA!
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05/05/2007 12:58:20 |
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buttassero la chiave...
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CRONACA Invia Stampa
Le confidenze raccolte in estate in camera da letto o in cucina i dvd ora agli atti dell'inchiesta. Il gip: ecco la prova Rignano, video-choc dei bambini "Fai vedere il gioco della scuola" di CARLO BONINI
<B>Rignano, video-choc dei bambini<br>"Fai vedere il gioco della scuola"</B>
La scuola di Rignano ROMA - Un tinello, un divano, il lettone di mamma e papà, un tappeto di morbida moquette ingombro di giochi. Due bimbe che sorridono, scherzano, giocano con la telecamera che sanno le sta riprendendo. La storia nera della "Olga Rovere" comincia da qui. Dalle immagini e le confidenze domestiche raccolte, nel luglio-agosto del 2006, in due dvd (ora agli atti dell'istruttoria), dai genitori di due dei bambini che si vogliono abusati. Per il gip Elvira Tamburelli, "la prova" incontrovertibile della verità sconvolgente di quei racconti, "grazie all'apprezzabile sforzo dei genitori nell'astenersi da domande suggestive o "risposte messe in bocca". Per Franco Coppi, difensore di due degli arrestati, "la prova di come le affermazioni dei magistrati vengano smentite dagli stessi atti che ne dovrebbero essere fondamento. Perché in quelle immagini è evidente e sconcertante tanto la violazione delle norme più elementari dell'approccio ai racconti di un bambino quanto la manipolazione dei suoi ricordi".
Abbiamo visto entrambi i video. La trascrizione dei loro passaggi salienti è sufficiente perché ognuno possa giudicare se, come e fino a che punto le sollecitazioni dei genitori hanno formato e indirizzato il racconto dei loro bambini. Se i loro racconti sono sufficienti a rispondere con certezza a una domanda: chi e come ha esposto questi bimbi a un'esperienza sessuale che non è e non può essere della loro età?
Luglio 2006, dunque. Giorno 16. Una domenica. Ore 13.26. La madre (M) fa le domande, il padre (P) riprende e interviene quando ritiene necessario. La bimba si infila un asciugamani nelle mutandine. M: "Guarda un po', ci riprende pure Papino... insegnaglielo un po' a papino. Ecco così. E poi? Al sederino cosa ti mettevano? Un asciugamani avevano?". La bimba mostra l'asciugamani e si rivolge verso il padre. M: "Fa vedè papà, fa vedè. E come si chiamava la maestra che te insegna queste cose?". La bimba non risponde. M: "E diglielo un po' a papà. Chi ti insegna? Parla cò papino. Te devi mette davanti alla telecamera. E parla. E dillo che dopo se rivedemo (nella telecamera ndr.)". P: "Lo vedi che non lo sa com'è il giochino?". M: "Il giochino che fate a scuola come si chiama?". La bimba: "Non me lo ricordo". M: "Come non te lo ricordi?". La bimba: "Non mi va di dirlo". Quindi simula la masturbazione. M: "Lo devi fare pure agli altri bambini? A chi glielo fai? Chi te lo ha insegnato?". La bimba non risponde. M: "Senti, chi te lo ha insegnato il giochino a mamma? Dove spingi? Alla patatina o al sederino?". La bimba: "Al sederino". M: "Al sederino. E allora come si chiama questo giochino?". La bimba continua a non rispondere. M: "Come non lo sai? Me fai vedè? Me fai vedè?".
Il video si interrompe per riprendere con le stesse insistite domande della madre. La bimba dice: "Il giochino del dottore". M: "Diglie un po' a papà, dov'è che lo facevate sto gioco?". La bimba: "Lasciami stare". P: "Non parla più, porco zio". Ancora un'interruzione. Ora la telecamera fissa il lettone dei genitori, dove è stesa la bimba, nuda. M: "Chi te l'ha fatto vedere questo buchino nella patata? Chi vi faceva fare il giochino? Con il termometro? Con la siringa? Quanti eravate?". La bimba dice: "Due". Poi si mette a saltare sul letto. M: "Stamme a sentiì! Hai capito che me devi sta a sentì?".
Ora la telecamera fissa il tinello. È trascorsa già più di un'ora. Sono le 14.22. M: "Tu dovevi toccà la patatina a Patrizia (la maestra Del Meglio ndr.)?". La bimba cerca il padre per giocare. M: "Tu non te impiccià". P: "Chi è sta Patrizia?". La bimba: "Una bidella". P: "Sai pure come ha le sise? Come?". La bimba: "Grandi". P: "Come?". "Grandi". P: "Di che colore?". "Blu". P: "Scure. Ed è secca secca o grossa grossa?". "Grossa".
La domenica se ne sta andando. E le domande continuano. Il nastro segna le 15.28. P: "Allora a cosa giocavate? Al peluche? Dillo ad alta voce che non ho capito!". La bimba: "Dentro al culo e alla patata". P: "Il peluche Leo? Dillo a papà che è stupido e non capisce. E come si chiama stò gioco? Peluche?". La bimba: "Pinocchio". Ancora trenta minuti. Le 15.58. Padre e figlia sono soli nella stanza della bimba. Il padre impugna con la destra una barbie (la fatina). Quindi, con la sinistra, un peluche a forma di papero: i pupazzi amici della figlia. P: "Chi faceva la bua agli amichetti tuoi?". "Il drago". P: "La fatina ti ha fatto una domanda: vuoi fare questi benedetti nomi di chi faceva la bua agli amichetti tuoi?". "Il drago e Polifemo". P (imitando la voce della fatina): "Sei una bugiarda, sei una bugiarda... ". La bimba: "Sei tu un bugiardo. Io non so una bugiarda". P: "No?". "No". P: "E allora perché prima hai detto che le conoscevi? Lo vedi che sei bugiarda?". "Allora me ne vado". P: "Lo sai chi le dice le bugie?". "Tu dici le bugie". P: "A mamma. Hai voglia. Tante glie ne ho dette a mamma". La bimba: "Non si fa".
Ci sono quindi tre minuti di immagini rubate. Da una porta finestra, una telecamera inquadra la bimba stesa sul tappeto e un amichetto (anche lui si vuole abusato) che le si strofina sulla schiena, le solleva la maglietta, prova a darle un bacio sul collo. Le solleva le mutadine rapidamente.
Altro giorno di luglio. Altra casa. Una madre (M) con la figlia, ripresa sul divano con le sole mutandine. M: "Fammi vedere dove ti infilava il pipo "Giovanni"". La bimba si schiaffeggia il sedere. M: "Dove te lo metteva? Fammelo vedè con il dito. Fammelo vedere. Dai raccontami di questo "Giovanni"". "C'era anche Adriana". M: "E che faceva?". "Spicciava con i biberon". M: "C'era un altro maschio?". "No, c'era la nonna". M: "La nonna? Facciamo finta che questo cuscino è Giovanni. Fammi un po' vedere che faceva?". La bimba si mette a saltare sui cuscini del divano. M: "Faceva finta che tu eri un cavallo?". "No. Io facevo clop, clop, clop". M: "A chi lo metteva nel culo il pipo Giovanni?". La bimba mostra il cuscino: "A questo". M: "Ti è uscito il sangue?". "Un po', dalla pipetta". M: "Il pipo chi te lo infilava, il pipo?". "Il pipo è mio". M: "No, tu non ce l'hai. "Giovanni" te lo infilava". "No". M: "Si, va beh, te lo faceva mettere lui. E dimmi un po', che usciva dal pipo?". "Delle bollicine". M: "Cosa?". "Una magia". M: "Mi dici che usciva?". "Coca cola". M: "Cosa usciva?". "Una cosa stranissima". M: "Cosa usciva dal pipo di "Giovanni"?". "Del sangue. Ma ci ho messo un po' di scotch". M: "Va beh, ho capito".
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04/05/2007 13:23:51 |
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si ma ....?
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quando se gioca sta finALE??? alle 17.00,alle 18.00 la gente lavora maledetti stronzi!!!(e paga in anticipo!!)
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04/05/2007 11:25:08 |
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ELIO STA BONO CHE NUN TE FAMO FA LI PURMANN...
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Ascoltatore, Rete Sport La Roma è una società che dovrebbe avere un Abramovic come presidente. Se non ce l'ha, il problema è a monte. Mario Corsi, Centro Suono Sport Il calcio è l'unico spettacolo in Italia di cui non si conosce mai l'orario. Uno compra il biglietto poi quello che succede, succede. Dario Bersani, Rete Sport Non credo molto al fatto che l'Udinese si liberi di tutti i suoi gioielli. Elio, Radio Flash Spostando Roma-Inter di pomeriggio, hanno perpretato l'ennesima nefandezza nei confronti dei tifosi. Io non ce la faccio più, lasciamo stare questo sport. Sandro, Radio Flash Questa può essere considerata una stagione positiva se si trasformasse in un trampolino di lancio. Se ci dovessimo arenare, non andremmo da nessuna parte. Sandro, Radio Flash Se c'è una tifoseria che dovrebbe vincere la palma della vigliaccheria, questa è la tifoseria del Milan.
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04/05/2007 10:15:23 |
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si ma...
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UR78 SEI SOLO UN POVERO COGLIONE!
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03/05/2007 14:56:41 |
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....
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sti cazzi che tifo liverpool... ma andatela a pijà 'nder culo...
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03/05/2007 10:06:25 |
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...
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onore ar canaro
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27/04/2007 15:18:21 |
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Col numero 24 ..... Marco Delvecchio !
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"Tornerei nella capitale anche a piedi, al minimo dello stipendio o addirittura gratis, poichè la felicità non ha prezzo, per questo non rifarei mai la scelta di andarmene. Anche se nato a Milano, Roma è la mia città, ne sono innamorato, i tifosi, la storia e l'ambiente che si respira sono unici al mondo. Dentro mi sento ancora un giocatore giallorosso, soffro per le sconfitte ed esulto per le vittorie della squadra". Delvecchio asserisce inoltre "Sono andato a Brescia per il mio egoismo, lo ametto!" L'attaccante dice di sé: "Sono orgoglioso e testardo, ma non ho alcun problema a capire quando sbaglio. La mia è stata una scelta prettamente economica ed inoltre trovavo pochissimo spazio in squadra, ma col senno di poi non prenderei mai questa decisione. Sono innamorato di Roma e della Roma, farei tutto per tornarci. Mi basterebbe addirittura essere tesserato per 2 partite (i due derby ndr), naturalmente questo è un sogno, se non dovesse avverarsi, il mio amore per questa maglia resterebbe il medesimo".
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