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07/05/2014 12:12:47 |
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Povere guardie, je danno solo 1.200 ar mese pè picchià i facchini..
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Lacrimogeni a grappolo ecco cosa si usa contro i lavoratori in lotta   Piacenza: scontri davanti all'Ikea, due feriti Tensioni tra le forze dell'ordine e i manifestanti davanti ai cancelli del deposito centrale Ikea di Piacenza. In tanti, tra facchini e attivisti dei centri sociali , hanno bloccato l'accesso all'area logistica al passaggio degli altri lavoratori e dei camion. Si tratta della protesta organizzata dal sindacato intercategoriale Si Cobas, dopo che nei giorni scorsi una trentina di lavoratori immigrati della cooperativa San Martino, che fornisce servizi all'interno del deposito piacentino di Ikea, erano stati sospesi dal servizio e accusati di diverse inadempienze lavorative ---------------------------------------------------------------------- INVECE QUESTO E' IL REPORT DI LUNEDI' 5 MAGGIO Bologna e Piacenza: le città della logistica ribelle ai picchetti! Nuova giornata di lotta questa mattina per gli operai e le operaie della logistica emiliana, che alla cooperativa Mr.Job dell'interporto di Bologna e all'Ikea di Piacenza, hanno scioperato bloccando le merci in entrata ed uscita dai magazzini. A Bologna dalle ore 7:30, sono stati i lavoratori e le lavoratrici le lavoratrici della cooperativa Mister Job a iniziare la giornata di lotta. La cooperativa, che nell'hub bolognese gestisce alcuni appalti tra cui il confezionamento ed i servizi di carico e scarico merci per la Yoox, è tra le più importanti aziende dell'e-commerce italiano dal fatturato giornaliero milionario. Ma ciò non basta a saziare gli appetiti di quattrini dell'azienda che appalta i servizi logistici alla cooperativa Mister Job che applica contratta di fame a circa quattro euro l'ora, non paga le maggiorazioni festive, usa in maniera ricattatoria il part-time (che è tipologia di contratto principale nei suoi appalti) a fronte di esigenze reali di lavoro ful-time: “vuoi arrivare a 40 ore di lavoro settimanale? Allora comportati bene se no gli straordinari non li fai tu... ma chi è più bravo di te!”. A chi osa protestare viene applicata la sanzione punitiva del "confino", che tradotto significa essere mandati a lavorare in zone lontane dalla sede abituale di lavoro, costringendo i lavoratori a dare "dimissioni volontarie" perché in difficoltà a raggiungere i magazzini troppo lontani. E' contro questo clima di intimidazione fatto di minacce, mobbing e rapporto di lavoro in cui i responsabili ed i padroni gestiscono i rapporti con fare feudale, che i lavoratori e le lavoratitici hanno risposto con uno sciopero e blocco dei caminon, sostenuti da numerosi lavoratori iscritti al S.I.Cobas, e dalle realtà antagoniste. Dopo 3 ore di blocco totale la cooperativa ha ceduto convocando un tavolo di trattativa con il sindacato. E già una prima vittoria è stata segnata! Il responsabile che maggiormente vessava gli operai e le operaie sarà destituito dal compito di organizzare il lavoro nel magazzino, mentre rientreranno a testa alta dal confino i facchini e le facchine che venivano colpiti dagli arbitri del caporale della cooperativa. [Guarda il video del picchetto] All'Ikea di Piacenza invece la multinazionale svedese torna all'attacco dei lavoratori della cooperativa San martino in appalto presso i suoi magazzini, commissionando 60 lettere di misure disciplinari di cui 33 sospensioni. Un attacco pesantissimo che si basa sull'accusa di aver sospeso arbitrariamente il lavoro per un ora e mezzo due settimane or sono. In realtà le cose stanno molto diversamente ed il blocco del lavoro da parte degli operai rispondeva ad un demansionamento punitivo di un delegato sindacale Si.Cobas, tra i principali protagonosti della lotta vincente di 1 anno e mezzo fa, e compagno generoso sempre in prima fila nelle lotte del movimento della logistica del territorio emiliano e non solo. Demansionamento che si è accompagnato alla negazione da parte della cooperativa di far svolger una assemblea unitaria di tutti i lavoratori dell'appalto indipendentemente dal turno di lavoro e dalla mansione, proponendo invece quattro distinte assemblee con il chiaro intento di evitare una plenaria. Obiettivo fallito grazie alla determinazione dei lavoratori che hanno imposto il loro diritto all'assemblea collettiva. La risposta della San Martino e dell'Ikea con le lettere disciplinari e di sospensione ha evidentemente sottovalutato la forza e l'unità dei lavoratori che questa mattina, in più di un centinaio, hanno scioperato dalle 7:00 bloccando ad intermittenza le merci in entrata ed uscita. Dal primo pomeriggio il presidio fuori dai cancelli si è poi via via ingrossato grazie all'arrivo di operai S.I.Cobas di altre aziende, studenti e militanti del Nap, facendo rivivere fin da subito parte di quella composizione meticcia che, nei mesi di ottobre/novembre di due anni fa, piegò con la lotta la mltinazionale svedese e le cooperative in appalto. "Il Laboratorio Crash! che ha sempre sostenuto con forza la lotta dei lavoratori piacentini, manda un messaggio di solidarietà ai lavoratori sospesi e sanzionati, dicendo fin da subito che ai prossimi picchetti, alle prossime lotte saremo al vostro fianco, stringendoci forte nei cordoni della dignità e della giustizia sociale! Alla lotta, al picchetto!" ---------------------------------------------------------------------- Sciopero e mobilitazione dei facchini Ldd e Nd in Prefettura a Milano Continua la mobilitazione dei facchini dei magazzini della logistica di ND-Metro e Ldd, dopo lo sciopero del 17 aprile scorso. Il 22 aprile è stato siglato un accordo sindacale di cgil-cisl-uil nel quale sono stati presi solo impegni generici mirati a tenere buoni i lavoratori, con l'obiettivo di garantire loro un impego fino a giugno. L'unica cosa scritta chiaramente all'interno dell'accordo è quella che ND-Soluzioni Globali-Servizi e Lavoro-CGIL-CISL-UIL, vogliono imporre ai lavoratori di non scioperare: un ricatto inaccettabile che ha il solo scopo di impedire la lotta dei lavoratori. I lavoratori però, continuano le mobilitazioni da diverse settimane dopo che l’azienda ha deciso di non rispettare gli accordi presi in precedenza. Con lo smantellamento dei capannoni a Vignate e a Capriate per convogliare l’attività a Trezzo, più di 160 lavoratori hanno perso il posto. Una manovra che sembrava essere incomprensibile a fronte di un andamento positivo delle entrate. Ieri un centinaio di lavoratori della LDD e della Nd si sono recati sotto la Prefettura di Milano. Riceviamo e pubblichiamo il resoconto dettagliato della mobilitazione di ieri. Una bella giornata di unità e lotta del coordinamento dei lavoratori della logistica dello Slai Cobas per il Sindacato di Classe. Presenti circa 100 operai del polo logistico LDD di Trezzo- del polo logistico SMA/Simply di Chiari e della RVP di Opera hanno dato vita ad una iniziativa articolata: 3 le vertenze messe in campo all’interno della parola d’ordine “se toccano uno toccano tutti” e fare un ulteriore passo avanti per l’unità d’azione per vincere nelle singole vertenze. A partire dalle 9 di stamani, via via che arrivavano i lavoratori, il presidio sotto la Prefettura di Milano ha aperto la giornata di mobilitazione: ovvero raggiungere il primo obiettivo –quello di imporre incontro col Prefetto- attraverso una lenta, ma decisa, avanzata verso l’ingresso del Palazzo e con un incisivo comizio/megafonaggio del dirigente di queste lotte –che ha ribadito che la lotta per il lavoro e contro lo schiavismo a Trezzo non è finita; che denunciava il ruolo dei sindacati confederali, in particolare, della Cgil che non sono più dei sindacati ma garanti degli interessi delle cooperative; che la prefettura non può lavarsi le mani di fronte all’illegalità e illegittimità delle cooperative nei fittizi cambio appalto, per finire con la vile aggressione squadrista del 4 aprile. Ma la novità principale gridata al megafono è stato il fatto di dire che i lavoratori di Trezzo non sono soli e che lì davanti vi erano tre problemi per loro. Questo ha fatto si che un funzionario è venuto verso i lavoratori comunicando che il Prefetto era disposto a ricevere una delegazionee che in “cambio” veniva chiesto di spostare il presidio e non usare il megafono. Raggiunta la mediazione la delegazione è entrata. Al delegato del Prefetto sono state poste tre questioni: che l’accordo per il lavoro a Trezzo c’è ed è quello che le cooperative hanno fatto saltare all’ultimo minuto il 3 aprile e quindi il Prefetto si deve far carico di convocare appaltanti e cooperative per firmare un'accordo che salvaguarda i posti di lavoro; che si faccia luce sull’attacco squadrista del 4 aprile che ha visto i lavoratori in presidio alla piattaforma LDD di Trezzo, attaccati a colpi di spranghe e bastoni, da una squadraccia di picchiatori usciti dal magazzino stesso. L'apertura di un tavolo regionale per porre fine alle logiche dei cambi appalto che consentono alle cooperative di lasciare a casa i lavoratori, in particolare quelli sindacalizzati e che hanno ottenuto condizioni di lavoro più dignitose, assumendo manodopera con minori diritti al limite dello schiavismo e facendoli lavorare 12/14 ore al giorno, a fronte del fatto che questo settore non è in crisi e il lavoro c’è per tutti. Dopo questa prima iniziativa i lavoratori in maniera compatta si sono spostati verso la sede della cooperativa Futura per la quale lavorano gli operai dell’appalto Sma di Chiari. Qui l’obiettivo era dare la risposta al trasferimento di due lavoratori che si erano iscritti con noi, il tutto anticipato da una giornata di sciopero per l'intera giornata a cui hanno aderito 37 lavoratori e che sono venuti a Milano. Il modo di presentare le richieste ha intimidito i responsabili della cooperativa che si sono chiusi dentro facendo finta di non esserci. Tutto questo sino all’arrivo della digos che “miracolosamente” li ha fatti riapparire. Una delegazione è stata ricevuta e quando ha chiesto il ritiro dei trasferimenti, ricevendo una negazione è uscita di corsa e convocato assemblea per decidere il proseguio della lotta. Il terzo obiettivo è stato mandare un segnale alla cooperativa metalmeccanica, RVP, di Opera andando davanti l’azienda contro due provvedimenti, una sospensione e un licenziamento, a due degli operai iscrittisi con noi. La cosa bella di questa parte della giornata di mobilitazione oltre all’adesione totale degli iscritti allo sciopero, sui 2 turni di lavoro, è stato percorrere l’ultimo chilometro con l’operaio licenziato che aveva impugnato la bandiera aveva dato vita quasi ad una manifestazione, che così ha raggiunto la fabbrica. Qui si è improvvisato un comizio senza megafono per far sentire ai padroni che i lavoratori non solo non si sono lasciati intimidire ma che andranno fino in fondo per ottenere il ritiro dei provvedimenti e i loro diritti; che il sindacato che li rappresenta c’è e gli farà vedere di che pasta è fatto; ma che principalmente che gli operai della RVP non solo soli ma che sono una cosa sola con i lavoratori del coordinamento delle logistiche. Sia nella mattinata che ad Opera la mobilitazione ha ottenuto l’attenzione di alcuni media, come Radio Popolare e un giornalista del Giorno.
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06/05/2014 19:44:43 |
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parlando di sconti, e di sprechi...
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C'è una romanista in cima alla lista alla classifica dei più pagati della serie A: secondo una ricerca effettuata da La Gazzetta dello Sport, il "Paperone" della Serie A è Daniele De Rossi: capitan Futuro con i 6.5 milioni percepiti è il calciatore più pagato del panorama calcistico di casa nostra. Il centrocampista di Ostia precede il neonapoletano Higuain con i suoi 5.5 e Diego Milito con 5. A seguire altri due neoarrivi ovverto l'Apache bianconero Carlos Tevez e Mario Gomez fermi rispettivamente a 4.4 milioni e 4.2. In casa Milan comanda il trio formato da Balotelli, Mexes e Kakà che guadagnano 4 milioni. L'altra faccia della medaglia è rappresentata dal cagliaritano Murru che ha un ingaggio annuale di 30mila euro. Per quanto riguarda il monte ingaggi generale, la classifica vede primeggiare la Juventus: la Vecchia Signora con un totale di circa 115 milioni di euro versati nelle casse dei propri giocatori, precede Milan, Inter, Roma, Napoli e Lazio.
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05/05/2014 10:43:21 |
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De Santis SPARA, De Sanctis IMPARA
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Di De Santis parla anche Guido Zappavigna, candidato con La Destra di Francesco Storace alle regionali del 2010 ed ex leader dei 'Boys': "È sempre stato un tifoso corretto, uno che per seguire la Roma ha sempre lavorato. Me lo ricordo ragazzetto a Monteverde, dove aveva una palestra. Ancora non ci credo che possa aver sparato".
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05/04/2014 20:10:31 |
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Nun c'ho più l'età x 204697, ma anche 204698
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No... Semplicemente Garcia non è uno che si mette a parlare in maniera critica di un suo giocatore in un momento delicato della stagione come questo...
In poche parole, non è un povero coglione... Come te...
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29/03/2014 18:17:07 |
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ma che siamo, in un film di alberto sordi?
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ZINGARETTI E I FONDI A STORACE Il compromesso viaggia online La Provincia ha acquistato spazi pubblicitari sul quotidiano dell’ex Governatore
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19/03/2014 00:30:10 |
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Convenienza, per chi ?
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Oggi e domani presidio dei lavoratori della cooperativa di trasporti che si occupa delle consegne per Mondo Convenienza. In 48 sono stati licenziati per "motivi disciplinari" dopo i tafferugli di dieci giorni fa davanti al magazzino di Capalle.
Due giorni di presidio davanti alla sede commerciale di Mondo Convenienza di Prato per protestare contro i 48 licenziamenti dei dipendenti della cooperativa di trasporti che esegue le consegne della merce per conto di Mondo Convenienza. La manifestazione e’ iniziata stamani con striscioni e manifesti sistemati all’ingresso del parcheggio della grande azienda di arredamento nella zona industriale tra Prato Est e Capalle. Le tensioni sono nate circa tre settimane fa quando i 68 lavoratori della cooperativa romana hanno trovato chiuso, senza spiegazioni, la sede del magazzino di Mondo Convenienza, a Campi Bisenzio. Da qui si sono susseguiti sit in di protesta e manifestazioni. Dieci giorni fa la situazione e’ degenerata e si sono registrati scontri tra lavoratori e forze dell’ordine con persone finite al pronto soccorso sia per l’uno che per l’altro fronte. Da qui la decisione della cooperativa di licenziare 48 dei 68 lavoratori per motivi disciplinari, mentre gli altri venti sono stati spostati ai magazzini di Rimini e di Bologna. ‘Non abbiamo chiesto soldi in più ma solo il rispetto di diritti fondamentali dei lavoratori – spiega Robert Conduracchi, rappresentante dei lavoratori – malattia, straordinari e tredicesima. La risposta e’ stata farci trovare il magazzino chiuso. I legali di Mondo Convenienza ci hanno offerto duemilacinquecento euro a testa per toglierci di mezzo senza fare confusione, ma abbiamo rifiutato’. Il presidio prosegue stasera fino all’orario di chiusura del punto vendita di Prato, e domani. Imponente il dispiegamento di mezzi e uomini delle forze dell’ordine per questi due giorni di protesta.
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14/03/2014 10:32:51 |
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Turkya, il regime di cui non vogliono parlare
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Turchia: secondo giorno di scontri. Due morti, decine di feriti e centinaia di fermi
Non si placa la rabbia per la morte di Elvan Berkin, il giovane deceduto martedì dopo aver passato 269 giorni in coma a causa di un trauma cranico provocato dal candelotto di un lacrimogeno.
Ieri a Istanbul cento mila persone hanno accompagnato la bara del ragazzo al cimitero, mentre in tutta la Turchia si tenevano cerimonie per la commemorazione dell'adolescente. Dopo la funzione, circa 50 mila persone, tra cui anche moltissimi studenti e studentesse che sono venuti a salutare il coetaneo, si sono mosse in corteo verso piazza Taksim, ma già nel quartiere Osmanbey la polizia ha attaccato i manifestanti, sparando lacrimogeni e indirizzando i getti dei Toma contro la folla a pochi metri di distanza. Scontri si sono verificati nelle immediate vicinanze, gli agenti hanno sparato ancora più lacrimogeni avvolgendo la zona di una coltre di gas irrespirabile. Diversi testimoni raccontano che la polizia ha usato anche spray al peperoncino e ha sparato proiettili di gomma.
Nonostante questo pesantissimo attacco, alcuni manifestanti sono riusciti a raggiungere piazza Taksim e a resistervi, scandendo slogan come “Guardate qua, l’assassino di Berkin è davanti a noi!”. La polizia ha impiegato 4 ore a sgomberare la piazza, sparando senza sosta lacrimogeni ad altezza uomo (alcuni dei quali sono atterrati dentro ai negozi circostanti) e proiettili di gomma. Un giovanissimo venditore di 17 anni, Hakan Ataş, il quale vendeva riso in piazza Taksim, è stato colpito alla testa da un candelotto sparato dagli agenti in modo indiscriminato. Ancora una volta è stata sfiorata la tragica fine di Berkin: Hakan è stato portato d’urgenza in ospedale privo di sensi e con molteplici fratture delle ossa craniche. In serata però i medici hanno fatto sapere che la sua vita si trova fuori pericolo. Verso mezzanotte è stato reso pubblico anche il decesso del poliziotto Ahmet Küçüktağ, il quale ha avuto un arresto cardiaco a causa dell’eccessivo uso di lacrimogeni. Pochi minuti dopo è arrivata la notizia di una seconda morte: Burak Karamanoğlu di 22 anni è deceduto in seguito a una rissa. Verso l’una di notte il corteo si è sciolto, dopo una giornata in cui la polizia ha attaccato di continuo i manifestanti, causando decine di feriti, anche di età giovanissima, e almeno 50 fermi. n_63531_4
Anche ad Ankara decine di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per ricordare Berkin, tra cui moltissime associazioni studentesche e sindacali. La polizia non ha permesso al corteo di sfilare, azionando fin da subito gli idranti e sparando lacrimogeni interrottamente. Un Toma ha indirizzato il proprio getto contro un uomo a due metri di distanza, colpendolo fortemente al ventre. All’arrivo dell’ambulanza il giovane si trovava a terra esanime e ora sta lottando tra la vita e la morte. A fine giornata si contavano altri 3 feriti, 71 arrestati di cui 25 bambini.
A Izmir la polizia ha fatto un blitz nel caffè dove si erano rifugiati alcune persone in seguito alle ripetute cariche. Gli agenti hanno portato fuori di peso un manifestante, il quale è stato massacrato e colpito in pieno volto con il casco che uno dei poliziotti si è tolto per usarlo appositamente. L’uomo è rimasto a giacere in una pozza di sangue col viso tumefatto fino all’arrivo dell’ambulanza. Sul luogo è rimasto il casco dell'agente con il numero identificativo 3130. Mentre nel paese succedevano questi orrori, la stampa pro governativa ha avuto il coraggio di mettere in circolazione la voce che in realtà la spina di Berkin è stata staccata per danneggiare l’immagine del premier in vista delle elezioni di fine marzo. Un’affermazione infame e ignobile, la quale non fa altro che aumentare il dolore e la rabbia per la morte di un ragazzo che è deceduto a soli 15 anni mentre andava a comprare il pane.
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13/03/2014 09:17:56 |
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pisani, turchi e galiziani
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Dopo lo sfratto difeso ieri a Pisa in via Emilia, dove agenti della digos hanno tentato di entrare in casa di Hira, oggi due nuovi tentativi di sfrattare altre due famiglie, uno a Cisanello ed uno nel comune di Cascina. Due numerosi picchetti composti dalle famiglie del Progetto Prendocasa e dai comitati di quartiere di Sant'Ermete e di Gagno sono riusciti a farli rinviare entrambi. Sfratto Cisanello: la famiglia di Nazma, giunta al terzo tentativo di accesso da parte dell'ufficiale giudiziario, si è sempre resa disponibile per trovare una soluzione: Nazma non vuole rimanere nella casa di una nota proprietaria che possiede quaranta appartamenti ed il noto locale Pappafico a Marina di Pisa. Dal 12 febbraio giorno in cui era in atto il secondo tentativo di accesso difeso da Prendocasa, aveva aperto una trattativa coi servizi sociali e l'avvocato della proprietà. La trattativa proposta da Prendocasa prevedeva la riduzione del canone d'affitto, dato che la proprietaria di casa ha ricevuto per quattro anni 750 euro. Ieri con una telefonata, l'assistente sociale che ha in carico la famiglia sotto sfratto, aveva annunciato che oggi non ci sarebbe stato nessuno sfratto perchè l'avvocato della proprietà ed i servizi sociali si erano già accordati per un rinvio di un mese che avrebbe permesso di continuare la trattativa proposta dalla famiglia e da Prendocasa. Questo tentativo volto all'inganno ed alla neutralizzazione delle mobilitazioni e dei picchetti non ha avuto buon fine: il comitato di lotta per la casa non si è fatto abbindolare e ha comunque fatto la propria presenza e contrapposizione a ufficiale giudiziario, avvocati e poliziotti.
Con due tentativi la polizia e l'avvocato della proprietà hanno cercato di sfondare il picchetto di Prendocasa appostato sul portone di accesso, ma la determinazione e la rabbia del presidio antisfratto ha respinto chi voleva buttare in mezzo alla strada una famiglia con due bambini. Il picchetto è riuscito ad ottenere un rinvio di sfratto per il prossimo 31 marzo, giorno in cui ci sarà un altro sfratto nel quartiere di Gagno.
Dopo il rinvio, il presidio si è spostato in corteo fino alla Società della Salute, dove con cori e slogan, il comitato ha ribadito che i diritti sociali vengono prima della rendita immobiliare. Una delegazione è salita per interloquire col direttore Cecchi e la coordinatrice dei servizi sociali Tanini, con i quali si è trovato un accordo per un incontro ufficiale insieme alla famiglia di Nazma per venerdi mattina.
Situazione generale degli sfratti: nell'ultimo anno i movimenti sociali contro l'austerità, dai quartieri popolari alle zone del centro in resistenza contro i processi di gentrificazione, hanno indicato controparti e rivendicazioni capace di creare partecipazione e consenso tra tanti e tante , e di strappare alcuni risultati a partire dlla capacità conflittuali che le lotte hanno espresso. A livello istituzionale la commissione territoriale per gli sfratti, il rifinanziamento della Società della Salute del fondo per l'indennità di occupazione, l'annuncio di bandi per l'auto-recupero da parte di Comune e Apes, il parziale utilizzo del patrimonio pubblico in dismissione, hanno segnato questi ultimi mesi alcune timide risposte strappate dalla forza dei movimenti che hanno posto, a partire dalle lotte, un programma de facto contro l'emergenza abitativa. Il dilagare della "morosità incolpevole" come contraltare massificato spontaneo al potere consolidato della rendita immobiliare e finanziaria, il circolo vizioso e perverso che lega interessi dei grandi e medi proprietari all'esecuzione degli sfratti, l'inadeguatezza degli strumenti ufficiali per tamponare una questione sociale esplosiva come l'abitare: sono questi alcuni grandi ambiti di discussione a partire dai quali vorremo aprire ipotesi di lavoro collettivo finalizzato la realizzazione di una campagna "per un piano straordinario contro l'emergenza abitativa". Davanti a noi alcuni appuntamenti importanti per misurare e sviluppare proposte di reale cambiamento sociale: l'uscita del prossimo bando per la morosità incolpevole e la contestazione dei parametri di accesso; i picchetti antisfratto come leva per ottenere una moratoria per gli sfratti e nuovi accordi territoriali per gli affitti concordati; le pratiche di riappropriazione come necessità collettiva per l'utilizzo sociale degli immobili invenduti e nei piani di alienazione; la contestazione dei nuovi piani di sviluppo urbano legato a Grandi Opere Inutili e speculazioni di cemento come possibilità di decisione e di investimento necessari sul fronte del reddito e della casa.
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