210360
|
21/10/2014 13:25:52 |
|
dopo renzie, lotitie.......
Niente email
|
|
“Io penso che i cittadini avvertano la necessità di essere rappresentati da persone del fare, che siano in grado di affrontare i problemi del Paese e dare delle soluzioni strutturali. Oggi ci sono state tante iniziative, ma anche propositi, che non danno certezza del futuro, perchè legati più al consenso che alle riforme strutturali. Il Paese ha bisogno di quelle riforme strutturali che oggi non sono per ora ancora state messe in atto“
|
|
210303
|
16/10/2014 22:24:06 |
|
...
Niente email
|
|
maradonna benedetta dell'incoroneta
|
|
210167
|
07/10/2014 16:41:13 |
|
ce continuano a percula...
Niente email
|
|
La lite con Manolas? Se l'è presa con me, ma io non avevo detto niente" , ha detto Morata nel corso di un'intervista alla trasmissione radiofonica 'El Larguero'.
|
|
210041
|
05/10/2014 12:03:27 |
|
...che comunque
Niente email
|
|
l'ics è scritto sui muri. Caricateci sopra qualche piotta.
|
|
210037
|
05/10/2014 10:13:35 |
|
Daniel...ino
Niente email
|
|
Chi ha visto Shahzad morire per la furia acerba di un ragazzino di 17 anni non parla di sputi. Né di spintoni o provocazioni da parte del pakistano ucciso. Chi lo ha visto morire su un marciapiede di Tor Pignattara sporco del suo stesso sangue senza che nessuno dei presenti lo abbia ritenuto degno di un tentativo di soccorso, racconta la notte del 18 settembre scorso per quella che è stata. Un pestaggio a freddo. Istigato, forse, da chi avrebbe dovuto e potuto fermarlo.
La storia dell'omicidio di Muhammad Shahzad Khan, il 28enne pakistano arrivato in Italia dal 2007 e padre di un figlio di quattro mesi che non ha mai visto (è rimasto a Bagh Ajk City con la madre), è stata riscritta da alcuni testimoni oculari sentiti, in sede di incidente probatorio, dal pm minorile Carlo Paolella. Confronti faccia a faccia con Daniel, il minorenne arrestato, che ha ammesso sì di aver dato un cazzotto a Shahazad, "ma uno solo", perché "mi aveva sputato", perché "era ubriaco e molesto ", perché "con uno spintone mi ha fatto cadere dalla bicicletta". Non è quello che hanno visto i testimoni. La versione che risulta incrociando le diverse deposizioni, definite "congruenti " dagli investigatori, è un'altra. Questa.
Giovedì 18 settembre, undici e quaranta di sera, via Pavoni, Tor Pignattara. "Shahzad era passato già tre o quattro volte quel giorno", sostengono. "Canticchiava una sorta di nenia in arabo, aveva in mano una specie di "rosario" o qualcosa di simile". Il 28enne sta recitando probabilmente delle Sure del Corano: ha avuto un lutto recente in famiglia ed è vestito in abiti religiosi. Non viene visto infastidire nessuno, se non con il tono alto della voce. "Dalla finestra di casa il padre di Daniel gli aveva urlato qualcosa ". L'ultimo "giro" in via Pavoni di Shahzad, che non beveva mai stando a quanto dicono gli operatori del centro di accoglienza dove dormiva da una ventina di giorni, è quello fatale.
"Tutto è durato nemmeno un minuto". Cosa accade, in quell'ultimo minuto di vita di Shahzad? "Quando appare di nuovo in strada, sempre canticchiando, dalla finestra della casa di Daniel qualcuno gli scaglia una bottiglia". Il pakistano non viene colpito, ma si ferma. Intuisce che sta per accadere qualcosa di brutto. In quel momento - vedono gli "spettatori" involontari di quella notte di sangue - piomba lì Daniel in bicicletta, in compagnia di un suo amico, anche lui in bici. Il ragazzo scende e si avventa su Shahzad. "Prima lo colpisce con un cazzotto, il pakistano cade, e quando è a terra lo prende a calci sulla testa". Alcuni residenti si affacciano alla finestra, gli urlano di fermarsi. Inutile. Ci sono anche altre cinque o sei persone un po' più lontane, davanti a una pizzeria al taglio. Non intervengono. "L'amico di Daniel - si legge nei verbali - non partecipa al pestaggio".
Shahzad è gracile, pesa cinquanta chili o poco più. Non riesce nemmeno ad accennare una qualche difesa. Cade a terra dopo il primo pugno e da lì non si alza più. Sul referto dell'autopsia il professor Giorgio Bolino scriverà: "Reiterato traumatismo contusivo del capo con frattura temporale destra ed emorragia sub aracnoidea diffusa". Gergo medico che inquadra l'esito fatale di un pestaggio violento, non certo di un colpo unico.
Dunque è lì, steso sul marciapiede, nessuno che prova a rianimarlo. Si raduna un capannello attorno al suo corpo, c'è anche chi lo ha picchiato. Scende in strada il padre di Daniel che inveisce contro quelli che avevano assistito alla scena. Sbraita, minaccia, si agita. Vuole proteggere il figlio da ciò che sta per piombargli addosso. "Fateve li cazzi vostra", "gliel'ho detto io di farlo", "tornatevene ai Parioli", "zecche". Parole solo in apparenza sconnesse, ma che individuano in realtà il focolaio di intolleranza o esasperazione che cova in qualcuno dei "nativi" di questo quartiere, agglomerato di ex operai diventato negli anni multietnico, scelto da stranieri e romani di altre parti della città per vivere.
L'uomo è stato iscritto nel registro degli indagati dal pm Palazzi per favoreggiamento di omicidio volontario. E di omicidio con la formula del dolo eventuale è accusato dalla procura minorile suo figlio, per il quale il Tribunale del Riesame ha respinto venerdì la richiesta di scarcerazione. Per gli investigatori della Compagnia Casilina, però, l'indagine non è finita.
Non tutto quadra. Si cercano telecamere che possano aver ripreso qualcosa, se non sulla scena del delitto, almeno nelle vie contigue dove potrebbe essere effettivamente avvenuto un contatto tra Shazhad e il suo omicida. "Daniel non è un razzista, non voleva uccidere", dice chi lo conosce. Sui suoi indumenti la scientifica fa i rilievi per vedere se ci sono tracce di saliva. Daniel indossava davvero dei sandali infradito, come sostiene la difesa alludendo al fatto che non poteva sferrare calci? Padre e figlio si sono davvero scambiati i vestiti prima dell'arrivo della gazzella dei carabinieri nel tentativo di confondere le acque?
|
|
209937
|
01/10/2014 13:47:46 |
|
...
Niente email
|
|
"alcuni di voi sono molto bravi a sapere cosa pensava manolas in quel momento e che cosa voleva fare (si vede che siete abituati a giocare a pallone davanti a 50.000 persone) ma in realtà questo non lo pu sapere manco l'albitro"
Ammazzete come la piji d'aceto ao...me cojoni
|
|
209742
|
24/09/2014 14:50:52 |
|
che poi...
Niente email
|
|
Andateve a vede' le immagini del 1983 e del 2001 c'hanno regalato dei rigori che nun ve dico...
|
|
209604
|
20/09/2014 11:47:09 |
|
che poi preciso preciso...
Niente email
|
|
Iturbe salterà pure Manchester e Juve, le due partite più importanti di questa prima metà di stagione...poi dici che nun è un mondo de laziali infami
|
|
209454
|
15/09/2014 21:53:47 |
|
...
Niente email
|
|
|
|
209293
|
10/09/2014 16:42:06 |
|
come (quasi) tutti avevano compreso...
Niente email
|
|
Il tifoso romanista Daniele De Santis avrebbe sparato quattro colpi di pistola contro i sostenitori del Napoli quando era già ferito. Lo sostengono i tecnici del Racis, gli esperti della scientifica dei Carabinieri, nella perizia disposta dal gip del tribunale di Roma, Giacomo Ebner, in merito all'uccisione di Ciro Esposito, morto a seguito degli incidenti avvenuti prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli in viale di Tor di Quinto il 3 maggio scorso. "Si ritiene che De Santis - scrivono i periti nel documento di oltre 600 pagine - sopraffatto dagli aggressori, ferito e sanguinante, con le mani sporche del suo stesso sangue abbia impugnato l'arma ed abbia esploso i quattro colpi ferendo i tifosi napoletani".
Ao ma non è detto che abbia sparato veramente lui...sia chiaro...c'è la camorra, la mafia, la polizia, i servizi deviati, il mossad...
|
|
209282
|
10/09/2014 08:42:58 |
|
chissà mo e quinti e er verità che cazzo se inventano...poracci...
Niente email
|
|
Viale Tor di Quinto, pomeriggio del 3 maggio, Ciro Esposito è a terra, colpito dal proiettile di una Benelli 7.65. Morirà dopo 53 giorni di agonia. Poco più in là, prosegue l’inferno. Una scena del crimine affollata, in cui il presunto sparatore — l’ex ultrà romanista Daniele De Santis — e i suoi complici — almeno cinque, tutti indagati — vengono sopraffatti dalla furia vendicativa dei compagni dei tre tifosi napoletani appena feriti, oltre a Ciro, Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti. Confusa, perché dopo gli spari decine e decine di ultrà napoletani entrano ed escono dalla scena, colpiscono ripetutamente De Santis, «scambiandosi» tracce di ogni genere (macchie di sangue, altro materiale biologico, polvere da sparo), e lasciando a terra indumenti, armi, oggetti contundenti. Perfino bagnata, perché i soccorritori del presunto sparatore — Donatella Baglivo e Ivan La Rosa — ricorrono ad un idrante o ad una pompa d’acqua per cercare di allontanare i vendicatori (e, racconteranno poi, raccolgono e nascondono la pistola, ma delle loro impronte non c’è traccia). Ecco perché gli accertamenti tecnici dei carabinieri del Racis, consegnati ieri al gip Giacomo Ebner nell’ambito dell’incidente probatorio (che ripartirà il 24 settembre), hanno richiesto tempo e forniscono alcune risposte inequivocabili e altre interpretabili.
ACCUSA E DIFESA Per i legali della famiglia Esposito, Sergio e Angelo Pisani e Damiano de Rosa, gli accertamenti «chiariscono definitivamente che è stata la mano di De Santis a impugnare la pistola e a sparare uccidendo Ciro», che poi è la tesi dei pm Albamonte e Di Maio. Per gli avvocati difensori Michele D’Urso e Tommaso Politi, invece, «stiamo assistendo ad una manipolazione della realtà: le particelle di polvere da sparo trovate sugli indumenti di De Santis sono state trovate anche su quelli di altri soggetti, e questo dimostra solo che era sul luogo dei fatti», mentre oggi resta ricoverato nell’ospedale Belcolle di Viterbo, ancora alle prese con una violenta infezione che rischia di fargli perdere la gamba.
ELEMENTI INEQUIVOCABILI Sono almeno due negli accertamenti del Racis. Il primo: a sparare è stata solo la Benelli 7.65 (con cui sono compatibili tutti i bossoli rinvenuti sulla scena e i proiettili estratti dai feriti) impugnata da De Santis e, successivamente, dai suoi assalitori. «Dalle tracce biologiche miste costituite da sangue ed altro materiale biologico — si legge nella perizia dei carabinieri — sono stati estrapolati profili genetici riferibili a più soggetti, in cui appaiono nettamente maggioritari, e quindi chiaramente individuabili, quelli dell’indagato De Santis». Ma anche tracce di sangue di Alfonso Esposito, elemento che conferma l’ipotesi dei pm, secondo cui dopo essere stato ferito lievemente alla mano, Esposito sarebbe tornato sulla scena, impossessandosi della pistola e colpendo De Santis. Il secondo elemento, invece, tira in ballo l’utilizzo dei guanti. La perizia del Racis conferma che l’indagato li indossava al momento della sparatoria, e infatti su quei guanti «sono state trovate tracce univoche e compatibili con polvere da sparo (non altrettanto univoche quelle sulle mani, ndr )», mentre solo all’interno di uno dei due sono state rilevate tracce del dna di De Santis. Il quale, aggiungono gli accertamenti tecnici, ha sparato «a distanza ravvicinata, tanto che particelle di polvere da sparo sono state trovate anche sugli indumenti dei tifosi napoletani rimasti feriti».
|
|
209275
|
09/09/2014 20:01:25 |
|
dice che...
Niente email
|
|
quanno er bigghemastè se sveja e controlla eeemeeil magari riuscimo a fà 'nantra cena...
|
|
209252
|
09/09/2014 14:45:53 |
|
sì, ma...
Niente email
|
|
l'ultimo video di moana prima che non si sentisse molto bene?
|
|
|