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28/07/2013 03:12:17 |
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12/07/2013 20:10:07 |
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altro che 5 stelle, pd , pdl...
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POMIGLIANO, VLA SUSA, PALESTINA, ROMA
Continuano le mobilitazioni dei lavoratori del facchinaggio e della logistica. Oggi 12 luglio infatti il terzo sciopero nazionale del settore della logistica in 5 mesi. Questi scioperi nazionali sono una risposta che i lavoratori del settore e il sindacato sicobas vogliono dare al rinnovo del contratto nazionale da parte dei Sindacati Confederali. Un rinnovo del contratto che è peggiorativo rispetto a quello attuale e che è una risposta all'ondata di lotte di questi ultimi tre anni all'interno del settore.
Lo sciopero è stato lanciato come giornata unica di mobilitazione da parte del sindacato SiCobas. La necessità attuale è sia quella di dare una risposta a questo nuovo inciucio fra sindacati confederali e Aziende sia quella di rispondere con forza alle multinazionali della logistica come per esempio la TNT che stanno mettendo in piedi piani di ristrutturazione aziendali che prevedono esuberi per centinaia di lavoratori e lavoratrici.
Oggi in molte città ci sono stati picchetti e mobilitazioni a sostegno dei quali sono andate numerose realtà di compagni presenti nei territori. A Roma lo sciopero ha avuto una adesione del 100% sia all'Sda che alla Bartolini. A Milano stamattina sono state bloccate la Dhl di Settala dove lavorano più di 120 operai e quella di Liscate che al mercato generale dell'ortofin gestisceil settore agroalimentare. Sempre questa mattina da Settala i facchini si sono spostati in picchetto alla Number one dello stesso paese dove un operaio era stato ingiustamente sospeso. Chiusura mattutina per la TNT di Peschiera Borromeo e alla Ex Fiege Borruso di Brembio. Verso sera invece sciopereranno i facchini della Dhl di Carpiano insieme a quelli dell'Sda dello stesso distretto industriale. A Brescia la maggiore astensione è stata alla TNT che è rimasta chiusa. A Parma ha scioperato tutta la Bartolini. Ad Ancona Sono rimaste bloccate sia la Bartolini che la TNT. A Piacenza alla TNT l'adesione è stata totale tanto che lo stabilimento è rimasto direttamente chiuso. All'IKEA lo sciopero ha riguardato entrambi gli stabilimenti e a quello di Le Mose dove sono impiegati più di 150 operaio lo stabilimento è stato picchettato fino alle 14.00 con piena adesione allo sciopero.
A Torino adesione del 95% nelle due filiali della SDA, e alte adesioni nelle filiali della TNT sia Orbassano, dove si trova l'interporto, sia a Settimo. Con questo sciopero nella TNT di Torino c'è stato un passaggio di crescita dopo gli scioperi degli ultimi mesi. Da annotare il fatto che a termine della giornata di picchetti davanti ai magazzini si è svolta una assemblea all'interporto fra i vari lavoratori delle varie aziende.
A Bologna lo sciopero è stato anticipato a ieri sera come deciso dall'assemblea tenutasi a Crash domenica 7 Luglio e ciò per dare la possibilità di concentrarsi tutti alla Granarolo per il picchetto di sabato mattina. L'adesione è stata quasi totale tant'è che l'interporto nella giornata di ieri risultava deserto. Stasera a Bologna si torna quindi a lavorare ma già da domani mattina a Cadriano giungeranno i pullman dalle altre città una volta concluso il loro sciopero.
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11/07/2013 12:28:29 |
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La sapete l’ultima notizia (no, per le menate fra Silvio e la Magistratura siete pregati di comprarvi il Corriere o scroccarlo al Bar):
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notizia del 10 luglio 2013
Via libera della Commissione Ue al nuovo pilastro dell’unione bancaria: il meccanismo unico di fallimento ordinato stabilisce quando e come una banca in difficoltà debba fare default, e affida alla Commissione Ue il potere di decidere quando fare scattare il fallimento. COME FUNZIONA IL MECCANISMO. Il meccanismo unico funzionerà così: la Bce, il supervisore delle 6mila banche europee, segnalerà quando una banca si trova in difficoltà e ha bisogno di essere salvata. Un board formato da rappresentanti di Bce, Commissione Ue e autorità nazionali del Paese della banca problematica, preparerà il fallimento ordinato dell’istituto. Avrà ampi poteri in questa fase preparatoria e sarà responsabile delle decisioni principali su come la banca farà default. Le autorità nazionali saranno strettamente coinvolte. Sulla base della raccomandazione del ‘board’, la Commissione europea deciderà se e quando far scattare il fallimento ordinato. Basandosi sulle proposte del ‘board’, saranno le autorità nazionali incaricate del ‘fallimento ordinato’ a rendere esecutive le sue decisioni. IL BOARD SUPERVISIONA IL DEFAULT. Il board supervisionerà il processo di esecuzione del ‘default’ e se valuterà che le autorità nazionali non eseguono le sue raccomandazioni correttamente, potrà intervenire direttamente. Inoltre, verrà creato un ‘fondo di risoluzione unico’, controllato dal ‘board’, per assicurare la disponibilità del funding a medio termine mentre una banca viene ristrutturata. Sarà finanziato da contributi del settore bancario, mettendo insieme i fondi di risoluzione nazionali come già stabilito dalla direttiva sullo schema di fallimento ordinato. Dunque ora siamo tranquilli che c’è il board della BCE che deciderà se una banca deve fallire, come deve fallire e chi pagherà….eh per grazia ricevute le autorità locali saranno persino coinvolte.
Domanda Fondamentale : Perchè si sente tanto il bisogno di un meccanismo “ordinato” per il fallimento delle banche europee?
Ma le banche europee non erano solidissime?
Ed infine: Avete notato la velocità della luce con cui il sistema Cipro è stato portato al rango di regola europea?
Se la memoria non mi inganna al botto di Cipro si disse che il Bail-IN rappresentava una eccezione alla regola, e infatti l’eccezione è diventata una regola.
Ora la NUOVA REGOLA è che assolutamente i 100.000€ di deposito sono garantiti…… tranne eccezioni che diventeranno regola.
Vi sentite ancora al sicuro con i vostri 99.999,99 (o meno) euro in una banca europea?
http://www.rischiocalcolato.it/2013/07/ah-il-fallimento-ordinato-delle-banche-leccezione-alla-regola-100-000e-garantiti-si-si-come-no.html
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11/07/2013 11:39:33 |
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Dall'Olanda: accordo raggiunto per Strootman, al PSV 20 milioni
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Secondo quanto riportato dal portale olandese bd.nl, la Roma e il PSV hanno raggiunto un accordo di massima per il trasferimento di Kevin Strootman in giallorosso sulla base di circa 20 milioni di euro. La società di Eindhoven attendono che i giallorossi forniscano le necessarie garanzie bancarie per far partire il giocatore alla volta della Capitale. L'agente di Strootman, Chiel Dekker, ha inoltre dichiarato che non si aspetta problemi per il raggiungimento dell'accordo con la Roma.
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10/07/2013 12:27:15 |
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'Ah, che bell'o cafè', pure in carcere 'o sann' fà...
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Il procuratore federale Palazzi ha formalizzato i rinvii a giudizio per le due partite dei biancocelesti del maggio 2011 con Genoa e Lecce: i tre club accusati di responsabilità oggettiva. Otto in tutti i tesserati coinvolti, tra i quali il capitano della squadra capitolina e Milanetto, che dovranno rispondere di illecito sportivo
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09/07/2013 13:57:40 |
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SI SI, BRAVI
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PRENDETEMI PER IL CULO! DAI DAI! TUTTI INSIEME! 
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09/07/2013 10:13:15 |
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Argentina di nuovo sull’orlo del precipizio, dodici anni dopo il default finanziario
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/08/argentina-a-rischio-default-unaltra-volta/646006/
Buenos Aires è vicina al fallimento a causa delle politiche valutarie sbagliate del governo. E può rappresentare una lezione per l'euro: lo sganciamento da un cambio insostenibile deve essere gestito con intelligenza, evitando di ricadere negli errori del passato
di Alberto Bagnai | 8 luglio 2013 Commenti (627)
Più informazioni su: Argentina, Crisi, Crisi Economica, Crisi Euro, Default, Euro, Nouriel Roubini.
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La crisi finanziaria argentina del 2001 ha colpito l’immaginazione e, purtroppo, anche i portafogli degli italiani. Le dimensioni della crisi e i legami culturali fra i due Paesi hanno assicurato a questo episodio un’ampia copertura sui nostri mezzi di informazione. Così, oggi, nel dibattito italiano si moltiplicano i riferimenti all’esperienza argentina. Un’insistenza spiegata anche da un’ovvia analogia: l’aggancio del peso al dollaro, sperimentato dall’Argentina negli anni 90, ricorda molto quello della lira al marco, realizzato entrando nell’euro. Analogia utilizzata per dimostrare tutto e il contrario di tutto. Da una parte abbiamo quelli che, come l’attuale presidente del Consiglio, ripetono che l’euro ci ha difeso da una crisi “di tipo argentino”. Dall’altra quelli che, come Nouriel Roubini, fin dal 2006 avevano chiarito che l’entrata nell’euro esponeva l’Italia agli stessi rischi corsi dall’Argentina agganciandosi al dollaro: perdita di competitività, accumulo di debito estero, rischio di default.
Quelli che: “Ci ha salvato l’euro” Quest’ultimo punto di vista è confortato dai dati. Dopo lo sganciamento dal dollaro, superato un anno di crisi, l’Argentina è ripartita crescendo a una media di oltre l’8 per cento dal 2003 al 2007 e riducendo di oltre 10 punti il tasso di disoccupazione. D’altra parte, la notizia che oggi l’Argentina sarebbe sull’orlo di una nuova crisi finanziaria è accolta con cinica soddisfazione da quelli che “l’euro ci ha salvato”, i quali concludono, in modo sbrigativo, che sganciarsi da una moneta troppo forte non risolve i problemi, e quindi l’Italia deve restare nell’euro. Il fatto che l’Argentina oggi sia in crisi non dimostra che dodici anni or sono dovesse restare legata al dollaro. Ma c’è di più: i dati mostrano che i problemi odierni dell’Argentina sono ancora una volta causati dall’adozione di un tasso di cambio eccessivamente forte.
Lo sostengono Roberto Frenkel e Martin Rapetti dell’Università di Buenos Aires, notando come la politica economica del paese abbia seguito due fasi ben distinte. Dopo la crisi il costo del dollaro in termini di pesos era aumentato del 200 per cento (da uno a tre pesos per dollaro). Questo aumento non si era riflesso sui prezzi interni se non in minima parte (l’inflazione annua arrivò al 25% nel 2002 per poi tornare a una cifra nel 2004). Una dinamica gestita dal governo argentino con una politica valutaria accomodante, che compensava l’aumento relativamente moderato dei prezzi interni con un deprezzamento del peso, mantenendo costante il rapporto fra i prezzi argentini e quelli dei principali concorrenti (cioè il tasso di cambio reale). Il governo quindi promuoveva la crescita favorendo la domanda estera con l’adozione un tasso di cambio reale stabile e competitivo. Nel 2007 la situazione è cambiata drasticamente. Dopo cinque anni di crescita all’8%, cominciavano a emergere fisiologiche tensioni sui prezzi interni, ma alle prime avvisaglie di crisi internazionale, il governo ha risposto premendo sull’acceleratore della spesa pubblica, cercando di mantenere il tasso di crescita ai livelli precedenti.
Un tentativo che rispondeva a una logica di tipo populistico. Il risultato è stato un’esplosione dell’inflazione, salita al 20%-25%: dato occultato dalle statistiche ufficiali, che il governo ha tenuto sotto controllo rimuovendo, con una decisione molto criticata, i vertici dell’istituto di statistica. Per contenere l’inflazione il governo ha fatto leva sul tasso di cambio, che ha cessato di essere accomodante. Così, nel biennio 2010-2011 si stima che i prezzi siano cresciuti del 54%, mentre il cambio ha ceduto solo del 12%. La competitività dei prodotti argentini è andata a picco, e il saldo delle partite correnti è tornato negativo per la prima volta dal 2001, e per lo stesso motivo: un tasso di cambio troppo forte rispetto ai fondamentali del paese. Ciò suggerisce che il cambio del peso prima o poi dovrà cedere.
La corsa verso il dollaro Come sempre accade in questi casi, il governo si arrampica sugli specchi per rinviare una misura potenzialmente costosa in termini elettorali. Gli operatori però sono consapevoli della sua necessità e quindi le tensioni sul mercato dei cambi aumentano. Il governo cerca di contrastare con misure restrittive la corsa degli argentini verso il dollaro, visto come bene rifugio, con l’unico risultato di favorire lo sviluppo del mercato nero, dove il dollaro costa circa il 70% in più rispetto alla quotazione ufficiale. Le riserve ufficiali continuano a prosciugarsi, e ad oggi coprono meno di sette mesi di importazioni. L’inevitabile crisi valutaria che si profila all’orizzonte sarà stata causata da due errori di gestione macroeconomica: l’uso improprio della spesa pubblica, e l’uso del tasso di cambio forte come ancora dei prezzi interni. Errori simili a quelli che circa vent’anni or sono causarono nel nostro paese la crisi del 1992. L’esperienza argentina ci dimostra così ancora una volta come il “cambio forte” schiacci, invece di proteggerlo, il Paese che lo adotta. La lezione da trarre è che lo sganciamento da un cambio insostenibile deve essere gestito con intelligenza, evitando di ricadere negli errori del passato.
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01/07/2013 17:36:43 |
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SIIIIIIII ECCO IL GRANDE COLPO... GRAZIE WALTER, GRAZIE JAMES
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NOTIZIE ROMA - La ROMA ha rinnovato il contratto di Bogdan LOBONT fino al 2015. A svelarlo è Gianluca DI MARZIO attraverso il suo sito ufficiale. Il portiere romeno ha collezionato con la maglia giallorossa in totale 28 presenze, subendo 22 gol.
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01/07/2013 12:27:18 |
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BASTA PAROLE, LOGHI. FB, CAMPAGNE INTERINALI...VOGLIAMO I FATTI
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RASSEGNA STAMPA - "Acquistate il posto allo stadio presso gli As Roma Store", questo il post su facebook della Roma nel mirino dei tifosi. Come rivela Leggo (F.Balzani), l'invito della società ad acquistare gli abbonamenti ha scatenato insulti e commenti negativi degli utenti giallorossi: "Noi già vi abbiamo pagato, ora tirate voi fuori i soldi". Commenti aspri anche sullo slogan della campagna pubblicitaria "Nessuno ha più fame di noi".
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25/06/2013 13:15:48 |
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Dio,Patria&Famiglia
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http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/preti_pedofili_vaticano_roma/notizie/296385.shtml
Pedofilia e abusi sessuali: indagati quattro sacerdoti
Le rivelazioni dell'ex parroco Patrizio Poggi: un ex militare procurerebbe i minori ai religiosi
di Valentina Errante ROMA - Non tutti i prelati indicati da don Patrizio Poggi, ex parroco che ha scontato una pena di cinque anni per abusi sui minori, sono finiti sotto accusa. Ma sono già quattro i nomi dei sacerdoti iscritti sul registro degli indagati della procura di Roma con l’ipotesi di violenza sessuale aggravata. Un’indagine complessa, su un giro di minorenni abusati da religiosi e un elenco di accuse tutto da verificare.
Sono due i filoni dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, che segue le indagini sui reati sessuali ed è finita a verificare la versione di un ex sacerdote infuriato, al quale, dopo avere scontato la pena per gli abusi sui ragazzi che gli venivano affidati, non è stato consentito di rientrare nei “ranghi” della chiesa. Il primo riguarda i rapporti sessuali che religiosi, anche di alto livello, avrebbero consumato con giovani minorenni. Il secondo, invece, lo sfruttamento della prostituzione, perché qualcuno garantiva incontri gay e guadagnava.
Qualche mese fa, Patrizio Poggi, 46 anni, si è presentato davanti ai carabinieri. Non era da solo, al suo fianco c’era un ragazzo, pronto a confermare quanto il sacerdote voleva raccontare agli inquirenti: un giro di ragazzi minorenni per uomini in abito talare. LA DENUNCIA Poco tempo prima l’ex parroco, a fronte di una condanna a cinque anni già scontata per reati sessuali, aveva tentato di rientrare nella gerarchia ecclesiastica, ma la sua richiesta era stata respinta. Così, dopo l’ennesima mortificazione, aveva pensato di rendere note anche le abitudini sessuali degli ex colleghi, molto simili alle sue. La sua denuncia contiene circa venti nomi di religiosi, poi dettagli e indicazioni anche sui ragazzini che sarebbero stati abusati. Tra i tanti responsabili delle violenze, secondo Poggi, ci sarebbe anche un monsignore, con un ruolo di rilievo nella sua diocesi, un prelato che è il segretario di un vescovo. Accuse che adesso i carabinieri del nucleo investigativo, guidato dal colonnello Lorenzo Sabatino, stanno cercando di verificare, per stabilire se non si tratti di una semplice vendetta o se le gravissime dichiarazioni dell’ex parroco trovino davvero riscontro.
IL PEDINAMENTO Sarebbe un ex militare l’uomo che abitualmente procura i ragazzi ai religiosi. I carabinieri, seguendo le indicazioni di Patrizio Poggi, lo hanno pedinato per riscontrare le sue affermazioni. E in effetti, in base alle indagini, avrebbe accompagnato un ragazzo in una chiesa romana. Gli investigatori, però, non hanno potuto accertare l’età di quel giovane e neppure cosa sia effettivamente accaduto in sagrestia.
Poggi, in primo grado, era stato condannato a otto anni con rito abbreviato e 50 milioni di vecchie lire di provvisionale per risarcire i cinque ragazzini tra i 14 ed i 15 anni che avevano subito violenza. Erano gli anni Novanta, quando è scoppiato lo scandalo. In un primo momento padre Patrizio era rimasto al suo posto, poi però era arrivata la misura cautelare ai domiciliari e a quel punto, lui stesso aveva ammesso: aveva abusato di quei ragazzini. L’allontanamento da Roma era arrivato dall’alto. La pena era stata ridotta: cinque anni e dopo averla scontata, don Patrizio voleva essere riabilitato.
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24/06/2013 17:52:20 |
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guido,non mi tessero'
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I gruppi della Curva Sud a fronte dell’entrata in vigore della AS ROMA PRIVILEGE CARD (più comunemente conosciuta come TESSERA DEL TIFOSO) ribadiscono con estrema fermezza che non rinnoveranno l’abbonamento per non assecondare le direttive imposte non da una legge, bensì da una semplice circolare che prevede il rilascio di una carta di credito annessa alla sottoscrizione dell’abbonamento. Tutto questo inoltre ci viene imposto col ricatto, togliendoci ogni possibilità di scelta. Tutti i gruppi della Sud continueranno a seguire la squadra in casa e in trasferta ogni qualvolta ci sarà anche un solo spiraglio per farlo e tutti i tifosi – anche non appartenenti ai gruppi –che hanno deciso di dire NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO avranno la possibilità di unirsi alla nostra lotta e continuare ad andare allo stadio da persone libere aderendo alla RACCOLTA DEGLI ABBONAMENTI (valida indistintamente per chi è in possesso del vecchio abbonamento e chi no) promossa dalla Curva Sud. Per partecipare a questa iniziativa sarà sufficiente recarsi presso il punto di raccolta OUTLET SPORT sito in Via Appia Nuova, 130 a partire dal 21 giugno, tutti i giorni dalle ore 16.00 alle ore 19.00 fino al 12 luglio. Nessun tifoso impegnato in questa battaglia verrà lasciato solo: in questo modo tutti assieme, da TIFOSI LIBERI, potremo di volta in volta entrare allo stadio acquistando i biglietti d’ingresso cartacei ancora in libera vendita ogni qual volta sarà possibile. Invitiamo chi ha già aderito alla Tessera del Tifoso a rispettare la storia e la tradizione della nostra Curva Sud prendendo posto in settori dello stadio diversi da quest’ultimo. Presso il punto di raccolta saranno presenti dei ragazzi che vi daranno tutti i chiarimenti riguardo l’iniziativa promossa
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